Esistono opere d’arte capaci di trasportare il sacro nel cuore pulsante della vita quotidiana, annullando le distanze tra il mito religioso e la realtà dei posteri. “Il Censimento di Betlemme”, dipinto da Pieter Bruegel il Vecchio nel 1566, è forse l’opera che più di ogni altra ha plasmato l’immaginario collettivo del Natale nell’Europa del Nord.
In questa tavola magistrale, il mistero della Natività non abita in templi marmorei, ma si nasconde tra i vicoli ghiacciati di un villaggio fiammingo del XVI secolo. Analizziamo l’opera d’arte e indaghiamone il significato.
“Il Censimento di Betlemme” di Pieter Bruegel il Vecchio (1566)
“Il Censimento di Betlemme” di Pieter Bruegel il Vecchio (1566) custodito ai Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles, inserisce un episodio biblico nell’ambiente di vita rurale, e precisamente in una piazza di paese in un pomeriggio d’inverno.
Maria, incinta di Gesù, siede sull’asino, mentre Giuseppe la precede dirigendosi verso l’osteria dove sostano gli esattori delle tasse e i funzionari del censimento. I personaggi biblici si mescolano agli abitanti del villaggio, intenti nelle loro attività quotidiane. I bambini pattinano sul ghiaccio e giocano con le trottole e con uno sgabello trasformato in slitta; alcuni uomini macellano un maiale (consueta attività di fine anno), altri spalano la neve, altri ancora trasportano pesanti carichi, alcuni barrocciai hanno fermato i loro carretti, mentre i falò in lontananza sono accesi per scaldare e arrostire i cereali.
Un albero cavo, con un cigno dipinto sull’insegna, funge da osteria all’aperto. Il paesaggio è invernale: neve sui tetti, alberi spogli, persone infreddolite. Bruegel utilizza una veduta dall’alto, tipica dei suoi paesaggi, per mostrare la folla brulicante e in questo modo la scena non ha un centro evidente, a simboleggiare la confusione e la vita caotica del mondo umano.
Tuttavia, la luce e la direzione dei movimenti guidano l’occhio discretamente verso la Sacra Famiglia. Non siamo però nella Palestina antica ma e case e i nelle Fiandre del Cinquecento: ce lo rivelano i vestiti e le case La scelta anacronistica del pittore fiammingo sottolinea, trasformando la scena religiosa in una vivace rappresentazione della vita quotidiana, come l’evento sacro sia una ricorrenza propria di ogni tempo.
Natale: un grande evento sacro nel quotidiano delle gente comune
Il quadro unisce sacro e quotidiano, mostrando l’umanità comune come protagonista e motore della storia. Il censimento, simbolo del potere politico e della burocrazia, fa da sfondo silenzioso alla nascita di Cristo, evento destinato a cambiare il mondo ma che avviene nella semplicità e quasi nell’indifferenza generale.
L’immagine che ci viene offerta del Natale è inedita con la gente indaffarata, Giuseppe e Maria assimilati a due persone comuni senza aureola: una coppia come tante arrivata a Betlemme per il censimento, un editto imperiale che ordinò la registrazione di tutta la popolazione e storicamente si inquadra nelle ampie operazioni amministrative e fiscali volute da Augusto. “Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio” (Lc 2,6-7).
Quella nascita fu umilissima: un bambino che nasce in una stalla con tutti i rischi più gravi di sopravvivenza: così come capita spesso oggi a chi nasce nel Terzo Mondo nelle zone martoriate dalla guerra. Il natale di Gesù – ci dice Bruegel – è stato un episodio umile e modesto, testimonianza di umiltà e di fragilità: un bambino in fasce che giace nella mangiatoia. Non solo, inserendo perfettamente l’episodio nella vita laboriosa di un villaggio fiammingo, l’artista fiammingo commenta la società del suo tempo con i suoi obblighi, il censimento, che per esattori e burocrati è occasione di corruzione e per la gente comune, invece, strumento di oppressione.
Una visione dalla parte del popolo quindi come spesso succede in Bruegel. Ma l’artista va oltre e ci invita a vedere il sacro nel profano e a riflettere sulla vita di tutti i giorni, dove anche i grandi eventi storici e religiosi si svolgono tra le fatiche e le gioie della gente comune. Ed è proprio questa l’attualità del messaggio del dipinto di Bruegel: il Natale evento umile e autentico.
