Marina Pugliese (Mudec), “Chi allestisce una mostra deve considerare la sicurezza di opere e persone”

10 Luglio 2025

Nella seguente intervista, la direttrice del Mudec Marina Pugliese ci spiega in che modo intende tutelare quest'estate le opere presenti presso il museo che dirige, puntando sempre ad ottenere un equilibrio tra sicurezza e fruibilità.

Marina Pugliese, Chi allestisce una mostra deve considerare la sicurezza di opere e persone

Overtourism ed uso persuasivo dei social media possono essere i “nemici” dei musei e delle mostre in estate. E’ questa l’opinione di Marina Pugliese direttrice del Mudec, il Museo delle Culture di Milano.

Abbiamo voluto intervistare la dott.ssa Pugliese in seguito agli ultimi fatti di cronaca che hanno visto purtroppo danni ad opere museali dovute all’incuria dei visitatori: prima la foto fatta in maniera maldestra da due turisti che ha portato al danneggiamento della sedia Van Gogh realizzata dall’artista Nicola Bolla ed esposta a Palazzo Maffei a Verona, quindi il turista agli Uffizi intento a farsi un selfie e inciampato su un dipinto di fine Settecento di Anton Domenico Gabbiani.

Intervista alla direttrice del Mudec Marina Pugliese

Nella seguente intervista, la dott.ssa Pugliese ci spiega inoltre in che modo intende tutelare quest’estate le opere presenti presso il museo che dirige, puntando sempre ad ottenere un equilibrio tra sicurezza e fruibilità.

 

Cosa ne pensa degli ultimi danni ad opere nei musei dovuti all’incuria dei visitatori: coincidenze o esiste un reale problema?

Creo che i fattori siano multipli. Esiste, ma solo per alcuni musei, una sorta di overtourism, ovvero una concentrazione eccessiva di viusitatori rispetto ad una sensata gestione degli spazi in sicurezza. Questo, unitamente all’uso pervasivo dei social media e di dispositivi digitali di varia natura, rende la combinazione esplosiva.

 

Da cosa dipende secondo lei? Di chi sono le maggiori responsabilità (singoli musei, istituzioni culturali, visitatori)?

Non a caso ho parlato di overtourism: credo si dovrebbe, come succede per la promozione di borghi e località poco note, incentivare la scoperta di musei particolari, fuori dai radar. Ovviamente poi i curatori museali devono concepire gli allestimenti tenendo in considerazione la sicurezza di opere e persone e i percorsi devono essere costruiti anticipando eventuali incidenti.

Oltre a ciò il personale di custodia deve essere formato per intercettare fattori di rischio e gli addetti di biglietteria e guardaroba devono invitare i visitatori a lasciare borse e oggetti ingombranti. Detto questo, anni fa, quando dirigevo il Museo del Novecento, subito dopo la conferenza stampa della mostra ‘Fontana/Klein’, a museo semi vuoto un fotografo si è inciampato ed è entrato con i piedi nell’installazione ‘Pigment Pur’ di Yves Klein…danneggiandola prima ancora dell’apertura della mostra!

 

Cosa occorrerebbe fare per far capire a chi entra in un museo che si trova in un luogo diverso da un centro commerciale o qualsiasi altro luogo pubblico?

Il rispetto è dovuto ovunque e ribadisco, il problema credo si ponga soprattutto per certi tipi di istituzioni che fanno milioni di visitatori l’anno. Interessante è ragionare sul fatto che i musei hanno lavorato negli ultimi trent’anni sul cercare di diventare luoghi accoglienti e inclusivi e adesso si trovano ad affontare conseguenze imprevedibili, legate anche al deficit di attenzione imposto dai media.

 

Sarebbe favorevole all’istituzione un vero e proprio “Galateo dei musei” condiviso da consegnare a ciascun visitatore?

Dipende dai casi. Ho recentemente co-curato con Andrea Lissoni ad Haus der Kunst a Monaco una mostra sugli ambienti di artiste donne: ‘Inside Other Spaces. Environments by women artist 195671976’. Gli ambienti sono opere magiche, immersive ma anche fragili e la mostra ha fatto moltissimi visitatori. Abbiamo predisposto all’ingresso un pannello che indicava il ‘tune’ della mostra, invitando letteralmente i visitatori a muoversi nello spazio come fossero dei gatti, con grazia e delicatezza.

 

Siamo in estate, periodo in cui si concentra buona parte dei visitatori dei musei che si registrano durante l’anno: quali misure intende adottare per prevenire eventuali danni alle opere esposte al MUDEC da parte di visitatori disattenti?

Anche qui, dipende. Per esporre oggetti di piccole dimensioni, ci si deve necessariamente servire di vetrine. La vetrina da un lato è una spina nel fianco, perché allontana il visitatore e crea un filtro con l’opera, dall’altra aiuta ad abbattere i costi di custodia aumentando la sicurezza del patrimonio. Noi puntiamo sempre ad ottenere un equilibrio tra sicurezza e fruibilità.

 

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