Mostre da vedere in tutta Italia per trascorrere le feste “a regola d’arte”. Le festività natalizie non sono fatte solo di luci intermittenti e ritmi frenetici, ma offrono soprattutto il bene più prezioso di cui disponiamo: il tempo. Quel tempo sospeso che ci permette di alzare lo sguardo e lasciarci meravigliare dalla bellezza. Se le città si vestono a festa, i musei e le gallerie diventano i veri rifugi dell’anima, custodi di storie che attraversano i secoli e visioni che anticipano il futuro.
Dalle grandi città d’arte italiane ai piccoli borghi in festa, questo Natale si trasforma in un’occasione unica per scoprire (o riscoprire) capolavori senza tempo. Che siate appassionati di pittura classica, curiosi di esplorare le nuove frontiere dell’arte digitale o alla ricerca di una mostra immersiva da vivere con tutta la famiglia, l’offerta culturale di queste feste è un invito al viaggio che non richiede bagagli, ma solo occhi aperti e cuore pronto allo stupore.
Natale al Museo: le mostre da vedere durante le feste in tutta Italia
Abbiamo selezionato per voi gli appuntamenti imperdibili, quelle mostre che da sole valgono il viaggio e che trasformeranno i vostri giorni di festa in un’esperienza indimenticabile.
Ricordate che molte di queste mostre rimarranno aperte anche il 26 dicembre e il 1° gennaio (spesso con apertura pomeridiana), diventando l’alternativa perfetta al classico pranzo o al cinema. Preparatevi a scoprire come l’arte può accendere il vostro Natale.
L’uomo e la montagna: la mostra di Giovanni Segantini a Bassano del Grappa
I Musei Civici di Bassano del Grappa fino al 22 febbraio 2026 dedicano una grande mostra a Giovanni Segantini (1858–1899), tra i massimi protagonisti del Divisionismo e poeta della montagna, a oltre dieci anni dall’ultima esposizione italiana a lui consacrata. L’iniziativa, promossa dal Comune e dai Musei Civici e sostenuta dalla Regione del Veneto nell’ambito dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026, celebra un artista centrale nella cultura europea di fine Ottocento, oggi più che mai attuale nel suo dialogo tra Uomo e Natura.
Una delle novità più significative della mostra è il confronto inedito tra Segantini e la produzione di Millet, Van Gogh e la Scuola dell’Aja, che permette di ridefinire il ruolo dell’artista nel panorama europeo e di superare la visione romantica del “genio solitario” isolato tra le montagne.
L’arte di Joan Miró colora il cuore di Napoli
Napoli accoglie Joan Mirò con una rassegna di 120 opere alla basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta. La poetica del pittore catalano è protagonista della mostra “Joan Miró: per poi arrivare all’anima” alla basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta dal 5 dicembre al 19 aprile 2026.
Organizzata da Navigare srl in collaborazione con Lapis Museum, e curata da Achille Bonito Oliva con Vittoria Mainoldi, la retrospettiva intende evidenziare, attraverso circa 120 opere – quasi tutte litografie – provenienti da collezioni private, il rapporto profondo di Miró (1893 -1983) con la parola, la grafica e le diverse tecniche della stampa. Il progetto espositivo è diviso in sette sezioni, che vedono susseguirsi immagini celebri e rappresentative, selezionate per raccontare il significato dell’arte per l’artista catalano.
La rivoluzione espressionista di Munch a Mestre
Edvard Munch torna protagonista dal 30 ottobre 2025 al 1 marzo 2026 al Centro Culturale Candiani di Mestre in una mostra che lo racconta come uomo del suo tempo e, allo stesso tempo, sorprendentemente vicino al nostro. La rassegna intitolata Munch: la rivoluzione espressionista lo presenta non solo come artista dell’inquietudine e dell’introspezione, ma come figura attiva nella società, in dialogo con scrittori, poeti e pittori che contribuirono a formare il suo sguardo. Viaggiatore instancabile, egli attraversò l’Europa esplosiva di fine Ottocento – dalle atmosfere ribelli dei Salon des Refusés alle battaglie delle Secessioni – assorbendo suggestioni e portando nel cuore dell’arte europea un soffio nordico nuovo, teso e vibrante, specchio della cultura mitteleuropea .
