5 mostre imperdibili in programma durante l’autunno 2024

23 Settembre 2024

Per chi desidera arricchire il proprio autunno di bellezza e ispirazione, ecco cinque mostre imperdibili che offrono esperienze artistiche di alto livello.

5 mostre imperdibili in programma durante l'autunno 2024

Le mostre d’arte in autunno sono un connubio perfetto per vivere l’Italia in una delle sue stagioni più affascinanti. Con l’atmosfera suggestiva e i paesaggi che si tingono di colori caldi, il periodo autunnale diventa l’occasione ideale per scoprire capolavori artistici, antichi e moderni, all’interno di prestigiosi musei, gallerie e spazi espositivi innovativi. L’Italia, nota per il suo inestimabile patrimonio culturale, offre una programmazione variegata capace di attirare tanto gli appassionati d’arte quanto i visitatori più curiosi.

Ogni anno, mostre di rilievo internazionale animano le principali città italiane, celebrando grandi artisti, movimenti culturali e temi che hanno segnato la storia dell’arte. L’autunno del 2024, in particolare, si prospetta come un periodo imperdibile, con esposizioni dedicate a figure iconiche.

Partecipare a una mostra in questo periodo significa non solo ammirare opere straordinarie, ma anche cogliere l’occasione per esplorare le città italiane in un’atmosfera più rilassata, lontano dalla frenesia del turismo estivo. Le esposizioni autunnali non sono semplici eventi culturali, ma veri e propri viaggi nel tempo e nello spazio, che ci permettono di riflettere sull’evoluzione dell’arte e del suo impatto sulla società.

Le mostre da visitare in Autunno

Per chi desidera arricchire il proprio autunno di bellezza e ispirazione, ecco cinque mostre imperdibili in Italia nel 2024: appuntamenti unici che attraversano epoche, stili e tematiche, offrendo esperienze artistiche di alto livello.

Antonio Ligabue. I misteri di una mente – Roma

Dal 28 settembre 2024 al 12 gennaio 2025, apre al Museo Storico della Fanteria di Roma la mostra Antonio Ligabue – I misteri di una mente, prodotta da Navigare Srl con il patrocinio di Regione Lazio e di Città di Roma, da una iniziativa di Difesa Servizi SpA. L’esposizione dedicata all’artista scomparso nel 1965 nasce dal proposito di dare una nuova lettura della vita e dell’arte di un personaggio che visse in una personale e solitaria dimensione di grande irregolarità, dominata da una mente irrequieta e instabile.

L’esposizione, curata da Micol Di Veroli, Dominique Lora e Vittoria Mainoldi, presenta 74 opere datate tra la fine degli anni Venti e i primi anni Sessanta del Novecento, provenienti da tre collezioni private di Reggio Emilia, di Parma e di Roma. A 32 sculture bronzee raffiguranti una eterogenea rappresentanza di animali, tra i quali cani, caprioli, capre, cerbiatti babbuini, leoni e pantere, si affiancano 18 dipinti a olio dai colori pieni, vivaci, e dallo stile inconfondibile, tra i quali anche un celebre autoritratto del 1957, insieme a 3 disegni e 21 puntesecche, distribuite in un percorso cronologico in 5 sezioni: 1. Animali da cortile; 2. Animali selvaggi; 3. Cani; 4. Animali da bosco; 5. Autoritratti, fiori e campagne.

Nell’opera di Antonio Ligabue, che, a 60 anni dalla morte, ancora non ha trovato una esatta collocazione all’interno di stili, di correnti, o di movimenti artistici, sospeso tra definizioni di arte Naïf e di Outsider, la natura è protagonista assoluta. In particolare, il mondo animale rappresentato ossessivamente dall’artista rispecchia il tumulto interiore dell’artista stesso, della sua fragilità e della brutalità della sua esistenza ma anche, in generale, della condizione umana, così simile a quella animale proprio per la sua natura violenta, finalizzata alla sopravvivenza.

Da qui, l’istintiva raffigurazione dell’uomo e dell’animale nell’arte di Ligabue diventa fusione, teriantropismo, richiamo costante a significati profondi, emozioni e riflessioni, e a una forza simbolica primordiale.

50 anni di cubo. Erno Rubik e il rompicapo che ha incantato il mondo – Cuneo

Il 20 settembre 2024, a Cuneo, presso lo Spazio Innovazione, è stata inaugurata la mostra “50 ANNI DI CUBO. Ernő Rubik e il rompicapo che ha incantato il mondo” in occasione del 50° anniversario del Cubo di Rubik. Questa è la prima esposizione europea dedicata alla storia di questo celebre rompicapo, simbolo di creatività e pensiero logico, che ha influenzato vari ambiti culturali sin dalla sua invenzione nel 1974.

La mostra, curata dall’Associazione culturale CUADRI con il supporto di CRC Innova e Spin Master, sarà aperta dal 21 settembre 2024 al 27 aprile 2025, con ingresso gratuito. Si sviluppa su tre sale, offrendo un’esperienza immersiva attraverso videowall, teche e rari esemplari del cubo.

