Milano Capitale del Romanticismo italiano: è questo l’intento della mostra “Hayez e il suo tempo. Ritratti della Milano Romantica” ospitata negli ambienti storici di Palazzo Borromeo D’Adda, nel cuore di Milano. La mostra, curata dalla galleria antiquaria W. Apolloni in collaborazione con Brun Fine Art, sarà aperta 13 dicembre 2025 e aiuterà i visitatori a scoprire perché Francesco Hayez viene ritenuto simbolo del Romanticismo a Milano, e in generale punto di riferimento nel panorama artistico dell’Ottocento.
Il palazzo ha sempre avuto la vocazione di luogo di incontro di artisti e letterati fin dal Settecento, quando Giuseppe Parini stesso dedicò al suo allievo Febo d’Adda, importante figura della vita politica lombarda dell’epoca, l’ ode Alla Musa. Anche Stendhal durante il suo soggiorno milanese rimase meravigliato dalla bellezza del Palazzo tanto da parlarne nella sua autobiografia “Vie de Henry Brulald”.
Perché Hayez è ritenuto il simbolo del Romanticismo a Milano
Francesco Hayez è simbolo del Romanticismo a Milano perché fu un esponente chiave del movimento, la cui influenza si diffuse dalla città attraverso la sua opera e la sua posizione alla guida dell’Accademia di Brera.
Hayez si trasferì a Milano nel 1820, diventando una figura di primo piano nel panorama artistico cittadino: Hayez fu al centro della rete di intellettuali e artisti che definirono il Romanticismo italiano, tra cui Manzoni e Verdi. Diresse l’Accademia di Brera e attraverso i suoi salotti e le sue opere contribuì a definire l’estetica del Romanticismo italiano.
La sua abilità nel fondere un’impeccabile tecnica neoclassica con i temi e le passioni del Romanticismo lo rese una figura unica e autorevole nel panorama artistico del tempo. La sua influenza si estese a livello nazionale, e la sua visione artistica continuò a plasmare il gusto estetico italiano per gran parte dell’Ottocento.
I suoi dipinti, che univano temi storici e patriottici a una tecnica raffinata, incarnarono lo spirito del Risorgimento e la sensibilità della nuova epoca. Ad esempio, opere come “Il Bacio” hanno espresso il desiderio di unificazione nazionale con un linguaggio che combinava la passione romantica con un’esecuzione pittorica accademica e dettagliata.
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Hayez e il suo tempo: perché vedere la mostra
La mostra “Hayez e il suo tempo. Ritratti della Milano Romantica” è pensata come omaggio a Milano e al suo straordinario patrimonio culturale ottocentesco, epoca in cui, in letteratura dominava Alessandro Manzoni, in musica Giuseppe Verdi, e in pittura Francesco Hayez, artista che più di ogni altro seppe incarnare lo spirito e la sensibilità romantica. Proprio del pittore nato a Venezia saranno presentati otto dipinti, tra le pochissime opere ancora in mani privata, accanto a otto disegni di grande raffinatezza.
Le opere di Hayez da ammirare
In mostra ci sono alcune delle opere più affascinanti dell’artista, indiscusso interprete e simbolo del Romanticismo e protagonista, nella sua lunga vita, di cambiamenti epocali, sia dal punto di vista personale, sia sul versante di una strepitosa carriera che lo ha visto dialogare con i grandi artisti del suo tempo, cultori, letterati e musicisti. Celebrato infatti da Giuseppe Mazzini come vate della nazione, condivise con Manzoni e Verdi gli stessi ideali, cementando con loro un rapporto unico, di amicizia e di intesa culturale.
Prima di tutto come “Pittore civile”, Hayez fu l’interprete dei destini della neonata nazione italiana, in grado di estendere il respiro della sua pittura dalla storia all’attualità politica, ma fu anche tra i più grandi ritrattisti di tutti i tempi, capace di dare voce con la sua produzione allo spirito della propria epoca. celebrando la bellezza femminile e la forza dell’amore.
Tra i dipinti esposti spiccano il precoce “Giuseppe spiega i sogni” e “L’educazione di Achille” entrambi realizzati durante il periodo di formazione dell’artista a Roma, dove Hayez ha goduto della protezione e dell’amicizia di Canova. A quell’epoca la città era un incredibile ambiente di incontro internazionale, che permise ad Hayez di conoscere gli ultimi orizzonti dell’esperienza neoclassica. Un’altra opera presente nell’esposizione è “Gioas re a sette anni”, altra versione del dipinto oggi al Museo Revoltella di Trieste, nel quale la rievocazione di un mondo remoto, testimone di drammatici eventi di storia antica, è affidata alla resa dei costumi e delle ambientazioni.
Un altro piccolo, ma prezioso, dipinto inedito di Hayez è quello della “Maddalena Penitente”, un soggetto che, derivato da Canova, è stato da lui prediletto negli anni Venti e Trenta dell’Ottocento, quindi nel momento dell’affermazione a Milano come protagonista del movimento romantico. È straordinario il bozzetto per “La Sete dei Crociati sotto le mura di Gerusalemme” (1838), la sua opera più ambiziosa e impegnativa, che il pittore aveva programmato per essere destinata al Palazzo Reale di Torino, dove si può ancora ammirare.
Completa il percorso infine una statuetta in gesso di Alessandro Puttinati (Verona 1801 – Milano 1872), parte della celebre serie di piccoli ritratti “da scrivania” che l’artista dedicò, a partire dal 1831, ai protagonisti della vita culturale milanese: l’effigie di Hayez, alta poco meno di 37 centimetri, lo ritrae con pennello e tavolozza alla mano e riesce a restituire una presenza imponente, quasi monumentale, una qualità in comune con il celebre monumento in bronzo di Francesco Barzaghi, eretto accanto al Palazzo di Brera.
Un’occasione per scoprire Milano e il Romanticismo
“Con Ritratti della Milano Romantica vogliamo restituire alla città la memoria di una stagione straordinaria, in cui arte, musica e letteratura dialogavano tra loro con un’intensità unica”,-spiegano i promotori della mostra – “Milano non fu soltanto un centro creativo, ma un vero laboratorio di modernità e sentimento, che continua a ispirarci nella contemporaneità.” L’esposizione si propone quindi come un viaggio tra opere, volti e atmosfere che raccontano l’identità più autentica della Milano ottocentesca: città colta, appassionata e protagonista del proprio tempo dall’Ottocento ad oggi.
Foto copertina: Francesco Hayez, “Maddalena penitente” prima metà anni ‘820