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In mostra a Venezia 82 ritratti dell’artista David Hockney

La pittura dell’artista britannico Hockney sbarca in Laguna, protagonista di una esposizione che riunisce ottantadue ritratti e una natura morta

MILANO -La Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, a Venezia, inaugura in anteprima assoluta la mostra David Hockney. 82 ritratti e una natura morta, a conferma che questo 2017 è l’anno della consacrazione della lunga carriera dell’artista nato a Bradford, nel nord Inghilterra, esattamente ottant’anni fa. Un percorso artistico prolifico, il suo. Brillante come i colori acrilici dei suoi famosi dipinti di piscine della Los Angeles degli anni Sessanta. Coraggioso nell’aver sempre avuto fiducia nella pittura pur con qualche incursione nella fotografia. L’esposizione veneziana è organizzata dalla Royal Academy of Arts di Londra con la curatela di Edith Devaney, sino al 22 Ottobre, Dopodiché sarà presentata al Guggenheim Museum di Bilbao per poi fare tappa al Los Angeles County Museum of Art.

LA MOSTRA – L’esposizione raccoglie più di ottanta ritratti e una sola natura morta. La direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia voleva portare Hockney a Venezia già anni fa, dopo l’esposizione del 2013 dedicata ai paesaggi dello Yorkshire allestita alla Royal Academy. E’ a Los Angeles che l’artista riprende in mano tele e colori, dopo mesi di inattività ritraendo il suo braccio destro, J-P Gonçales de Lima, seduto su una sedia con la testa tra le mani, il dolore sommesso. Nel sentire accorato di quell’uomo, Hockney ritrova il suo sentire e quella tela segnerà l’inizio di un lavoro meticoloso e quotidiano che lo porterà a ritrarre 82 persone in due anni e mezzo.

LE OPERE -Nelle sale di Ca’ Pesaro sfila una variegata unamità fatta di storie, volti, ricordi e aneddoti. A figurare sono amici di vecchia data, familiari, galleristi, critici, artisti, il suo dentista, la governante, i figli di amici. Lo sfondo è sempre lo stesso e pure la sedia sulla quale i soggetti posano, facendo posare l’attenzione sui dettagli. Basti pensare alle pieghe di una gonna rossa di seta, gli occhiali nel taschino, la posa strafottente, lo sguardo triste, le mani congiunte sul grembo. Ogni ritratto, così, è come un’istantanea su tela. Il tempo di realizzazione per ogni dipinto è breve ma intenso, da un minimo di due giorni a un massimo di tre. Hockney faceva accomodare i modelli nel suo studio a Los Angeles, su una sedia posizionata sopra una pedana, così da poterli guardare negli occhi. Procedeva poi a disegnare prima la figura a carboncino e successivamente passava a definire l’opera con gli acrilici. Nessuno dei ritratti è su commissione in quanto l’artista Hockney reclama la libertà di raffigurare le persone secondo la sua capacità di osservare e capire l’essere umano.

 

 

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