Nel cuore del rione Sanità di Napoli, sorge la casa che diede i natali a Totò e che oggi versa in condizioni disastrose. Situata in via Santa Maria Antesaecula, la casa di Totò è una meta di pellegrinaggio per turisti e amanti del teatro. Eppure, quello che – a ragione – dovrebbe essere un monumento nazionale, oggi è ridotto a un edificio pericolante, circondato da monnezza e condannato alla fatiscenza.
[su_posts id=”107786″]
La casa di Totò
È qui che Totò inizia, sin da ragazzino, a forgiare la sua arte, osservando i passanti dal balcone e guadagnandosi il soprannome di o’ spione; ed è qui che comincia il percorso artistico di Antonio de Curtis, destinato a diventare un mimo eccezionale. L’abilità nei giochi linguistici, insieme a una raffinatissima tecnica dei tempi di recitazione, fanno di Totò un vero e proprio monumento alla comicità. Ma, seppure l’arte di Totò sia diventata parte del nostro patrimonio culturale, non altrettanto si può affermare della sua casa natale. Spingendoti nel cuore del rione, proprio lì dove un murale di Totò ti guarda con la sua smorfia inconfondibile, troverai solo monnezza e magari qualche venditore ambulante con tanto di souvenir a tema. Nient’altro.
[su_posts id=”107138″]
L’appello per salvare la casa di Totò
Fra le pochissime voci che si sono alzate a difesa della casa di Totò c’è quella del critico d’arte Luca Nannipieri, che commenta:
«Il tempo di una facile denuncia su giornali e tv locali, il tempo di un’indignazione detta a mezza bocca, replicata con rabbia e stizza sui social, nell’indifferenza sostanziale di tutti i politici di qualunque ordine e grado, e anche questa notizia della casa natale di Totò a Napoli che cade a pezzi tra la monnezza dei cassonetti entrerà nel lunghissimo casellario dei casi di patente irriconoscenza della coscienza civile, pubblica e istituzionale non solo verso i dettami della Costituzione (l’Art.9 sembra oramai una predica senza voce) ma verso ogni ipotesi di moralità e orgoglio nazionale nei confronti dell’arte e della cultura. La casa di Totò, nel rione Sanità a Napoli, non doveva diventare un hotel di lusso né un recinto dorato in un quartiere povero, ma dà dolore che, in Italia, tutto diventi senza gloria, senza orgoglio, senza un minimo di sussulto di dignità che, per i luoghi pubblici, significa dedizione e cura. Vedrete: sentirete parlare della casa in disfacimento di Totò per 3-4 giorni, poi quando il silenzio avrà ovattato le indignazioni, i media smetteranno di parlarne e tutto rimarrà come prima. Il patrimonio italiano sta morendo perché il silenzio dura sempre più delle indignazioni.»
[su_posts id=”108541″]