Arte e follia, arte e diversità, arte ed esclusione: Ligabue a Pisa
Nel 60° anniversario della morte di Antonio Ligabue, gli Arsenali Repubblicani di Pisa ospiteranno dal 26 dicembre 2025 al 10 maggio 2026 la mostra “LIGABUE. Il ruggito dell’anima”. L’esposizione, prodotta da ARTIKA con il patrocinio del Comune di Pisa e della Fondazione Augusto Agosta Tota, presenta oltre 80 opere che ripercorrono la vita, la psicologia e l’evoluzione artistica del pittore.
Curata da Mario Alessandro Fiori con la direzione artistica di Beside Arts, la mostra mette evidenza la potenza espressiva di Ligabue e la sua vicinanza ai grandi espressionisti europei. Il percorso espositivo include autoritratti e celebri rappresentazioni di animali feroci — tigri, leopardi, rapaci e leoni — simboli del mondo interiore dell’artista, caratterizzato da una forte carica emotiva e da un uso intenso e armonico del colore.
L’inverno nell’arte a Trento
Dal 5 dicembre al 15 marzo 2026, il Castello del Buonconsiglio di Trento ospita la mostra L’inverno nell’arte. Paesaggi, allegorie e vita quotidiana. Il museo del Castello del Buonconsiglio di Trento rende omaggio alle Olimpiadi invernali con una rassegna dedicata alla rappresentazione dell’inverno nelle arti figurative, in un arco cronologico che va dal Medioevo all’Ottocento.
La mostra, articolata in otto sezioni, vede esposte cinquanta opere. Ne “L’inverno nell’arte” la stagione fredda diventa il filo rosso per raccontare il suo immaginario, dai paesaggi candidi che incantano i bambini, pronti a lanciarsi sui laghi ghiacciati o a scatenarsi con le prime palle di neve, fino ai riti antichi e quotidiani che per secoli hanno segnato la vita delle comunità alpine.
Pordenone. Tre location, quattro fotografi, una sola grande stagione fotografica
Nell’ambito del progetto “Sul Leggere. Una stagione di mostre fotografiche”, uno dei pilastri del dossier “Pordenone 2027, Robert Doisneau è protagonista di una grande mostra fotografica a Pordenone, intitolata “Lo sguardo che racconta “, alla Galleria Arte Harry Bertoia fino al 6 aprile 2026, come parte di un progetto più ampio “Sul leggere” che prepara la città a essere Capitale della Cultura 2027, affiancando l’opera di Doisneau a quella di fotografi contemporanei come Olivia Arthur, Seiichi Furuya e Stefanie Moshammer.
La mostra presenta oltre cento immagini del maestro francese, dai suoi celebri scatti parigini (incluso il famoso “Bacio all’Hôtel de Ville”) ai lavori industriali, offrendo un dialogo tra passato e presente. Contemporaneamente il Museo Civico D’Arte Ricchieri espone due progetti uno relativo ad Olivia Arthur, una fotografa inglese nata nel 1980, conosciuta per il suo lavoro documentaristico e per l’approccio intimo e umanista alle storie che racconta e l’altro relativo al fotografo giapponese Seiichy Furuya. Infine i nuovi spazi dei Mercati Culturali Pordenone ospiteranno l’opera della fotografa austriaca Stefanie Moshammer
Man Ray a Milano: un evento attesissimo
Un nome, anzi uno pseudonimo creato ad arte, sono alla base della nascita del mito di Man Ray: proprio per raccontare il mito di questo pittore, fotografo, regista e innovatore la mostra a Milano al Palazzo Reale fino all’ 11 gennaio Man Ray. Forme di luce riunisce circa 300 opere tra scatti vintage, disegni, litografie, oggetti e documenti provenienti da importanti collezioni pubbliche e private. L’esposizione raccoglie quasi 300 opere di un genio a cui la definizione di fotografo sta stretta.
