No Name Design, in mostra a La Triennale di Milano, presenta la collezione personale di Franco Clivio, una selezione di circa 1000 oggetti, classificati per funzione, tipologia, materiale o per associazioni formali che hanno apportato un notevole valore aggiunto alla nostra vita quotidiana
MILANO – Ha inaugurato ieri al Triennale Design Museum di Milano la mostra No Name Design, a cura di Franco Clivio e Hans Hansen, una selezione di circa 1000 oggetti, apparentemente banali, classificati per funzione, tipologia, materiale o per associazioni formali, ma che in realtà sono stati protagonisti di piccole rivoluzioni quotidiane: dalla scopa in saggina alle forbici, dalla lente d’ingrandimento all’omino per gli abiti.
LA COLLEZIONE – Da diversi decenni, il designer Franco Clivio ricerca e colleziona oggetti di uso comune solitamente considerati banali ma che racchiudono qualità tecniche ed estetiche straordinarie. Da osservatore perspicace e curioso, Clivio mette in evidenzia l’ingegnosità e l’intelligenza di questi utensili dal design spesso anonimo. Silvana Annicchiarico, direttrice del Triennale Design Museum afferma: “Se sono ‘anonimi’, è solo per la persistenza di quel pregiudizio umanistico che ritiene ‘volgare’ tutto ciò che è frutto delle ‘arti meccaniche’. In realtà, gli oggetti quotidiani collezionati nel corso degli anni da Franco Clivio delineano uno straordinario atlante di cultura materiale: un repertorio che colpisce non solo per la perfezione tecnica, la performatività e l’eleganza, ma anche per l’orgogliosa modestia. Non pretendono di essere ‘arte’, i martelli e i coltelli, le forbici e gli occhiali che Clivio ha selezionato, catalogato e raccolto con la passione rigorosa di un entomologo delle cose. Eppure – non c’è dubbio – sono fatti ‘con arte’. Cioè con sapienza, con passione, con competenza. E tuttavia bisogna riconoscerlo – è soprattutto il fatto di essere accolti in una collezione che rivela di colpo tutta la loro indiscutibile bellezza: perché la bellezza è sì nell’oggetto in sé, ma anche e soprattutto nello sguardo – in questo caso, lo sguardo di Franco Clivio – di chi ha deciso che quell’artefatto è degno di essere accostato ad altri che gli assomigliano, e di far parte di un insieme, e di essere mostrato in un certo modo. Degno, cioè, di essere conservato e collezionato”.
IL VOLUME HIDDEN FORMS DI SKIRA – A corredo della mostra, Skira Editore ha pubblicato il volume Hidden Forms. Vedere e capire le cose. Spesso progettati da anonimi designer, questi oggetti rendono omaggio alla genialità di artigiani e tecnici nel fornire soluzioni a una serie di problemi quotidiani. Oggetti fatti con materiali naturali, oppure stampati, prodotti industrialmente o in modo artigianale, che nonostante il trascorrere del tempo, sono riusciti a conservare immutata la propria forma, senza mai diventare obsoleti. Raccolti con cura e attenzione – dal ferramenta ai negozi dell’usato, dalle botteghe dei rigattieri ai grandi magazzini, ai mercatini delle pulci – questi oggetti sono stati fotografati da Hans Hansen, che li ha composti in 29 tableau vivant, poetici racconti che rievocano il fascino di oggetti senza tempo.
20 giugno 2014
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