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Il Futurismo, idee e artisti in azione

Nel mondo dell’arte oggi si ricorda la nascita di uno dei più grandi e noti movimenti artistici del XX secolo, il Futurismo. Tra le sue fila, vi furono artisti di primissimo piano, quali: Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla...

“È dall’Italia, che noi lanciamo pel mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria, col quale fondiamo oggi il Futurismo perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d’archeologhi, di ciceroni e d’antiquarii” dal Manifesto del futurismo, 1909

 

MILANO – Nel mondo dell’arte oggi si ricorda la nascita di uno dei più grandi e noti movimenti artistici del XX secolo, il Futurismo. Tra le sue fila, vi furono artisti di primissimo piano, quali: Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini e Luigi Russolo. É stato un movimento artistico e culturale italiano ed ebbe un enorme influenza su movimenti artistici che si svilupparono in altri Paesi, in particolare in Russia, Francia, Stati Uniti e Asia. I futuristi esplorarono ogni forma di espressione, dalla pittura alla scultura, alla letteratura (poesia e teatro), la musica, l’architettura, la danza, la fotografia, il cinema e persino la gastronomia. La denominazione ufficiale del movimento si deve al poeta italiano Tommaso Marinetti.

 

LE ORIGINI – Il Futurismo nasce in un periodo – l’inizio del Novecento – di notevole fase evolutiva dove tutto il mondo dell’arte e della cultura era stimolato da numerosi fattori determinanti: le guerre, la trasformazione sociale dei popoli, i grandi cambiamenti politici e le nuove scoperte tecnologiche e di comunicazione, come il telegrafo senza fili, la radio, aeroplani e le prime cineprese; tutti fattori che arrivarono a cambiare completamente la percezione delle distanze e del tempo, ‘avvicinando’ fra loro i continenti. Il XX secolo era quindi invaso da un nuovo vento, che portava all’interno dell’essere umano una nuova realtà: la velocità.

 

IDEALI E SCOPO – Fin dalla pubblicazione del primo Manifesto il movimento irruppe con una carica provocatoria verbalmente violenta e polemizzò su tutte le regole sociali ed accademiche. ‘Avevamo vegliato tutta la notte – i miei amici ed io – sotto lampade di moschea dalle cupole di ottone traforato, stellate come le nostre anime, perché come queste irradiate dal chiuso fulgore di un cuore elettrico.’ Con queste parole il 20 febbraio 1909 sulle pagine del quotidiano Le Figaro fece la sua apparizione il Manifesto di fondazione del Futurismo.
I futuristi intendevano idealmente ‘bruciare i musei e le biblioteche’ in modo da non avere più rapporti con il passato e concentrarsi così sul dinamico presente; tutto questo, come è ovvio, in senso ideologico. Le catene di montaggio abbattevano i tempi di produzione, le automobili aumentavano ogni giorno, le strade iniziarono a riempirsi di luce artificiale, si avvertiva questa nuova sensazione di futuro e velocità sia nel tempo impiegato per produrre o arrivare ad una destinazione, sia nei nuovi spazi che potevano essere percorsi, sia nelle nuove possibilità di comunicazione.

 
Si proponeva di sovvertire l’ordine di tutte le arti e di portare la vita sociale ad una più appropriata sensibilità nei confronti del suo tempo, caratterizzato dal progresso tecnologico e dalle nuove scoperte scientifiche. Perciò l’intento del futurismo era quello di svecchiare la concezione della vita e dell’arte dominanti in Italia, avversando il classicismo e tutti i rimpianti che esso comportava negli ambienti artistici, e imponendo l’amore per le macchine, la tecnologia e la velocità.

 
LA CONCLUSIONE E L’INFLUSSO SUCCESSIVO – Se si volesse cercare una data conclusiva dell’avventura futurista, essa potrebbe rinvenirsi nel 2 dicembre del 1944, all’ unisono con la data di morte del suo fondatore. Nonostante un lunghissimo periodo di ostracismo messo in atto da critici poco accorti, che hanno ingiustamente legato il movimento d’avanguardia al fascismo in ogni sua componente, e che hanno erroneamente analizzato le dichiarazioni più provocatorie del futurismo in tema di maschilismo e militarismo, l’influenza futurista non ha mai cessato di esistere nell’arte e nella comunicazione mondiale. Non è azzardato affermare che la Pop Art, la musica elettronica, la pubblicità, la grafica, il linguaggio e la letteratura odierne debbano molto all’insegnamento futurista.

 
20 febbraio 2015

 
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