Viaggio nella storia del Profumo, l’insolita mostra da visitare a Venezia

21 Giugno 2025

Il percorso espositivo si sviluppa lungo una scenografica linea del tempo, attraverso la quale i visitatori potranno ammirare oltre cinquecento flaconi, protetti sotto eleganti campane di vetro.

Viaggio nella storia del Profumo, l'insolita mostra da visitare a Venezia

Una mostra sensoriale diversa dalle solite. Fino al 30 novembre 2025 il Museo di Palazzo Mocenigo, sede del Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo, a Venezia, ospita la mostra “Viaggio nella storia del Profumo. Collezione Storp“. L’esposizione, promossa da Mavive Parfums e Zignago Vetro con il sostegno di Givaudan, nasce in collaborazione con il Dipartimento dei Beni Culturali, Archeologia, Storia dell’Arte, del Cinema e della Musica dell’Università degli Studi di Padova.

Il percorso espositivo si sviluppa lungo una scenografica linea del tempo, attraverso la quale i visitatori potranno ammirare oltre cinquecento flaconi, protetti sotto eleganti campane di vetro. Questi oggetti raccontano seimila anni di cultura olfattiva. Accanto ai reperti originali, sette fragranze storiche sono state fedelmente ricreate dalla casa essenziera Givaudan, partendo dalle formule originali.

Viaggio nella storia del Profumo: 6 millenni di essenze tra Oriente ed Occidente

La mostra allestita al Museo Mocenigo è dedicata proprio ai flaconi di profumo e attinge alla collezione della famiglia Storp, dinastia di profumieri tedesca, fondatrice nel 1911 a Monaco di Baviera della Drom fragrances, che ha raccolto con competenza e passione per generazioni una collezione rara e importantissima di flaconi e contenitori per profumi che oggi conta oltre tremila pezzi e sei millenni di storia.

In mostra teche di vetro rivelano 500 pezzi fra piccoli vasi provenienti dall’Egitto del IV millennio a. C , flaconi del Rococò francese, fiaschette in oro del Medio Oriente settecentesco, smalti dell’Ottocento russo, passando per le famose porcellane di Meissen e Wegwood.

C’è Le Roi Soleil che Salvador Dalì firmò per l’amica Elsa Schiaparelli fino alle icone del presente come il flacone a forma di torso maschile di Jean Paul Gautier. La mostra racconta poi molti aneddoti del mondo del profumo, recuperando storie olfattive e botaniche nate a Venezia come quella della Rosa Moceniga, varietà che Josephine Bonaparte fece conoscere a Lucietta Mocenigo, moglie del conte Alvise che da oltre duecento anni fiorisce a Villa Mocenigo ad Alvisopoli.

Trattandosi del mondo della laguna, sono anche coinvolte le vetrerie di Murano , collegate a loro volta a Fulvio Bianconi, artista e graphic designer e a Venini. C’è spazio anche per Gabriele D’Annunzio che scelse, fresco reduce dei successi istriani, i nomi dei flaconi della collezione di Barovier, i cosiddetti profumi del Carnaro.

La Collezione Storp

L’imponente collezione attuale, nota come Collezione Storp, risale al 1911, anno della fondazione dell’ azienda Drom. Nel corso del tempo, Bruno Storp e sua moglie Dora, entrambi appassionati di flaconi di profumo, crearono una delle collezioni più belle e significative mai viste, che abbraccia tutte le epoche, dall’antichità ai giorni nostri.

Nel 1921, Dora Storp riuscì ad accumulare una vasta gamma di flaconi di profumo. Nel 1967, Ursula Storp rilevò la collezione e dedicò la sua vita alla sua manutenzione e valorizzazione. La collezione oggi comprende oltre 3.000 pezzi rari, alcuni dei quali risalenti a quasi 6.000 anni fa. I pezzi esposti sono una testimonianza eccezionale della raffinata arte della profumeria nel corso dei secoli.

Una straordinaria avventura di sensi ed emozioni

La rassegna, attraverso una panoramica dei più significativi flaconi dal punto di vista sia estetico che storico, permette di affrontare e approfondire tematiche diverse: dalla creatività che nei secoli si è sbizzarrita per in individuare in modo suggestivo l’unicità dell’accessorio imprescindibile, ovvero il profumo, fino all’uso di materiali preziosi e inediti per imprimere un segno di originalità al contenitore.

Ma c’è spazio anche per indagare l’uso delle essenze e la loro identificazione tra le merci più preziose presenti nelle rotte mediterranee, prima, e oceaniche, poi. Si continua poi con un’ accurata indagine storico-culturale delle molteplici suggestioni che partono dal mondo del profumo che ha sempre tradotto i gusti estetici di ogni epoca, facendo emergere la creatività italiana.

Il file rouge che collega tutto l’allestimento è un messaggio specifico “il profumo può svanire, ma il flacone ne conserva la memoria”. E ciò è evidente nelle diverse forme, nella molteplicità dei materiali e nei segni del tempo attraverso cui si leggono 6.000 anni di creatività.

La mostra quindi non solo è un’incredibile avventura sensoriale ed emozionale, ma spiega anche i motivi del successo nel business mondiale del bello made in Italy.

photo Riccardo Tarantino – Veneta Video

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