ร di poco fa la notizia dell’intesa Cartabia-Franceschini sulla rieducazione dei detenuti con una pena inferiore ai quattro anni. Chi ha commesso reati non gravi, infatti, lavorerร nei musei e nei luoghi d’arte. Un’iniziativa per la valenza rieducativa della pena.
I detenuti e il loro contributo nei luoghi d’arte
La nostra Costituzione sottolinea il valore rieducativo della pena inflitta a chi commette reati. Questo รจ il punto forte su cui ha insistito molto la ministra della Giustizia Marta Cartabia. Da qui รจ nata l’idea di una svolta per affrontare alcuni tipi di reati per i quali i colpevoli hanno ricevuto una pena inferiore ai quattro anni. Invece che prendere parte ad un processo, i detenuti in questione saranno messi alla prova per riparare al danno commesso. Oggi l’idea si รจ concretizzata con l’intesa tra Cartabia e Franceschini. Centodue persone, infatti, inizieranno un progetto di rieducazione lavorando presso cinquantadue luoghi d’arte spesso simbolo della cittร in cui si trovano. Se l’esito sarร positivo allora il reato sarร estinto.
Il commento di Dario Franceschini
“ร importante che i lavori di pubblica utilitร ai fini della messa alla prova trovino applicazione nei luoghi della bellezza. Guardando l’elenco degli archivi, delle biblioteche e dei musei in cui sarร possibile operare, non si puรฒ che pensare che ciรฒ farร del bene alle persone che verranno coinvolteโ.
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Il commento di Marta Cartabia
“E’ una convenzione di grande valore pragmatico, ma anche simbolico”, afferma Cartabia. “Parliamo di reati come furto, danneggiamento di beni culturali, omissione di soccorso, lesioni personali, stradali: l’opportunitร che viene data risponde a un’idea della giustizia penale che non รจ solo detenzione, ma riparazione del danno inflitto alla collettivitร , una visione feconda e significativa insieme. Esporre i detenuti all’arte รจ un atto di grande civilitร ”