Fu tra i primi a interpretare la fotografia come una forma d’arte, dando vita a invenzioni visive che hanno segnato la storia del Novecento. La mostra milanese le presenta in un viaggio a tutto tondo nella ricerca di un pioniere e artista visionario, ripercorrendone i passi attraverso preziose stampe originali, disegni, collage, litografie, film, sculture, ready-made. L’itinerario a cura di Pierre-Yves Butzbach e Robert Rocca procede per temi – il ritratto, il nudo, il cinema… – mostrando in controluce il vissuto dell’artista, le sue esperienze a Parigi nel periodo d’oro delle avanguardie e a New York,
A Biella Andy Warhol
Tra le mostre da vedere durante le feste non poteva mancare lui: fino al 6 aprile 2026 a Biella al Palazzo Gromo Losa e Palazzo Ferrero sarà possibile vedere per la prima volta in Italia i tessuti e gli abiti disegnati da Andy Warhol, affiancando le sue opere più iconiche. La mostra di Biella dal titolo Andy Warhol pop art & textiles crea, così, un dialogo inedito tra Pop Art e tradizione industriale tra superfici stampate e superfici serigrafate.
Le opere esposte testimoniano anche il legame profondo tra l’artista americano e l’Italia, dove dagli anni Settanta Warhol espose regolarmente, trovando ispirazione, pubblico e mecenati. Sono due le sedi espositive, dove si possono osservare oltre 200 opere tra serigrafie, foto, vinili, ceramiche, abiti e tessuti, in una narrazione che riconnette Warhol al suo primo mestiere: quello di designer.
Gauguin e altre avventure a Roma
Fino al 26 gennaio nelle sale del Museo Storico Nazionale della Fanteria dell’Esercito Italiano a Roma, vanno in scena 165 opere di Paul Gauguin grazie alla mostra “Gauguin. Il diario di Noa Noa e altre avventure”. Il percorso espositivo presenta non solo la narrazione artistica di Gauguin ma è anche, e soprattutto, un percorso di vita verso un mondo diverso che racchiude la gioia di vivere, la purezza e la libertà della vita.
L’esposizione presenta oltre 100 tra xilografie, disegni e litografie realizzate da Gauguin, insieme a due opere a lui attribuite: l’olio su tela Femme de Tahiti e l’acquerello Paysage Tahitien. A rappresentare il nucleo centrale dell’esposizione sono le 23 xilografie del Diario di Noa Noa (1893-94), scritto dall’artista durante il suo primo soggiorno nella Polinesia francese e arricchito da sue illustrazioni realizzate con l’antica tecnica dell’incisione su legno, stampate da Daniel de Monfreid.
Fernand Léger! Yves Klein, Niki de Saint Phalle, Keith Haring” a Torino
E’ in programma fino al 1° febbraio 2026 nelle Sale delle Arti della Reggia di Venaria di Torino la mostra “Fernand Léger! Yves Klein, Niki de Saint Phalle, Keith Haring”, dedicata al pittore francese e al legame e all’influenza che ha avuto sul movimento dei Nuovi Realisti. La mostra, che ha già avuto due precedenti edizioni in Francia, si arricchisce di ulteriori prestiti, tra cui alcune opere di Fernand Léger e un gruppo significativo di lavori di Niki de Saint Phalle dal MAMAC di Nizza, come Joséphine Baker e la Fontana con le quattro Nanas.
Una scelta che sottolinea la vocazione della Reggia a essere crocevia di esperienze internazionali e polo culturale aperto a contaminazioni tra linguaggi e Paesi: oltre trenta opere di Fernand Léger vengono infatti poste in dialogo con lavori di artisti che dagli anni Sessanta in poi hanno dato forma a nuove avanguardie.
