Perché quella dedicata a Fantozzi è una mostra “pazzesca” da non perdere

8 Novembre 2025

Si tratta di un progetto espositivo, unico ed originale, che ricostruisce tutte le tappe del ragionier Ugo Fantozzi, da molti ritenuto l’ultima maschera della commedia italiana.

Perché quella dedicata a Fantozzi è una mostra pazzesca da non perdere

E’ il ragioniere più presente nel nostro immaginario collettivo e a lui è dedicata, curata da EARTH Foundation, presso gli spazi espositivi di Grand Tour Italia a Bologna, una mostra dal titolo “Fantozzi!!! Una mostra pazzesca“. Con la curatela di Luca Bochicchio, docente di Storia dell’arte contemporanea dell’Università di Verona, e Guido Andrea Pautasso, studioso delle avanguardie artistiche e culturali del ‘900, la mostra è aperta al pubblico gratuitamente fino a domenica 29 marzo 2026.

Il ragionier Ugo Fantozzi, l’ultima maschera della commedia italiana

Si tratta di un progetto espositivo, unico ed originale, che ricostruisce tutte le tappe del ragionier Ugo Fantozzi, da molti ritenuto l’ultima maschera della commedia italiana, dopo il geniale Totò. E’ un antieroe-Pop il ragionier Fantozzi, nato dalla fantasia di Paolo Villaggio che prese il nome da un suo collega impiegato, anche se l’ispirazione per il personaggio proveniva da esperienze e frustrazioni personali legate al mondo del lavoro d’uffici: l’attore genovese aveva infatti lavorato per alcuni anni alla Cosider.

Il personaggio debuttò nel 1968 con la trasmissione televisiva “Quelli della domenica”, seguito da una serie di racconti su L’Europeo e dalla pubblicazione dell’omonimo libro pubblicato nel 1971 per poi arrivare al successo cinematografico nel 1975 con il film diretto da Luciano Salce e con altri ben 11 film, tutti di enorme successo.

Perché è una mostra “pazzesca” da non perdere

“Fantozzi!!! Una mostra pazzesca” ricostruisce dagli esordi il cammino e il successo di Fantozzi attraverso documenti e immagini originali, con un percorso che presenta i libri e più di un centinaio di locandine e manifesti cinematografici d’epoca, fotobuste, riviste e vari e originali memorabilia, dalle brochure alle fotografie, dai fumetti ai dischi fino alle audiocassette, provenienti dalla collezione personale di Guido Andrea Pautasso.

All’interno dell’esposizione, non poteva mancare la proiezione del film “La corazzata Potëmkin” del maestro russo Sergej M. Ėjzenštejn (1925), pellicola da cui ha avuto origine una delle più famose e citate battute del Ragioniere.

La mostra inoltre prevede un programma di eventi collaterali pensati per approfondire l’impatto culturale e sociale del personaggio. Sono previsti incontri serali con personalità del mondo della cultura, presentazioni di saggi dedicati a Fantozzi e attività didattiche rivolte alle scuole di ogni ordine e grado.

Il volume che accompagna la mostra

A completare l’iniziativa è anche la pubblicazione del volume “Fantozzi!!! Un mito italiano”, edito da Edizioni E.ART.H. Il libro raccoglie saggi tematici dei curatori e di altri studiosi, tra cui Alessio Lasta, Marco Senaldi, Irene Stucchi e Sara Tongiani, e costituisce un supporto critico e documentale al percorso espositivo.

La pubblicazione affronta il tema della figura di Fantozzi come maschera della commedia italiana e analizza il suo ruolo nella cultura popolare e cinematografica del Novecento. A cominciare dal lessico utilizzato: fantozziano è un aggettivo che fa ormai parte del dizionario della lingua italiana a delineare una persona impacciata e servile con i propri superiori, ma anche una situazione penosa e ridicola.

Poi ci sono dei modi di dire passati nel nostro immaginario collettivo, come pazzesco che dà il titolo alla mostra e “ megadirettore”, “ boiata pazzesca” o “vadi”: il linguaggio usato dal ragioniere è volutamente iperbolico e storpiato, come è goffo e improvvisato il suo modo di vestire: dai mutandoni con spilla da balia ai completi consunti e un po’ logori con cui si reca in ufficio a lavorare o alle improvvisate divise con cui si appresta a sciare o a giocare a tennis.

La mostra racconta come, proprio attraverso il sapiente intreccio di un registro tragico e comico, Fantozzi sia diventato non solo lo specchio di un ‘epoca, ma un simbolo universale, nella quale noi tutti in parte ci ritroviamo.

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