MILANO- Lo street artist Ivan Tresoldi, o più semplicemente Ivan, viene condannato per aver deturpato e imbrattato il bene pubblico della città di Milano. Il giudice sostiene che le sue opere vadano contro al concetto di “proprietà”. Per tutta Milano, da Famagosta a Bovisa, a Bicocca è possibile osservare le opere di Ivan, opere che mescolano la poesia alla street art.
L’arte di Ivan
Ivan Tresoldi è il punto di riferimento della poesia di strada italiana contemporanea: ha dipinto i suoi versi in molte città italiane, in particolare a Milano, ma anche all’estero, come in Spagna, Inghilterra e Palestina. Nel 2013 promosse il Primo Festival Internazionale di Poesia di Strada a Milano che nel 2016 vide la sua quarta edizione a Lecce, a cui parteciparono artisti italiani, ma anche internazionali. Le scritte di Ivan sui muri della città hanno il fine di “riportare la poesia tra la gente”, come disse lo stesso artista: la poesia deve uscire dalle aule e dai libri e entrare nel mondo per tornare nel luogo in cui è nata, ossia la strada.
La condanna alla poesia di Ivan
La condanna a Ivan è occasione per riflettere su quali siano, sempre che esistano, i confini dell’arte. Quali sono i criteri per dire cosa sia l’arte? Come far coincidere il concetto di “libertà artistica” con quello di “proprietà”?
Una cosa è certa: le opere di Ivan sono riconosciute a livello internazionale e rendono più particolari e piacevoli alla vista alcuni luoghi delle nostre città, come la stazione di Milano Bovisa in cui si può leggere:
Ci tolgono i sogni per farci dormire sonni tranquilli
Credits: Profilo Facebook ivan