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Le mostre italiane da non perdere questo inverno in Italia

Sono tante le mostre di rilievo e spessore internazionale che anche quest’anno saranno ospitate in Italia e che ci terranno compagnia durante tutta la stagione invernale

MILANO – “Si può esistere senza arte, ma senza di essa non si può vivere ” diceva Oscar Wilde. Una citazione che anche quest’anno calza bene ai nostri musei. Sono davvero numerose le mostre di rilievo e spessore internazionale presenti in Italia e che ci terranno compagnia durante tutta la stagione invernale. Ripercorriamo insieme alcuni degli appuntamenti davvero imperdibili di questo inverno.

Rivoluzione Galileo

Dopo Galileo nulla fu come prima. E non solo nella ricerca astronomica e nelle scienze, ma anche nell’arte. Con lui, il cielo passa dagli astrologi agli astronomi.  La mostra “Rivoluzione Galileo”, che è allestita a Padova al Palazzo del Monte di Pietà fino al 18 marzo 2018, racconta per la prima volta la figura complessiva e il ruolo di uno dei massimi protagonisti del mito italiano ed europeo. In un’esposizione dai caratteri del tutto originali, dove capolavori assoluti dell’arte occidentale in dialogo con testimonianze e reperti diversi, consentono di scoprire un personaggio da tutti sentito nominare ma da pochi realmente conosciuto. Dalla mostra emerge l’uomo Galileo nelle molteplici sfaccettature: dallo scienziato padre del metodo sperimentale al letterato esaltato da Foscolo a Calvino. Dal Galileo virtuoso musicista ed esecutore al Galileo artista, tratteggiato da Erwin Panofsky quale uno dei maggiori critici d’arte del Seicento; dal Galileo imprenditore, non solo il cannocchiale ma anche il microscopio o il compasso, al Galileo della quotidianità.

Frida. Oltre il mito

Dall’1 febbraio al 3 giugno 2018 il MUDEC-Museo delle Culture di Milano celebra Frida Kahlo con una grande e nuova retrospettiva. Un’occasione per vedere finalmente in un’unica sede espositiva tutte le opere provenienti dal Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e dalla Jacques and Natasha Gelman Collection, le due più importanti e ampie collezioni di Frida Kahlo al mondo, e con la partecipazione di autorevoli musei internazionali che presteranno alcuni dei capolavori dell’artista messicana mai visti nel nostro Paese.  Dall’analisi delle opere scelte per l’esposizione, la retrospettiva presentata al MUDEC delinea una trama inedita attorno a Frida Kahlo, riconsiderandone la figura “oltre il mito”, come racconta il titolo della mostra.

The immersive experience

“The Immersive Experience” è la mostra multimediale in cui il visitatore è coinvolto a 360 gradi, vivendo la straordinaria esperienza di immergersi nei quadri di Van Gogh. L’esposizione vuole entusiasmare i visitatori per la sua moderna forma d’espressione tecnologica e per la sorprendente originalità, capace di attirare in modo straordinario un pubblico eterogeneo, da appassionati d’arte a giovani studenti. La bellissima location che ospiterà l’innovativa mostra dal 18 Novembre al 25 Febbraio 2018, sarà la Basilica di San Giovanni Maggiore a Napoli, nuova casa delle emozioni di Van Gogh, pronta ad illuminarsi di colori nuovi, ritratti e scenari toccanti e soprattutto di sensazioni uniche.

Kerouac. Beat Painting

Dal 3 dicembre 2017 al 22 aprile 2018, il MA*GA di Gallarate ospita una grande mostra dedicata all’attività pittorica e grafica di Jack Kerouac, una delle icone letterarie del XX secolo.  L’esposizione, dal titolo Kerouac. Beat Painting, presenta 80 tra dipinti e disegni, in gran parte esposti per la prima volta in Italia, capaci di proiettare una luce del tutto inedita sull’attività artistica del padre della Beat Generation. In particolare, verrà analizzato il suo labirintico processo creativo e le sue relazioni con la tradizione della cultura visiva americana, con gli altri autori del movimento Beat, da Allen Ginsberg a William Borroughs e i maestri della pittura informale e della Scuola di New York che Kerouac iniziò a frequentare dalla seconda metà degli anni cinquanta del secolo scorso. Sarà un’occasione unica per ammirare le opere di Kerouac, finora esposte in solo alcuni selezionati musei come il Whitney Museum of American Art di New York, il Centre Pompidou di Parigi e lo ZKM di Karlsruhe e rimaste per decenni a Lowell (Massachusetts), città natale dello scrittore.

Monet Experience and the Impressionist

“Monet experience and the Impressionists” è il titolo del nuovo percorso digitale immersivo di Crossmedia Group che stavolta si confronta con l’arte del grande artista francese e del movimento impressionista. L’evento espositivo è già aperto al pubblico e proseguirà fino al 1° maggio 2018 nella chiesa sconsacrata di Santo Stefano al Ponte, a Firenze. La mostra propone il fascino dell’immersione sensoriale nell’arte. Stavolta sono di scena i capolavori del pittore che più ci ha insegnato a guardare e rappresentare, en plein air, la bellezza della natura descritta nell’irripetibile istante della sua stessa rivelazione. Come nessun altro, prima o dopo di lui, Monet (1840 –1926) riesce a cogliere e rendere eterno l’attimo di felice corrispondenza in cui avviene il miracolo della perfetta armonizzazione tra raffigurazione e realtà, tra luce e colore, tra movimento e staticità, tra natura e artista.

Bernini scultore

La Galleria Borghese a Roma  ha inaugurato una grande mostra dedicata a Gian Lorenzo Bernini che si riallaccia al discorso critico avviato con la mostra “Bernini scultore”, realizzata ormai vent’anni fa. La Villa, che contiene il nucleo più importante e spettacolare di marmi berniniani, è infatti la sede ideale per considerare l’insieme della produzione dell’artista e gli articolati problemi ad essa connessi. Il tema conduttore della mostra “Bernini”, visitabile fino al 4 Febbraio 2018, è dunque la scena privilegiata della scultura alla Galleria Borghese, e il suo genio è Gian Lorenzo Bernini. Percorrendo l’intero arco della sua  lunghissima carriera si intende dare completezza a quel progetto del 1998 che prendeva in esame specificatamente l’attività giovanile del grande artista, con una approfondita indagine sui modi e i tempi dell’affermazione della scultura monumentale di Bernini e l’ampiezza delle sue conseguenze, anche attraverso una precisa messa a fuoco dello stretto rapporto pittura-scultura da cui, nel corso degli anni Venti del Seicento, si venne formulando il linguaggio correntemente definito Barocco.

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