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“Vetro e opera lirica. Soffi d’arte”, una mostra da non perdere al Castello Sforzesco di Milano

"Vetro e opera lirica. Soffi d'arte" è un'interessante mostra collettiva che mette in comunicazione venti artisti del vetro con il mondo dell'opera lirica, il tutto nella splendida cornice del Castello Sforzesco di Milano.

Nelle sale del Castello Sforzesco è ospitata una mostra a dir poco fuori dal comune, dal titolo “Vetro e opera lirica. Soffi d’arte”. Inaugurata lo scorso dicembre e visitabile fino al 30 aprile 2023, questa collettiva crea un fil rouge fra l’arte del vetro e l’opera lirica.

“Vetro e opera lirica. Soffi d’arte”, due mondi in contatto

Il Castello Sforzesco, nell’Anno Internazionale del Vetro promosso dalle Nazioni Unite per il 2022, promuove “Vetro e opera lirica. Soffi d’arte”, una mostra collettiva di venti artisti contemporanei invitati a realizzare un’opera in vetro ispirata al mondo della lirica. L’esposizione  diventa quindi un omaggio all’opera lirica e unisce due arti che hanno reso celebre l’Italia nel mondo, l’arte del vetro e la lirica, accomunate non soltanto dal soffio che le genera, ma anche dalla capacità di raccontare storie, caratteri, personaggi, e di emozionare coinvolgendo lo spettatore.

La mostra, curata da Fiorella Mattio e Sandro Pezzoli,  è allestita nel Museo degli Strumenti Musicali e, oltre a essere un’occasione per esplorare diversi linguaggi dell’arte contemporanea, è anche un viaggio nella musica, tra arie celebri e opere meno note al grande pubblico.

Gli artisti e la location

Attraverso il Museo degli Strumenti Musicali e la Sala della Balla, “Vetro e opera lirica. Soffi d’arte” conduce fino alla Sala Castellana, dove è possibile visitare la collezione Bellini Pezzoli di vetri contemporanei recentemente donata al Castello. Qui sono allestite in permanenza le opere di alcuni degli artisti presenti in mostra, come Joan Crous, Silvia Levenson, Aristide Najean, Laura Panno, Lucio Perna, Matteo Seguso, Marina e Susanna Sent, Lino Tagliapietra, Camillo Triulzi, Violetta Uboldi, ed è esposta l’opera di Fulvio Bianconi (Gli amanti, 1986) che ha ispirato l’allestimento della mostra Vetro e Opera Lirica al Castello Sforzesco.

Ecco un elenco degli altri artisti in mostra: Montserrat Durán Muntadas, Gala Carlota Fernández Montero, Pasquale Gadaleta, Maria Christina Hamel, Silvia Listorti, Maria Grazia Rosin, Natalia Saurin, Giovanni Soccol, Yolanda Tabanera, Andrea Zepponi.

Il Castello Sforzesco

Per secoli i Milanesi hanno considerato il Castello emblema di tirannide e dominio straniero. Più volte, in una lunga storia, i cittadini hanno tentato di attaccare e demolire l’odiato edificio. Solamente con l’Unità d’Italia, trasformandosi in un centro di cultura, il Castello è diventato caro ai Milanesi e simbolo della città.

Galeazzo II Visconti, divenuto Signore della zona occidentale di Milano, costruisce, tra il 1360 e il 1370, una rocca a cavallo della cinta medievale, inglobando la pusterla di Porta Giovia o Zobia. Il successore Gian Galeazzo aggiunge alla costruzione, nel 1392, edifici per gli alloggiamenti delle truppe stipendiate. Le due parti della struttura sono separate dal fossato della cinta medievale, il cosiddetto fossato morto, e verranno collegate solo successivamente da Filippo Maria, l’ultimo dei Visconti.

È proprio in questo periodo che il Castello, il più grande tra quelli edificati dai Visconti, di pianta quadrata di circa 180 metri di lato, munito di quattro torri anch’esse quadrate e di un ampio recinto, diventa residenza; i campi incolti sul lato nord-ovest si trasformano in un “zardinum” o “barcho”.

Nel 1447, alla morte di Filippo Maria, i Milanesi proclamano la Repubblica Ambrosiana e la dimora di Porta Giovia, emblema del potere signorile, è in parte danneggiata.

Il capitano di ventura di origine romagnola, Francesco Sforza, uomo di grandi capacità militari e di notevole abilità politica, già difensore di Milano al soldo di Filippo Maria Visconti, assedia la città a sua volta riuscendo, infine, a farsi accogliere dai Milanesi come liberatore. Il 25 marzo 1450 lo Sforza e la consorte Bianca Maria Visconti sono acclamati dal popolo come Signori di Milano.

Preso il potere, egli si preoccupa immediatamente di rinnovare il Castello visconteo. Conoscendo l’odio dei Milanesi per l’antico edificio, Francesco Sforza giustifica la ricostruzione con il desiderio di abbellire la città e di garantire la sua difesa contro i nemici esterni.

credits: Castello Sforzesco di Milano

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