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Si è spento Gillo Dorfles, famoso critico d’arte

Si è spento nella sua casa a Milano Gillo Dorfles, famoso critico d'arte, pittore e filosofo: aveva 107 anni
MILANO – Si è spento nella sua abitazione a Milano Gillo Dorfles, una delle persone più influenti della cultura dello scorso secolo. La notizia è arrivata dal nipote che ha riferito che le condizioni fisiche erano peggiorate negli ultimi giorni. Una delle sua frasi più celebri è “Io non auspico un abbandono dell’armonia perché ritengo chiusa la grande avventura del pensiero artistico rinascimentale, ma postulo una miglior comprensione da parte dell’Umanità occidentale di molte forme d’arte odierna che sono accettabili a chi le osservi con un’ottica diversa”.

Gillo Dorfles

Nato a Trieste il 12 aprile 1910 Gillo Dorfles è un critico d’arte, pittore e filosofo che con la sua opera ha arricchito considerevolmente il panorama culturale italiano e internazionale attraversando tutto il secolo breve e i suoi numerosi stimoli artistici. Di padre goriziano e madre genovese, è laureato in medicina, con specializzazione in psichiatria. È stato professore di estetica presso le Università di Trieste e di Milano, e nel 1948 tra i fondatori del Movimento per l’arte concreta (MAC) insieme ad Atanasio Soldati, Galliano Mazzon, Gianni Monnet, Bruno Munari. Il MAC sostiene un astrattismo ‘concreto’ e geometrico, svincolato da qualsiasi tensione imitativa e lontano da ogni finalità lirica. Nel 1956 Dorfles ha dato il suo contributo alla realizzazione dell’ADI (Associazione per il disegno industriale). Numerosissime le mostre a cui ha preso parte, in Italia e all’estero.

Produzione artistica

Instancabile scrittore e saggista, Gillo Dorfles è autore di oltre 30 volumi: nella sue  indagini critiche sull’arte contemporanea si è spesso soffermato ad analizzare l’aspetto socio-antropologico dei fenomeni estetici e culturali, facendo ricorso anche agli strumenti della linguistica. Da una delle pubblicazioni, “Arte e comunicazione”, relativamente più recenti, si legge: “Anche se è azzardato voler assimilare le articolazioni morfologiche delle diverse arti a un unico denominatore comune (è futile assimilare in architettura i mattoni con i fonemi, o le pareti con i sintagmi…) tuttavia uno studio della sintassi e della morfologia di musica, poesia, cinema, architettura è senz’altro plausibile e certamente utile per una conoscenza più approfondita delle caratteristiche espressive e comunicative di ogni linguaggio artistico”. Il suo stile è semplice e immediato: sostiene che l’uso di parole troppo arzigogolate sia sintomo di mancanza di chiarezza e di idee. Non ama parlare della poetica sottesa alle proprie opere d’arte, che, per la continuità di un linguaggio che rimane fedele a se stesso, dimostrano l’influenza dei suoi studi nel campo della psichiatria e dell’antroposofia di Rudolf Steiner. La sua pittura, che trae origine da un segno fluttuante su un campo cromatico privo di profondità, testimonia una necessità interiore dell’autore e manifesta un carattere ludico e piuttosto dissacratorio.
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