Dopo il Twitter del 4 gennaio in cui Trump dichiarava “Se l’Iran colpisce qualche americano o dei beni americani, abbiamo preso di mira 52 siti iraniani”, l’UNESCO era intervenuto tempestivamente, ribadendo gli accordi di tutela dei siti archeologici iraniani in quanto parte del patrimonio storico-artistico mondiale. All’appello lanciato dall’UNESCO si sono unite le voci di artisti e intellettuali in tutto il mondo, fra cui l’architetto iraniano Mohammad Assan Forouzanfar.
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Sul profilo Instagram dell’architetto sono infatti comparse ieri 10 foto che ritraggono 10 importanti monumenti iraniani sui quali sventola una simbolica bandiera bianca. Bandiere bianche sui più importanti siti culturali iraniani, come piazza Naqsh-e Jahan, le ziggurat di Choqa zanbil, la tomba del poeta Hafez, le rovine di Pasargade, i rilievi rupestri di Taq-e Bostan. Si tratta di un fotomontaggio, ma il messaggio è chiaro. Non si possono toccare i simboli culturali della nazione, non può una guerra distruggere un patrimonio millenario che, in quanto tale, appartiene all’umanità intera.
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«L’Iran – ha scritto Forouzanfar nel post con cui ha pubblicato il progetto sul suo profilo – ha una cultura liquida, che ha visto passare l’esercito romano, i mongoli, i persiani, religioni e diverse culture. Tutti coloro che sono passati di qui hanno lasciato un segno: i siti possono essere distrutti con cannoni e carri armati, ma la cultura non può essere distrutta, perché essere iraniani è nella nostra memoria collettiva, nella nostra lingua e letteratura, nel nostro modo di pensare, nella nostra visione e nel nostro atteggiamento, nel nostro modo di essere felici e nel nostro modo di piangere».