Sei qui: Home » Arte » MuDA, chiusi per sempre i battenti del primo museo di arte digitale in Europa

MuDA, chiusi per sempre i battenti del primo museo di arte digitale in Europa

Un altro pezzo del nostro cuore che se ne va con il MuDA, il primo museo di arte digitale in Europa, che chiude per sempre a causa della crisi innescata dalla pandemia

Sono tempi tristi. Gravemente colpito dalla pandemia, il primo museo di arte digitale in Europa, il Museum of Digital Art di Zurigo, ha rivelato che chiuderà definitivamente alla fine di luglio.

“È con il cuore addolorato che il Museo di arte digitale annuncia oggi la sua chiusura prematura alla fine di luglio 2020”, ha scritto un rappresentante della MuDA in un annuncio. “A causa dei costi alti di affitto, il progetto no profit è costretto a una fine prematura.”

I motivi della chiusura

A marzo, i musei di tutta la Svizzera sono stati costretti a chiudere temporaneamente a causa della pandemia di COVID-19. A differenza della maggior parte dei musei svizzeri, il MuDA non si basava su fondi pubblici per la gestione. Ma si appoggiava a contributi e  donazioni private. Senza le entrate dell’alta stagione e le limitazioni delle visite, i costi di affitto della MuDA si sono rivelati presto insostenibili. 

“Un capitolo si sta chiudendo, ma prevale la nostra passione per l’arte digitale”, hanno scritto in una nota le fondatrici della MuDA Caroline Hirt e Christian Etter. “Siamo estremamente orgogliosi di ciò che abbiamo realizzato e ringraziamo tutte le persone che hanno creduto in questo progetto e ci hanno supportato in molti modi diversi negli ultimi cinque anni.”

Il primo museo di arte digitale in Europa

Il Museum of Digital Art è il primo museo di arte digitale in Europa, uno spazio pubblico al crocevia tra tecnologia e creatività. Questo piccolo museo, situato nel parterre del primo grattacielo di Zurigo, presenta esposizioni sbalorditive di artisti svizzeri e non solo, che creano le proprie opere tramite il linguaggio di programmazione. Il MuDA è stato inaugurato nel febbraio del 2016 grazie a un’iniziativa di crowdfunding. “Nel primo museo di arte digitale, il visitatore entra in contatto con bit e byte”, aveva scritto il settimanale NZZ am Sonntag. E la rivista di videogiochi americana Kill Screen aveva dichiarato: “Era ora che l’arte digitale trovasse uno spazio tutto per sé”.

© Riproduzione Riservata