Mucha a Roma quando l’Art Nouveau parla ancora al nostro tempo

3 Ottobre 2025

Dall’8 ottobre 2025 al 8 marzo 2026, Palazzo Bonaparte ospita Alphonse Mucha. Un trionfo di bellezza e seduzione. Oltre 150 opere, capolavori Art Nouveau e dialoghi con artisti classici

Mucha a Roma quando lArt Nouveau parla ancora al nostro tempo

Un palazzo storico nel cuore di Roma: Palazzo Bonaparte, vicinissimo a Piazza Venezia, si trasforma in un palcoscenico per l’Art Nouveau: è qui che, dall’8 ottobre 2025 al 8 marzo 2026, si tiene Alphonse Mucha. Un trionfo di bellezza e seduzione, la mostra più ampia mai dedicata all’artista ceco in Italia.

Non si tratta solo di celebrare litografie e manifesti, ma di esplorare il tema eterno della bellezza femminile e del desiderio, mettendo in dialogo Mucha con Boldini, statue antiche, arredi e capolavori rinascimentali. È un’occasione per leggere un’epoca, tra artigianato, estetica e modernità, attraverso l’occhio elegante dell’Art Nouveau.

Nato in Moravia nel 1860 (oggi Repubblica Ceca), Alphonse Mucha è una delle figure più emblematiche dell’Art Nouveau, lo stile che tra fine Ottocento e primi del Novecento ha rivoluzionato le arti visive e decorative in Europa.

Illustratore, pittore, designer, decoratore e patriota, Mucha ha incarnato la tensione tra bellezza sensuale e impegno politico, tra decorativismo e idealismo.

La sua ascesa inizia a Parigi, dove si trasferisce per studiare arte. Il vero successo arriva nel 1894 con un colpo di fortuna: l’attrice Sarah Bernhardt, la diva assoluta del teatro francese, ha bisogno di un manifesto per lo spettacolo Gismonda.

Mucha, allora poco conosciuto, lo realizza in pochi giorni durante le vacanze natalizie. Il risultato è una rivoluzione estetica: figure allungate, colori pastello, decori floreali e un’aura mistica.

Sarah ne resta così colpita da affidargli tutte le sue campagne successive. È la nascita del cosiddetto “stile Mucha”. Volti femminili eterei, capelli fluenti che si intrecciano con motivi floreali, aure dorate, simbolismo naturale: lo “stile Mucha” diventa un marchio.

In realtà, Mucha non amava questa etichetta. Non si considerava un semplice illustratore decorativo: per lui, l’arte aveva una funzione spirituale e pedagogica, doveva innalzare lo spettatore e raccontare una verità più profonda.

Creava non solo manifesti, ma anche calendari, vetrate, gioielli, mobili, sigarette, insegne pubblicitarie: era un artista “totale” ante litteram. Dopo il successo parigino, Mucha sente il richiamo della propria terra. Ritorna nella neonata Cecoslovacchia e si dedica a quello che considera il suo capolavoro assoluto: L’Epopea Slava, un ciclo monumentale di venti tele che raccontano la storia e il destino dei popoli slavi.

Sono opere dense, simboliche, ispirate alla mitologia nazionale, frutto di anni di lavoro, che donerà alla città di Praga. Mucha era convinto che la bellezza potesse rendere il mondo migliore.

Per questo ha sempre cercato di portare l’arte “nella vita”, mescolando alta e bassa cultura, sacro e profano, illustrazione e pittura, teatro e politica.

Anticipa un’idea moderna dell’artista come ponte tra estetica e impegno, capace di agire nel mondo attraverso le immagini. Oggi il suo immaginario continua a influenzare la grafica, la moda, il tatuaggio, la pubblicità, il design e persino la musica.

Dai poster degli anni ’60 ai videoclip contemporanei, il “Mucha touch” è riconoscibile ovunque: è un alfabeto visivo che parla di femminilità, natura, eleganza e mistero, con una carica simbolica che non smette di affascinare.

Mucha: una mostra vastissima a Roma sull’Art Nouveau

Quando: dall’8 ottobre 2025 al 8 marzo 2026
Dove: Palazzo Bonaparte – Spazio Generali Valore Cultura, Piazza Venezia 5, Roma
Orari: lun–gio 9:00–19:30; ven‑dom 9:00–21:00; biglietteria chiude un’ora prima
Biglietti & prenotazioni: info presso la biglietteria del palazzo o tramite i canali online indicati da Arthemisia

Oltre 150 opere e fonti di ispirazione

La mostra riunisce più di 150 capolavori di Alphonse Mucha che attraversano le tappe principali della sua carriera: dalle prime litografie alle composizioni femminili emblematiche fino ai manifesti pubblicitari.

Ma il percorso espositivo non si limita al suo catalogo: accanto ai lavori di Mucha sono presenti opere di Giovanni Boldini, Cesare Saccaggi, statue classiche e rinascimentali, oggetti d’arredo di gusto Liberty e pezzi che suggeriscono il linguaggio del gusto femminile nel tempo.

Un’allestimento “tempio” per la seduzione Palazzo Bonaparte diventa scenografia: sale, stanze e corridoi si connettono in un percorso fluido in cui luce, spazio e oggetti interagiscono con le opere.

L’idea è trasformare il palazzo in un tempio della Bellezza, dove il visitatore non è solo spettatore, ma partecipe del dialogo tra opera e spazio. Il progetto è curato da Elizabeth Brooke e Annamaria Bava, con direzione scientifica di Francesca Villanti, in collaborazione con la Mucha Foundation e i Musei Reali di Torino.

Ospite d’onore: la Venere di Botticelli Un tocco speciale: in mostra sarà presente la Venere di Botticelli proveniente dai Musei Reali di Torino, testimonial della bellezza senza tempo. Il confronto tra la classicità rinascimentale e la visione estetica di Mucha arricchisce il discorso visivo e simbolico della mostra.

 Motivi per non mancare

Un’ampiezza rara: raramente è stato possibile vedere insieme così tante opere di Mucha in Italia, specialmente in un contesto così centrico e accessibile.

Dialoghi stilistici e temporali: il confronto tra Art Nouveau e arte classica, tra moderno e antico, stimola riflessioni sul valore estetico e sulla seduzione come linguaggio universale.

Location evocativa: Palazzo Bonaparte, con la sua storia, il suo affaccio su Roma e il suo contesto urbano, aggiunge carica simbolica alla mostra.

Esperienza immersiva: non è solo guardare, ma percepire: luce, spazi, arredi dialogano con le opere per trasmettere il fascino della “bellezza seducente”.

Accessibilità: orari estesi (da lunedì a giovedì 9:00–19:30; venerdì, sabato e domenica fino alle 21:00) e biglietteria attiva fino a un’ora prima della chiusura.

Qualche curiosità sulla mostra

La mostra gode del patrocinio dell’ Ambasciata della Repubblica Ceca, della Regione Lazio, del Comune di Roma e del Centro Ceco presso l’Ambasciata.

È prodotta da Arthemisia, in collaborazione con la Mucha Foundation e i Musei Reali di Torino.

L’allestimento offre una mappa ideale: ogni opera è collocata per dialogare con lo spazio che la ospita, in un percorso “di seduzione” visiva.

Alcune litografie presentano dettagli quasi “nascosti”, decori, motivi vegetali, volti, che male si notano se non con osservazione ravvicinata: Mucha amava nascondere residui di simbolismo nel decoro.

La Venere di Botticelli rappresenta un ponte storico‑estetico: la bellezza come idealità classica che incontra la grazia moderna nella visione di Mucha.

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