Il genio di Pablo Picasso è al centro della mostra aperta al pubblico fino al 2 febbraio 2025 dal titolo Picasso lo straniero, un’esposizione allestita presso il Palazzo Reale di Milano che illumina questo periodo cruciale della vita dell’artista, portando alla luce aspetti inediti del suo esordio a Parigi e dell’impatto che la sua condizione di “straniero” ebbe sulla sua opera.
Attraverso più di 90 opere tra dipinti, disegni, lettere, fotografie e documenti storici, l’esposizione non solo celebra il talento immenso di Picasso, ma rivela anche una dimensione più personale e politica, esplorando come egli si sia confrontato con questioni che rimangono oggi di scottante attualità: l’immigrazione, l’emarginazione e la lotta per l’integrazione.
Picasso lo straniero
La mostra
La mostra, curata da Annie Cohen-Solal, autrice e storica specializzata nella vita di Picasso, con la collaborazione speciale di Cécile Debray, presidente del Musée national Picasso di Parigi, propone un’interpretazione inedita e multidisciplinare della vita e del lavoro dell’artista. L’esposizione comprende oltre 90 opere tra dipinti, disegni, incisioni e sculture, molte delle quali provengono da collezioni private e raramente sono state esposte al pubblico. Oltre alle opere, sono presentati documenti storici, lettere personali, fotografie e filmati d’epoca che ricostruiscono i primi anni di Picasso a Parigi e il contesto politico e sociale che lo circondava.
Uno degli elementi più affascinanti della mostra è la ricostruzione della sorveglianza poliziesca a cui Picasso fu sottoposto come immigrato spagnolo. Grazie a una ricerca negli archivi della polizia francese, vengono esposti documenti inediti che rivelano come le autorità lo tenessero sotto controllo, segnalando la sua condizione di sospetto a causa delle sue origini e del clima di tensione politica dell’epoca. Questa dimensione politica e sociale getta nuova luce sulla formazione di Picasso come artista, evidenziando come la sua condizione di straniero influenzasse non solo il suo lavoro, ma anche la sua identità.
Attraverso una ricca selezione di opere, il percorso espositivo si sviluppa in una narrazione che va dal *Periodo Blu*, caratterizzato dalla malinconia e dall’alienazione, al *Periodo Rosa* e poi al Cubismo, offrendo una panoramica del suo evolversi come artista e come individuo alle prese con una città che lo vedeva come un outsider. L’obiettivo della mostra è far comprendere come l’esperienza della marginalità e del vivere da straniero abbia plasmato il genio artistico di Picasso, portandolo a sviluppare una visione profondamente empatica e universale dell’essere umano.
Inoltre, la mostra è arricchita da una serie di eventi collaterali, tra cui conferenze, workshop e visite guidate che esplorano ulteriormente le tematiche di immigrazione, integrazione e cultura, mettendo in dialogo l’arte di Picasso con le problematiche sociali contemporanee. Grazie a queste attività, *Picasso lo straniero* diventa non solo una celebrazione del suo genio, ma anche un’occasione per riflettere sulle sfide e le opportunità che l’incontro con l’altro comporta.
In collaborazione con Marsilio Arte e diverse istituzioni internazionali, come il Musée Magnelli di Vallauris e il Palais de la Porte Dorée, l’esposizione rappresenta un evento culturale di grande respiro, che si inserisce nel ricco panorama di iniziative per il 50° anniversario della morte dell’artista, offrendo una prospettiva nuova e profondamente umana sul genio spagnolo.
Il genio di Pablo Picasso
Su Pablo Picasso è stato detto e scritto di tutto. Nessun altro artista del XX secolo ha suscitato altrettanta curiosità, dibattiti e controversie. Pittore, scultore, incisore, ceramista: il genio poliedrico di Picasso ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte, rivoluzionando il modo in cui il mondo percepisce la creatività e la modernità.
Ogni fase della sua carriera è stata scandagliata e analizzata, dalle innovazioni del Cubismo alle intense rappresentazioni della sofferenza umana durante la guerra, fino all’uso irriverente del colore e delle forme nel periodo più maturo.
Eppure, c’è un capitolo della sua vita che rimane meno esplorato, e che merita particolare attenzione per comprendere appieno la dimensione umana e artistica del maestro: gli ostacoli che il giovane Picasso dovette affrontare quando, nel 1900, arrivò per la prima volta a Parigi, senza parlare una parola di francese.
A soli 19 anni, Picasso decise di lasciare la Spagna e approdare nella capitale dell’arte e della cultura, in cerca di ispirazione e di un futuro migliore. Ma Parigi non si rivelò subito accogliente per lui. In un ambiente dove gli artisti stranieri spesso venivano visti con sospetto, Picasso si trovò a lottare contro la povertà, l’isolamento e i pregiudizi.
La sua condizione di immigrato senza risorse e la sua incapacità di comunicare in francese divennero sfide quotidiane, che influenzarono non solo la sua vita personale, ma anche la sua arte, costringendolo a trovare nuove strade espressive per dar voce al suo disagio e alla sua alienazione.