MILANO – “Un designer deve essere flessibile. Trovo interessante quando i designer fanno un passo indietro. I designer di oggi hanno un ego enorme. A me piace invece pensare al prodotto come all’opera di un “eroe sconosciuto”. Queste le parole di James Irvine, che racchiudono l’essenza della sua arte. Oggi, alle 18:30, in occasione della pubblicazione della monografia dedicata al lavoro di James Irvine, il Triennale Design Museum organizza negli spazi del teatro Agorà un incontro-omaggio intitolato “Stories about James – Un tributo” e dedicato al designer inglese scomparso molto prematuramente nel 2013.
IRVINE E MILANO – L’attività di Irvine lega la propria storia a Milano. Qui il designer aveva infatti costruito una rete di contatti tra persone, aziende, imprenditori, artigiani, ristoratori e non solo, introducendoli nel tessuto creativo e produttivo della città. Sarà attraverso il coro di queste voci che andrà componendosi un ritratto di James e del suo ruolo di ponte tra mondi lontani in tempi caratterizzati da profonde trasformazioni sociali e culturali. Oltre al tributo all’uomo e al professionista, l’appuntamento contribuirà dunque anche alla ricostruzione del contesto creativo di un periodo ancora poco esplorato.
“PHAIDON” – Il volume Phaidon, che presenta i progetti di James Irvine attraverso un apparato di immagini e bozzetti (alcuni dei quali pubblicati per la prima volta), raccoglie anche una serie di testi redatti dal designer stesso e da chi lavorò a contatto con lui. Pagine cariche del ricordo e della stima di amici e colleghi come Jasper Morrison, Michele De Lucchi, Giulio Cappellini, Alberto Meda e Naoto Fukasawa, a cui si accoda un capitolo scritto da Marialaura Rossiello Irvine, sua compagna nel lavoro e nella vita.
DESIGN COINVOLGENTE – A quest’opera di ricostruzione sono invitati a partecipare coloro che hanno condiviso con lui alcuni percorsi di progetto e di vita della sua lunga attività di designer. James amava mettere in contatto le persone, le aziende, gli imprenditori, gli artigiani, i modellisti, i ristoratori, i barman… non solo introducendoli nel tessuto creativo e produttivo ma anche avvicinandoli al cuore stesso della città.
RACCONTARE JAMES IRVINE – Quello stesso gruppo di persone sono invitate a raccontare la figura di James, il suo essere al centro di un circuito internazionale che gravita intorno al design a Milano, il suo ruolo di ponte (“junction maker”) tra mondi lontani in periodi di grandi trasformazioni, culturali e sociali. Gli anni in Olivetti, il rapporto con Ettore Sottsass, gli anni Novanta e il ritorno a una nuova semplicità, il gruppo internazionale di designer riuniti attorno a Progetto Oggetto per Cappellini, l’amore per l’industria e la sua dimensione familiare tipicamente italiana chiamata a confrontarsi con una dimensione globale negli anni Duemila sono tutte storie che verranno raccontate da chi le ha vissute nella relazione con James.
UN AFFRESCO GENERAZIONALE – Non solo un tributo sull’onda dell’emozione per un designer che ha fatto di Milano la propria città, quindi, ma anche la ricostruzione di un contesto creativo e culturale, un affresco generazionale di un periodo non ancora troppo raccontato.
GLI OSPITI – Tra i tanti, e assieme alle due, incontrerete Michele De Lucchi, Giuio Iacchetti, Elisa e Stefano Giovannoni, Franco Raggi, Ferruccio Laviani e Alberto Meda.
15 settembre 2015