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È morto Fernando Botero, il pittore delle forme morbide

Fernando Botero è stato anticipatore dei tempi. Se dovessimo dare una definizione del suo fare artistico, potremmo tranquillamente dire che è stato il primo ad accorgersi della bellezza delle forme morbide e generose

Fernando Botero è morto all’età di 91 anni. Il celebre pittore colombiano era stato ricoverato in Versilia a causa di complicazioni dovute a una polmonite. Successivamente era stato dimesso. È morto oggi, nella sua casa di Montecarlo.

Fernando Botero, la bellezza del curvy

Se c’è stato un artista che ha saputo anticipare i tempi, questo è stato sicuramente Botero. Sono sue le immagini di donne e uomini in carne. Ma non soltanto: tutti i personaggi dei suoi quadri erano curvy e hanno creato un mondo di fantasia e meraviglia, di morbidezza e bellezza talmente codificate da diventare uniche.

Lo stile

“Un artista è attratto da certi tipi di forme senza saperne il motivo. Prima adotto una posizione per istinto, e solo in un secondo tempo cerco di razionalizzarla o anche di giustificarla”. Secondo Botero, dipingere dev’essere inteso come una necessità interiore, un bisogno che porta a un’esplorazione ininterrotta verso il quadro ideale. Tuttavia, questo bisogno rimane sostanzialmente inappagato. Il colore rimane tenue, mai esaltato, mai febbrile, generalmente steso in campiture piatte ed uniformi, senza contorni. Da notare l’assenza totale delle ombreggiature nei suoi dipinti, perché esse, secondo il Botero “… sporcherebbero l’idea del colore che desidero trasmettere.”

Precursore dei tempi

Forse è stato anche grazie alla bellezza delle sue donne, così eleganti e leggiadre in quelle forme tonde, che il mondo si è accorto che la femminilità non passa unicamente da modelli stereotipati. È stato lui il primo ad accorgersi che quelli che la società definiva “difetti” in realtà erano splendidi spunti d’ispirazione.

La genesi delle sue opere

Potrà sembrare paradossale, ma la prima “modella” di Botero non fu una donna, bensì un mandolino. Fu proprio su questo oggetto che, nel 1956, Botero mise a punto il suo peculiare modo di “dilatare” le masse. E questo stile divenne il suo marchio di fabbrica.

Critica e successo di pubblico

E se certa critica non ha mai decretato il pieno riconoscimento della sua arte, giudicandola un puro e scontato gioco commerciale, il pubblico ha da sempre accolto con favore le opere dell’artista, decretandone, di fatto, il successo pieno.

Non il grasso, ma il volume

Botero rilasciò un’intervista all’agenzia France-Presse in cui cercò di spiegare in modo chiaro il motivo della sua scelta stilistica: “non dipingo donne grasse. Nessuno ci crederà, ma è vero. Ciò che io dipingo sono volumi. Quando dipingo una natura morta dipingo sempre un volume, se dipingo un animale lo faccio in modo volumetrico, e lo stesso vale per un paesaggio. Sono interessato al volume, alla sensualità della forma. Se io dipingo una donna, un uomo, un cane o un cavallo, ho sempre quest’idea del volume, e non ho affatto un’ossessione per le donne grasse”.

La morte di un grande artista

La notizia della morte dell’artista è stata annunciata dal presidente colombiano Gustavo Petro che ha dichiarato: “È morto Fernando Botero, il pittore delle nostre tradizioni e dei nostri difetti, il pittore delle nostre virtù. Il pittore della nostra violenza e della nostra pace”. La notizia è stata poi confermata dal quotidiano colombiano ‘El Tiempo’. In queste pagine, l’artista è stato definito come “l’artista colombiano più grande di tutti i tempi”.

Biografia dell’artista

Fernando Botero è nato a Medellín nel 1932. Negli anni ’70 si è trasferito in Italia per attingere ai marmi di Carrara per le sue sculture. Innamorato del nostro Paese, ha trascorso molti anni in Versilia. In pochi anni, Botero è diventato un protagonista dell’arte contemporanea e ha saputo imprimere a tutte le sue opere una riconoscibilità immediata. La figlia dell’artista, Lina Botero, ha spiegato in una nota che è morto questa mattina nel Principato di Monaco: “Era in pessime condizioni di salute da cinque giorni perché aveva contratto una polmonite”.

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