Kandinsky e l’Italia: una mostra inedita a Gallarate

7 Dicembre 2025

L’esposizione riunisce 130 opere, tra cui 20 capolavori di Kandinsky, provenienti da Ca’ Pesaro, dal Museo MA*GA e da importanti collezioni pubbliche e private.

Kandinsky e l'Italia

Il Museo MA*GA di Gallarate presenta fino al 12 aprile 2026 la mostra “Kandinsky e l’Italia”, un grande progetto realizzato in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia. L’esposizione indaga il ruolo centrale del pensiero e dell’opera di Wassily Kandinsky nella nascita dell’arte astratta europea e nel suo influsso decisivo sull’astrattismo italiano tra anni Trenta e Cinquanta.

Curata da Elisabetta Barisoni (Ca’ Pesaro, Venezia) ed Emma Zanella (Museo MA*GA), la mostra rientra nell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026 e riceve il sostegno del Ministero della cultura, del Comune di Gallarate e di Regione Lombardia. È inoltre parte del progetto Varese Cultura 2030, promosso dalla Provincia di Varese con il contributo di Fondazione Cariplo.

Non solo Kandinsky: Klee, Arp, Mirò, Calder, Tàpies

L’esposizione riunisce 130 opere, tra cui 20 capolavori di Kandinsky, provenienti da Ca’ Pesaro, dal Museo MA*GA e da importanti collezioni pubbliche e private. Il percorso espositivo ricostruisce lo sviluppo del linguaggio astratto dalle avanguardie storiche alla piena maturità del non figurativo, sottolineando l’attualità della ricerca spirituale che Kandinsky pose al centro dell’arte moderna.

Il percorso si apre con un’ampia sezione che introduce la temperie culturale internazionale, sviluppatasi tra gli anni Venti e Trenta. In questo periodo, Kandinsky, con le sue lezioni al Bauhaus, elabora un sistema in cui colore, linea e forma diventano espressione dell’interiorità. In questo contesto si inserisce il dialogo con Paul Klee, compagno di insegnamento e di ricerca, di cui è presentato un importante nucleo di opere (1913-1938) che testimoniano la profonda affinità intellettuale, fondata sull’idea che la pittura sia scrittura dello spirito e costruzione musicale dello spazio.

La prima sezione – intitolata La radici internazionali dell’astrazione – è dedicata al contesto culturale europeo tra anni Venti e Trenta, periodo in cui Kandinsky definisce al Bauhaus un sistema in cui colore, linea e forma esprimono l’interiorità. In dialogo con lui compaiono le opere di Paul Klee, qui rappresentato da un nucleo significativo di lavori dal 1913 al 1938, e quelle di Jean Arp, Joan Miró, Alexander Calder, Antoni Tàpies. Questi artisti, pur con linguaggi differenti, condividono l’idea di un’arte capace di superare la realtà visibile.

Un mondo poco conosciuto: Kandinsky e gli artisti italiani

La mostra, nella seconda sezione, approfondisce il rapporto, talvolta complesso, tra Kandinsky e la scena italiana. Il rapporto tra Wassily Kandinsky e gli artisti italiani è articolato e attraversa diversi momenti della storia dell’arte del Novecento. Non si tratta di un rapporto continuativo o istituzionalizzato, ma di una serie di influenze reciproche, incontri, esposizioni e consonanze teoriche. Un altro possibile punto di contatto fu la ricerca sull’astrazione e sul dinamismo.

Momento chiave è la sua personale del 1934 alla Galleria del Milione di Milano, che segnò l’affermazione dell’arte non oggettiva in Italia. Intorno a quell’evento si formò una generazione di artisti – Fontana, Licini, Melotti, Rho, Prampolini, Soldati, Veronesi – che riconobbero in Kandinsky un modello di libertà formale e spirituale. In particolare furono Fontana, Osvaldo Licini e Fausto Melotti a trarre ispirazione dalla sua libertà formale e dalla sua visione spirituale per sviluppare il proprio linguaggio astratto, anche se lo hanno trasformato in una direzione autonoma.

Il percorso si conclude documentando l’influenza di Kandinsky dopo la guerra, attraverso importanti mostre italiane (Palazzo Reale 1947, Galleria Roma 1948) e gruppi artistici come Forma, MAC, Origine. Artisti quali Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi, Piero Dorazio, Matta, Perilli, Sanfilippo, Vedova reinterpretarono l’eredità spirituale dell’artista russo trasformandola in gesto, segno e materia, aprendo la strada all’Informale e all’Espressionismo astratto.

“Forma”, “MAC,” e “Origine” sono tre movimenti o sezioni di mostre d’arte che si riferiscono all’innovativo linguaggio dell’arte astratta, in particolare in relazione all’opera di Wassily Kandinsky che rivoluzionò l’approccio tradizionale all’arte, spingendo gli artisti ad esplorare il mondo interiori delle emozioni e dei simboli.

© Riproduzione Riservata