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Palazzo Strozzi, due mostre da non perdere durante il ponte di Ognissanti

Sono diversi sul territorio nazionale i musei e i parchi archeologici che resteranno aperti durante il ponte di Ognissanti. Scopriamo due mostre attualmente in programma a Palazzo Strozzi a Firenze, uno dei più noti palazzi rinascimentali italiani.

Il lungo ponte di Ognissanti è un’occasione unica per dedicarsi alla passione per l’arte e visitare alcune delle mostre in programma sul territorio nazionale. Inoltre, il lungo fine settimana coincide anche con l’iniziativa Domenica al museo, l’iniziativa del Ministero della Cultura che consente l’ingresso gratuito, ogni prima domenica del mese, nei musei e nei parchi archeologici statali, con accesso su prenotazione dove previsto. Nello specifico, il 3-4 novembre i musei e i parchi archeologici statali saranno ad accesso libero.

Le mostre in programma a Palazzo Strozzi per il ponte di Ognissanti

Sono diversi sul territorio nazionale i musei e i parchi archeologici che resteranno aperti durante il ponte di Ognissanti. In particolare, vi segnaliamo due mostre attualmente in programma a Palazzo Strozzi a Firenze, uno dei più noti palazzi rinascimentali italiani.

Helen Frankenhaler. Dipingere senza regole

Helen Frankenhaler. Dipingere senza regole” è  la più grande mostra mai realizzata in Italia che vede le sue opere in dialogo con artisti a lei contemporanei come Jackson Pollock, Mark Rothko, Robert Motherwell, Anne Truitt.

Organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi e dalla Helen Frankenthaler Foundation e curata da Douglas Dreishpoon, Direttore dell’Helen Frankenthaler Catalogue Raisonné, l’esposizione mira a esaltare la pratica innovativa di questa artista anche attraverso il filtro delle affinità, delle influenze e amicizie che hanno segnato la sua vita personale e creativa.

Attraverso grandi tele e sculture di Frankenthaler e numerose opere di altri artisti, il progetto si pone come una delle più importanti rassegne mai dedicate all’artista in Europa e la più completa rassegna del suo lavoro finora realizzata in Italia, con prestiti – oltre che dalla Helen Frankenthaler Foundation di New York – da celebri musei e collezioni internazionali quali il Metropolitan Museum of Art di New York, la Tate Modern di Londra, il Buffalo AKG Art Museum, la National Gallery of Art di Washington, la ASOM Collection e la Collezione Levett.

Con la sua innovativa tecnica soak-stain (imbibizione a macchia), Frankenthaler ha segnato in modo indelebile l’evoluzione della pittura moderna, nel segno di un nuovo rapporto tra colore, spazio e forma. La tecnica prevedeva infatti l’applicazione di vernice diluita distesa orizzontalmente su tele non trattate, creando effetti simili a quelli dell’acquerello, ma su larga scala e con colori a olio.

Frankenthaler applicava la vernice con pennelli o spugne, o direttamente da secchi, lasciando che si espandesse e si mescolasse in modo naturale, creando interazioni cromatiche uniche, segnate da transizioni sfumate e sovrapposizioni traslucide.

«Siamo entusiasti di presentare l’opera di Helen Frankenthaler in una grande mostra senza precedenti in Italia, permettendo al pubblico di scoprire un’artista fondamentale del XX secolo», afferma Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi. «Con la sua ricerca innovativa, Frankenthaler si è distinta come figura pionieristica nel campo della pittura astratta, ampliandone le potenzialità in un modo che continua a ispirare ancora oggi nuove generazioni di artisti».

“Helen Frankenthaler. Dipingere senza regole” è organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi e dalla Helen Frankenthaler Foundation. Sostenitori pubblici: Comune di Firenze, Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Camera di Commercio di Firenze. Sostenitori privati: Fondazione CR Firenze, Intesa Sanpaolo, Fondazione Hillary Merkus Recordati, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi. Si ringrazia: Maria Manetti Shrem, Gagosian.

Shy Society

Fino al 26 gennaio 2025, nell’ambito del programma Palazzo Strozzi Future Art, in collaborazione con la Fondazione Hillary Merkus Recordati, la Fondazione Palazzo Strozzi presenta Shy Society, una spettacolare installazione site-specific nel cortile rinascimentale realizzata dal duo olandese DRIFT, celebre per opere e progetti performativi che uniscono arte e tecnologia. Shy Society trascende i confini tra installazione, scultura e musica, trasformando il cortile di Palazzo Strozzi in un palcoscenico immersivo per una performance che unisce espressione artistica, natura e scienza.

L’opera è composta da sette grandi elementi inseriti nello spazio aperto del cortile, che si muovono lentamente e sinuosamente, aprendosi e chiudendosi in una coreografia originale che segue una suggestiva colonna sonora, un brano sinfonico del compositore contemporaneo statunitense RZA. In un’atmosfera di contemplazione e di forte coinvolgimento sensoriale, ogni parte dell’installazione ci appare come un fiore che si dispiega e si ritrae continuamente grazie a un software progettato per imitare i movimenti imprevedibili e naturali dei fiori reali, offrendo così una riflessione sull’interrelazione tra natura e artificio, controllo e meraviglia.

Shy Society trae ispirazione dall’affascinante fenomeno naturale noto come “nictinastia” per cui alcune specie di piante e fiori si chiudono durante la notte e si riaprono all’alba per autodifesa e per conservare le proprie risorse. Questo fenomeno ci induce non solo a riflettere sul concetto di bellezza, tra natura e artificio, ma anche sull’idea di adattamento all’ambiente da parte di tutte le forme di vita. Così come i fiori si aprono e chiudono in risposta ai cicli naturali, anche noi esseri umani siamo chiamati a trasformarci e adattarci alle sfide presentate dal nostro ambiente.

L’installazione di DRIFT diviene quindi un’opportunità per riflettere sul concetto di metamorfosi come parte integrante della vita e su come lo spirito di adattamento sia essenziale alla nostra sopravvivenza. L’opera vede i fiori aprirsi e richiudersi a ritmi diversi creando una coreografia davanti alla quale entriamo in connessione con la natura e le altre persone, in una sorta di comunità. Il continuo movimento dei fiori si intreccia con una colonna sonora che si apre su delicati suoni di arpa, seguiti da pause. Natura, tecnologia e umanità si uniscono in una sincronizzazione che avvolge i sensi.

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