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Il genio di Leonardo Da Vinci reinterpretato da artisti contemporanei

Si tiene presso le Scuderie del Castello di Vigevano fino al 28 giugno la mostra "Leonardo da Vinci dall’Antico al Moderno", un progetto affidato a 12 artisti

MILANO – Un’importante rilettura collettiva dell’opera pittorica e tecnica del genio Leonardo Da Vinci. Si tiene presso le Scuderie del Castello di Vigevano fino al 28 giugno la mostra “Leonardo da Vinci dall’Antico al Moderno“, un progetto organizzato da Artemilo1941&Consulting in collaborazione col magazine d’arte contemporanea Frattura Scomposta.

Reinterpretare L’ultima Cena

L’evento espositivo raccoglierà opere di artisti contemporanei e allestimenti cross-mediali interattivi dedicati all’Ultima Cena. Gli artisti individuati sono stati scelti in virtù del loro lavoro di ricerca che li ha visti avvicinarsi al mondo di Leonardo e per il loro notevole curriculum espositivo, con il fine di innalzare la qualità dell’evento espositivo rendendolo più interessante ed appettibile per coloro che visiteranno la mostra. L’intero “percorso emozionale” è affidato a 12 artisti: Franco Anselmi, David Bacter, Dario Brevi, Massimo Caccia, Renato Chiesa, Giuseppe Ciracì, Maurizio Gabbana, Loredana Galante, Milo Lombardo, Giancarlo Marcali, Valentinaki, Vania Elettra Tam.

Genio universale

Ecco alcuni estratti del testo del critico d’arte Gian Ruggero Manzoni, curatore della mostra:

[…] “Universale e irraggiungibile sono forse gli aggettivi più adatti per descrivere il talento quindi l’intelligenza di Leonardo da Vinci, uno degli uomini più interessanti e studiati della storia dell’umanità, artefice di una profonda rivoluzione in campo artistico e scientifico le cui opere pionieristiche continuano ancora oggi a stupirci per la loro attualità e a ispirare creativi e ricercatori in ogni angolo del pianeta.” […] […] “L’artista, sia esso pittore, scultore, letterato, musicista, architetto, designer, tramite il suo fare ha inoltre la prerogativa e per lo più la fortuna di non essere inquadrato in schemi rigorosi, né, il suo rendersi libero, può venire analizzato completamente, in quanto il suo agire, come diceva Kant, risulta frutto di spontaneità, autenticità, immediatezza, conditi con quel tanto di mistero, che risultano attributi che nella nostra era di transizione necessitano, a mio modesto avviso, di una applicazione inconfondibilmente originale e scevra da imposizioni o da futili forzature provocatorie (infatti cosa può risultare “scandaloso” in un sistema sociale in cui qualsiasi “trasgressione” ormai pare legittimata?).” […]
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