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“Sulla spiaggia” di Édouard Manet, un sogno di evasione estiva

In attesa delle vacanze estive, perdiamoci un po’ nella poesia sprigionata dal dipinto di Édouard Manet intitolato “Sulla Spiaggia”, opera realizzata nell'estate 1873 e conservata presso il Musée d’Orsay di Parigi.

Vorremmo essere sulla spiaggia, come Édouard Manet, adesso che le giornate si sono finalmente allungate e il caldo comincia a farci detestare i luoghi chiusi in cui siamo costretti a passare la nostra routine giornaliera.

Forse presto i nostri piedi calcheranno le spiagge più belle d’Italia ma, nell’attesa, perdiamoci un po’ nella poesia sprigionata dal dipinto di Édouard Manet intitolato “Sulla Spiaggia”, opera realizzata nell’estate 1873 e che è possibile oggi ammirare presso il Musée d’Orsay di Parigi.

“Sulla spiaggia” di Édouard Manet

Analisi dell’opera

Una donna siede sulla spiaggia, posizionata sul lato sinistro del quadro. È intenta a leggere. Indossa un vestito largo di colore ocra e un cappello ornato da un nastro nero legato dietro la nuca. Un velo le copre il viso e scende dietro le spalle. Accanto a lei, a sinistra ma un po’ più avanti, è seduto un uomo che guarda verso il mare. Indossa un completo grigio scuro e un basco nero, e ha una barba folta e scura. La spiaggia si estende davanti a loro, sfumando gradualmente verso le onde che si infrangono sulla sabbia. Nel mare, diverse barche scivolano sull’acqua, spinte dal vento che riempie le loro vele, stagliandosi contro un cielo limpido.

Ci troviamo sulla spiaggia di Berck-sur-Mer, la donna raffigurata nel quadro, intenta a sfogliare un libro, è la moglie di Edouard Manet, mentre l’uomo meditabondo è Eugene, fratello del pittore.

“Sulla spiaggia” di Édouard Manet fu dipinta nell’estate del 1873 durante il soggiorno di tre settimane nella località costiera suddetta, ed è curioso cosa dà la certezza a noi che il dipinto è stato tratto dal vero: dei granelli di sabbia, sì, proprio dei granelli di sabbia imprigionati nella tela sono la chiara testimonianza del fatto che il pittore ha dipinto l’opera mentre si trovava, anche lui, con i piedi sulla spiaggia.

La voglia di evadere dalla realtà quotidiana

Entrambe le figure rappresentate sembrano appartenere ad un’altra dimensione, o meglio, fisicamente sono proprio là, sulla spiaggia, ma mentalmente sono altrove.

La donna usa come mezzo d’evasione le pagine di un libro, e mentre la brezza marina agita le onde in lontananza e fa vibrare il suo vestito lei è persa in chissà quale mondo.

L’uomo invece fissa l’orizzonte perdendosi lontano da sé, ovvero dentro di sé.

Tutti noi, proprio come i protagonisti di quest’opera d’arte, vogliamo ritrovarci sulla spiaggia anche per questo, per evadere dalla routine quotidiana e riconciliarci con la natura per ritrovare la quiete e il giusto riposo.

Édouard Manet

Édouard Manet, nato il 23 gennaio 1832 a Parigi, è considerato uno dei pionieri dell’arte moderna e un precursore dell’Impressionismo. Cresciuto in una famiglia benestante, inizialmente studiò per diventare marinaio, ma il suo amore per l’arte lo portò a intraprendere la carriera artistica. Frequentò l’atelier del pittore Thomas Couture e iniziò a sviluppare uno stile unico, caratterizzato da una pennellata decisa e una forte attenzione ai contrasti di luce e ombra.

Manet è noto per aver infranto le convenzioni artistiche del suo tempo, sfidando le regole accademiche della pittura. Tra le sue opere più celebri si annoverano “Colazione sull’erba” (1863), che suscitò scandalo per la rappresentazione di una donna nuda accanto a due uomini vestiti, e “Olympia” (1863), che presentava una figura femminile nuda in un contesto moderno, sfidando le rappresentazioni idealizzate del nudo femminile.

Nonostante le critiche iniziali, Manet continuò a sperimentare e a esplorare nuove tecniche e soggetti, contribuendo a gettare le basi per il movimento impressionista, anche se non si considerava parte del gruppo. Le sue opere, come “Il bar delle Folies-Bergère” (1882), rivelano una profonda osservazione della vita urbana e della società parigina.

Manet morì a Parigi il 30 aprile 1883, lasciando un’eredità duratura nell’arte moderna e influenzando profondamente generazioni successive di artisti. La sua capacità di catturare la vita contemporanea e di sfidare le convenzioni artistiche del suo tempo lo consacra come uno dei grandi maestri della pittura.

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