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I Pokemon invadono gli Uffizi. “L’allarme” lanciato dagli addetti al museo

Si tratta di una trovata marketing per incentivare un maggior flusso di visitatori presso il celebre museo fiorentino, appoggiata dal Ministero dei beni e delle attività culturali

MILANO – Dopo le zecche, adesso i Pokemon. Non c’è pace per il museo degli Uffizi di Firenze. Stavolta sono i mostriciattoli del celebre gioco che sta contagiando il mondo intero ad aver occupato corridoi e statue di uno dei maggiori musei del mondo. A lanciare “l’allarme” gli addetti del museo e lo stesso direttore delle Gallerie, Eike Schmidt.

 

POKEMON GO – L’applicazione Pokemon Go consente di cercare Pikachu e compagni in ogni parte del mondo, grazie ad un sistema di geolocalizzazione (GPS) e alla telecamera dello smartphone, che proiettano le immagini dei piccoli mostri all’interno del luogo in cui ci si trova, in una realtà che appare così aumentata.Un gioco che sta viralizzando l’intero globo terrestre e a cui anche il mondo delal cultura sta facendo attenzione. A pochi giorni dal debutto italiano del videogioco Pokemon Go, è stato addirittura il Ministero dei beni e delle attività culturali a postare su Twitter una foto il Pokemon Charmander spuntare di fronte a una delle tante opere pittoriche ospitate nel museo degli Uffizi.

 

GIUSTA STRATEGIA DI MARKETING? – Un fenomeno, questo dei Pokemon in museo, che fa sorridere il direttore delle Gallerie, Eike Schmidt, recentemente alle prese con ben altro tipo di infestazione. “Stavolta volta siamo infestati dai Pokemon e non dalle zecche – ha scherzato -. Un’infestazione puramente virtuale. Meno male…”. Naturalmente, si tratta di una trovata marketing per incentivare un maggior flusso di visitatori presso il celebre museo fiorentino. Siete d’accordo o no con questa nuova strategia dei poli museali italiani?

 

 

 

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