Riapre il Museo dell’Arte Salvata presso le Terme di Diocleziano

5 Luglio 2025

Il Museo dell'Arte Salvata torna ad essere una piattaforma attiva di restituzione e conoscenza, fondata su una rete tra Ministero, Carabinieri, procure e polizie straniere, restauratori, ricercatori e comunità scientifica

Riapre il Museo dell'Arte Salvata presso le Terme di Diocleziano

Una lezione di legalità in uno spazio dinamico, capace di restituire significato e contesto a beni trafugati, dispersi e mai mostrati al pubblico, rendendoli accessibili e comprensibili, anche grazie a strumenti museologici flessibili e innovativi. Il “Museo dell’Arte Salvata” è stato infatti riaperto al pubblico nell’Aula Ottagona delle Terme di Diocleziano con un nuovo percorso espositivo dal titolo “Nuovi recuperi” che vede protagonisti oltre 100 pregiati reperti archeologici di varie civiltà, recuperati e rimpatriati dagli Stati Uniti d’America e da diversi Paesi europei tra il 2022 e il 2025 dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) in operazioni contro il traffico illecito di beni culturali, restituendo così al patrimonio nazionale beni di inestimabile valore e pregevole manifattura.

Il Museo dell’Arte Salvata

Una dimensione attiva di restituzione e di conoscenza del passato

Il nuovo ed originale allestimento delle opere d’arte recuperate, anche dal sottosuolo o dal letto del mare, esposte in teche e pannelli modulabili, anche grazie al restauro effettuato dall’Istituto Centrale per il Restauro, conferma il proposito di una rimodulazione continua dello spazio espositivo nella sala, per accogliere e svelare al grande pubblico tesori sempre diversi.

L’azione di recupero dei beni svolta dai Carabinieri TPC assicurerà un costante ricambio dei reperti, che verranno poi consegnati alla loro collocazione definitiva nei musei dei territori di provenienza. La nuova esposizione racconta anche storie di salvataggi, operazioni di polizia e collaborazioni internazionali.

Il museo diventa così una piattaforma attiva di restituzione e conoscenza, fondata su una rete tra Ministero, Carabinieri, procure e polizie straniere, restauratori, ricercatori e comunità scientifica. e celebra una nuova fase dell’impegno e della dedizione congiunta di tutte le Istituzioni coinvolte al recupero e alla valorizzazione del patrimonio culturale italiano illecitamente sottratto, rendendo le opere d’arte nuovamente fruibili a tutti i cittadini e sottolineando l’eccezionale lavoro svolto da chi si dedica instancabilmente alla loro salvaguardia.

Un museo pronto a sorprendere con nuovi tesori

l percorso espositivo presenta, tra i materiali più rilevanti, le urne etrusche policrome di Città della Pieve, accompagnate da corredi e da una scultura bronzea tardo ellenistica recentemente rimpatriata dal Belgio, attribuibile a un contesto perugino, confrontabile con i celebri bronzi di San Casciano dei Bagni e strettamente imparentata con un altro esemplare recuperato nel 2007.

Altri nuclei significativi includono le lastre dipinte ceretane del VI–V secolo a.C., armi in bronzo greche ed etrusche, vasellame in bronzo e argento etrusco e romano, terracotte magno-greche, oreficerie etrusche, maschere teatrali in marmo, e bronzetti votivi. Non mancano materiali provenienti da operazioni in Paesi terzi o in zone di crisi – come la Siria e l’Egitto – tra cui amuleti in faience, figurine votive, sigilli, sculture in pietra e stoffe copte, in attesa di restituzione.

Un’intera sezione è dedicata alle consegne spontanee: oggetti restituiti da cittadini consapevoli del valore storico e giuridico di quanto in loro possesso, a dimostrazione della crescente sensibilità verso la tutela del patrimonio comune. È il caso delle 14 applique in terracotta dorata trafugate a Taranto, restituite da un mercante d’arte svizzero o delle cinque maschere teatrali in marmo rientrate da una collezione privata statunitense.

Tra i casi recenti si segnala anche il recupero, tramite un accordo culturale tra Israele e I’Italia, di un’antefissa fittile di Potnia Theron, sottratta durante scavi clandestini ad Ardea e successivamente donata da un collezionista statunitense all’Israel Museum di Gerusalemme.La mostra è accompagnata da un catalogo scientifico pubblicato da Silvana Editoriale, con contributi di eminenti studiosi e specialisti del settore e una campagna fotografica originale, che restituisce con rigore e sensibilità le caratteristiche materiche e il valore evocativo dei reperti esposti.

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Foto: Roberto Serra dal sito del Ministero della Cultura

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