MILANO – Stavanger, poco più di duecento mila abitanti, nella contea di Rogaland, Norvegia. Neve, fiordi e soprattutto petrolio. Così tanto oro nero da farle meritare l’appellativo di “Oil Capital of Norway”. Ma da quasi dieci anni la città sta costruendo la sua nuova identità.
DAL PETROLIO ALL’ARTE – Stanca dell’appellativo di “Oljehovedstad i Norge”, Stavanger sta investendo con forza su un progetto che allontani la sua immagine dal nero degli idrocarburi e l’avvicini al mondo più colorato della street art. Dal 2006 la città ogni settembre si riveste per lo “Street Art Festival Nuart”, tanto da esser riuscita a guadagnarsi un nuovo appellativo, quello di “world’s first Art City”. Frutto del connubio e dell’incontro fra strategie di modernizzazione urbana sul lungo periodo e l’arte urbana più libera e innovativa, il Nuart Festival ha primariamente la missione di non limitarsi ai giorni di esposizione, ma far vivere tutto l’anno la città.
L’amministrazione di Stavanger punta infatti a divenire un “hub” internazionale per gli street-artist di tutto il mondo. Come dichiarano i fondatori, lo scopo del Nuart è quello di rendere l’arte una parte fondamentale della vita quotidiana della città, portandola fuori dai musei e dalle gallerie, direttamente nelle strade della città e nei luoghi in cui i cittadini vivono e transitano.
GRAFFITI MOBILI – Proprio il movimento è al centro dell’ultimo progetto voluto dall’amministrazione: dopo aver portato l’arte nei luoghi in cui la città si muove, far muovere l’arte stessa. Assieme alla compagnia locale di trasporto è stato quindi deciso di affidare 8 dei pullman cittadini ad altrettanti artisti norvegesi ed internazionali, che sono intervenuti sui mezzi in modo originale e unico. Opere d’arte tridimensionali, che interagiscono e si muovono per la città, il cui numero, promette l’amministrazione, verrà incrementato nei prossimi anni.