La prima sala presenta la storia di Ernő Rubik e le sue ispirazioni infantili, con giochi interattivi come tangram e pentamino. Un pannello dell’Istituto per l’applicazione del calcolo del CNR approfondisce la matematica e gli algoritmi del cubo, insieme a un’opera inedita dell’artista Giovanni Contardi.

La seconda sala permette ai visitatori di interagire con il cubo, sia liberamente che attraverso sfide di risoluzione. La terza sala conclude il percorso con uno show digitale che celebra il Cubo di Rubik nella musica, nel cinema e nell’arte, evidenziando il suo impatto nella cultura pop.

Il surrealismo e l’Italia – Parma

Presso la Fondazione Magnani-Rocca a Mamiano di Traversetolo, dal 14 settembre al 15 dicembre 2024, si svolgerà la mostra “Il Surrealismo e l’Italia”, che celebra un secolo di Surrealismo e il suo impatto sulla scena culturale italiana dagli anni Venti agli anni Sessanta. Curata da Alice Ensabella, Alessandro Nigro e Stefano Roffi, l’esposizione presenta oltre 150 opere di artisti come Dalí, Magritte, Ernst, Miró e de Chirico, esplorando la varietà di mezzi e linguaggi di questo movimento.

La mostra si articola in due capitoli: il primo tratta del Surrealismo internazionale e del suo arrivo in Italia, evidenziando l’influenza di de Chirico e Savinio e mostrando opere di vari maestri. Il secondo capitolo si concentra sui protagonisti italiani, analizzando le loro connessioni con il gruppo francese e mettendo in luce l’indipendenza e l’originalità della scena surrealista italiana, con opere di artisti come Enrico Baj e Leonor Fini.

BIAF – Firenze

La 33ª edizione della Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze si appresta a ospitare a Palazzo Corsini ben 80 gallerie, tra cui 14 nuove prestigiose partecipazioni internazionali.

Tra le gallerie storiche figurano Colnaghi, attiva fin dal Settecento, e Agnews, fondata a Londra nel 1817. La galleria Enrico Frascione, con una tradizione di specializzazione nei dipinti antichi che risale alla fine dell’Ottocento, partecipa alla Biennale di Firenze fin dalla sua prima edizione nel 1959. Anche Botticelli Antichità, inaugurata nello stesso anno, e altre gallerie come Bacarelli e Longari saranno presenti.

Molte delle gallerie partecipanti, tra cui Sarti, Tornabuoni, Lampronti, Piva e Sperone & Westwater, vantano una media di 30-50 anni di esperienza. Dickinson, fondata da Simon Dickinson, è nota per aver scoperto opere di maestri come Botticelli, Tiziano e Rubens.

Queste gallerie, piccole o grandi, hanno avuto un ruolo fondamentale nel plasmare il gusto dei collezionisti a livello internazionale, vendendo capolavori ai musei più prestigiosi del mondo.

Ogni opera esposta è il frutto di anni di studio, ricerca e restauro, garantendo così opere inedite e rare, in condizioni ottimali di conservazione, un aspetto cruciale nel settore dell’antiquariato. Anche le gallerie più giovani, gestite da nuovi galleristi, porteranno a Palazzo Corsini scoperte e rarità.

Sia per le gallerie dedicate all’antico che per quelle al contemporaneo, un Comitato di Vetting composto da 55 esperti dei vari settori (dipinti, sculture, ceramiche, arredi, disegni, argenti) esaminerà ogni singolo oggetto prima dell’apertura ufficiale delle porte di Palazzo Corsini.

Love my Mother – Roma

L’artista italo-sudafricana Alessia Babrow presenta, fino al 30 settembre 2024, due opere in due cantieri del Gruppo Pouchain nell’ambito del Progetto #EX_TRA: “Universal Heartbeat” e “Love is Stronger Than Hate”.

Queste opere, nate come interventi urbani rispettivamente nel 2023 e nel 2021, sono state rivisitate per la serie Love My Mother. L’intento è quello di sottolineare che, dove non arriva il cuore delle persone, dovrebbero intervenire la buona educazione, il senso civico e il rispetto. Il nostro modo di essere, di parlare e di agire ha un impatto significativo su ciò che ci circonda, e da questa consapevolezza dovrebbe scaturire un senso di responsabilità individuale che fatichiamo ancora a integrare come collettività.

La serie “Love My Mother” comprende 12 opere in cui i bambini sono i protagonisti e portavoce di valori spesso dimenticati.

Attraverso il progetto #EX_TRA e l’hashtag collegato, “Exempla Trahunt” (gli esempi trascinano), il Gruppo Pouchain, leader nel restauro monumentale, offre i propri ponteggi per portare l’arte nelle strade, promuovendo nuovi percorsi socio-artistici e culturali e dimostrando che la cooperazione crea e arricchisce valore.

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