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La lettera d’amore di Fernando Pessoa a Ofelia Queiroz

MILANO – Un Fernando Pessoa quasi trentenne incontra Ofelia Queiroz, diciannovenne emancipata, e subito se ne innamora. Il loro fu un amore intenso, ma a corrente alternata,  dopo la passione iniziale rimase sopita per 9 anni per spegnersi definitivamente nel 1932. Questa lettera, tratta da “Il Mestiere di Leggere, testimonia l’affettuosità dei loro scambi epistolari.

 

“Terribile Bebè,
mi piacciono le sue lettere, che sono dolci dolci, e mi piace lei che è pure dolce dolce.
È bon bon, ed è vespa, ed è miele, che è delle api e non delle vespe, e tutto va bene, e il Bebè deve scrivermi sempre, anche se io non scrivo, che è sempre, e io sono triste, e sono matto, e nessuno mi vuol bene, e perché dovrebbero volermene, proprio così, e siamo daccapo, e credo proprio che oggi le telefono, e vorrei baciarla sulla bocca, con passione e ghiottoneria e mangiare i bacini che vi sono nascosti, e poggiarmi sulla sua spalla e arrivare alla tenerezza dei colombi, e chiederle scusa, ma scusa per finzione, e ricominciare molte volte, e punto e daccapo per poi rincominciare, […] e ora la smetto perché sono matto e lo sono sempre stato di natura, che è come dire dalla nascita, e mi piacerebbe che tu, Bebè, fossi una bambola, e io farei come un bambino, ti spoglierei, e il foglio finisce qui e pare impossibile che tutto questo sia stato scritto da un essere umano, invece l’ho scritto io.”

Fernando 

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