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La lettera dal fronte di guerra di Giuseppe Gregorio Cortesi alla moglie Diva Sabatini

MILANO –  Giuseppe Gregorio morira’ il 6 Novembre 1917, a 34 anni, a causa di una larga ferita alla coscia per una scheggia vagante, all’indomani della disfatta di Caporetto di cui si avvertono gli echi nelle ultime lettere. Nel giorno stesso della sua morte non manchera’ di scrivere una rassicurante lettera alla moglie, dicendole di stare tranquilla che tutto si stava risolvendo per il meglio, ora che si trovava in Ospedale. Una testimonianza unica in un periodo di grande difficoltà per le forza armate italiane. Scopriamola grazie a al blog Poesie di Triestino Cortesi.

“Carissima Diva,

Ieri sera con l’ultima posta ritrovai fra la tanta corrispondenza dei militari per prima la tua carissimache mi presi subito e mi lessi con tanto piacere. Pero’ rimasi alquanto turbato nel sentire della tuasalute, e questo mi e’ rincresciuto immensamente. Riguardati, curati, prenditi quello che tiabbisogna, ma soprattutto guarda di stare contenta piu’ che poi e bere e mangiare che e’ l’unicodivertimento che ci e’ rimasto. Spero ora come mi hai assicurato che starai meglio ed ancora piu’ diquanto mi hai scritto e fai in modo di curarti e di rifarti per bene, che cosi’ quando avremo laconsolazione di rivederci, ti possa ritrovare sempre bella e sempre piacevole come sei sempre stataal tuo amato Gregorio. Ho inteso riguardo al ritratto del povero Ubaldo e mi e’ rincresciuto molto.Basta che non si sia rotta la cornice il vetro ce lo rifarai rimettere. Mi rincresce anche di quelspecchietto, ma meno male che non ha rotto la sveglia. Hai fatto bene a svezzare quell’Ivone, se noti mangiava viva, ci avevi dato inoltre quel brutto vizio di farti tirare tutta la notte. Godo molto nelsentire che i miei cari bambini godono tutti buona salute e che si mantengono allegri perche’poverini e’ bene che nel suo momento d’innocenza siano inconsci di tutto quanto il mondo si serba.A Marcellone ci ho mandato una cartolina con un ragazzo che sembra proprio il suo ritratto quandosi metteva le fasce. Dille che non ci posso mandare nulla perche’ quassu’ non si trova niente, ma seun giorno o l’altro dovessi andare a Mantova (fosse tardi piu’ che si puole) tempo permettendolo lemandero’ un bel regalino riserbandomi poi di portarle un regalone quando verro’ definitivamente acasa.La Teresita l’hai sempre? Ti fa compagnia? E’ rimasta contenta delle scarpe? Quanto hai pagato disuccessione e per il sasso? E di Augusto, che non ho saputo piu’ nulla? Ed Alfonso e’ sempre inquel tema? Io di salute sto bene, ed ho tralasciato di fare quella cura, visto che mi hanno lasciato quie la riprendero’ quando vedro’ la probabilita’ di dover partire. Speriamo che sia tardi, perche’ crediche qui e’ come sia a casa, se non fosse solo il pensiero di essere lontano da voi! Fatti coraggioDiva, che io me ne faccio piu’ che posso e lottero’ fino alla fine perche’ possa presto o tardiritornare ad abbracciarvi e condividere fino alla tomba la nostra travagliata esistenza. Quantobramerei ammalarmi, ma credi  che ci vuole tanto e non ho avuto la soddisfazione di prendere unainfreddatura. Pacienza, il destino degli uomini e’ scritto e bisogna lasciare sempre che le cosevadano per il suo verso. Ma quello che non ha fatto quel mio Capitano per farmi rimanere? Chegentiluomo, che santo uomo. Ieri Domenica mi porto’ con se’ ad un paese vicino, che v’e’ laferrovia che si chiama Cerea, col calessino, e si ando’ a farsi la barba, a prendere il caffe’ assieme etutti ci guardavano, per meraviglia vedere questo soldatino tutto pulitino con un Capitano il qualenon ha riguardi anche fuori, perche’ quando parla con me ride sempre con quel fare amabile. Tuttele sere vado al paese col suo cavallo ed ogni tanto si va a fare una giratina a piedi a vedere idistaccamenti, giacche’ ne abbiamo due. Per ora non ho altro a dirti perche’ cosa vuoi, novita’ nonne ho, solo ti prego di rispondermi sempre a lungo su tutto quanto ti chiedo, io mi pare che scrivoquasi tutti i giorni e quando riceverai questa spero avrai ricevuto altre mie che ti ho spedite i giorniscorsi. Non dubitare che io ti scrivero’ tutti i giorni o molto o poco. Ti ripeto, stai tranquilla econtenta, curati e fatti tutto quello che ti ci vuole per la tua salute. Salutami Marcellone, l’Ubaldinae Ubaldone baciandomi pure Ivo che l’ho sempre davanti agli occhi.Che carnevale si passa!! Salutami la Luisa e la Maria e la Teresita e la Bruna. Baci a te che seisempre la mia Diva dal tuo per la vitaGregorio Ciao! Ciao!”

 

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