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“Giotto, l’Italia”. Arriva a Milano uno dei simboli della storia dell’arte italiana

In mostra, per la prima volta, 13 capolavori assoluti di uno dei più grandi Maestri dell’ arte di tutti i tempi. Apre oggi a Palazzo Reale “Giotto, l’Italia”...

MILANO – In mostra, per la prima volta, 13 capolavori assoluti di uno dei più grandi Maestri dell’ arte di tutti i tempi. Apre oggi a Palazzo Reale “Giotto, l’Italia” il grande evento espositivo che concluderà il semestre di Expo 2015 e che resterà aperta al pubblico fino al 10 gennaio 2016. La mostra, che è stata ideata come parte di un vasto progetto di valorizzazione che coinvolge i luoghi d’Italia dove Giotto ha operato, propone alla folla cosmopolita dei visitatori di Expo e di Milano, fino all’inizio del 2016, di incontrare i grandi capolavori dell’artista fondatore di una nuova pittura che può dirsi, appunto, italiana: l’alter ego di Dante Alighieri nel campo delle arti.

IDENTITA’ CULTURALE ED ARTISTICA – “L’arte di Giotto rappresenta un passaggio fondamentale nella storia della rappresentazione del pensiero e della realtà nella bellezza. Il nome di Giotto evoca, ovunque nel mondo, la grandezza dell’Italia e della sua storia – ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno -. In questo semestre di ExpoinCittà che vede Milano sotto i riflettori del mondo, Palazzo Reale percorre i secoli a ritroso raggiungendo, dopo il Rinascimento di Leonardo, il primo Trecento di Giotto, quando l’Italia, che ancora non esisteva come nazione, proponeva già i frutti della sua cultura unitaria in molti diversi centri lungo tutta la Penisola. Una proposta straordinaria che regalerà a tutti i visitatori la possibilità di gettare uno sguardo incantato sulla storia della nostra identità culturale e artistica”.

ARTISTA RIVOLUZIONARIO – Il titolo, Giotto, l’Italia, intende appunto sottolineare il ruolo rivoluzionario del pittore fiorentino chiamato da cardinali, ordini religiosi, banchieri, dal re di Napoli e dal signore di Milano, in molti luoghi e città d’Italia. Giotto infatti ovunque si sia trovato a lavorare ha avuto la capacità di attrarre fortemente le scuole e gli artisti locali verso il suo stile innovatore, cambiando in modo definitivo i tragitti del linguaggio figurativo italiano.

OPERE IN ANTEPRIMA – La mostra a Palazzo Reale riunisce 14 opere, prevalentemente su tavola, nessuna delle quali prima esposta a Milano: una sequenza di capolavori assoluti mai riuniti tutti insieme in una esposizione. Ognuno di essi ha provenienza accertata e visualizza quindi il tragitto compiuto da Giotto attraverso l’Italia del suo tempo, in circa quarant’anni di straordinaria attività. Prestiti così straordinari si devono alla collaborazione lungimirante di istituzioni e proprietari, tra cui un ruolo determinante è stato quello dei Musei Vaticani, e al supporto scientifico e tecnico di molti uffici e istituti del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

L’ESPOSIZIONE – Si attraverseranno dapprima le sale dedicate alle opere giovanili: il frammento della Maestà della Vergine da Borgo San Lorenzo e la Madonna da San Giorgio alla Costa documentano il momento in cui il giovane Giotto era attivo tra Firenze e Assisi. Poi il nucleo dalla Badia fiorentina, con il polittico dell’altar maggiore, attorno al quale saranno ricomposti alcuni frammenti della decorazione affrescata che circondava lo stesso altare. La tavola con Dio Padre in trono proviene dalla cappella degli Scrovegni e documenta la fase padovana del maestro. Segue poi lo straordinario gruppo che inizia dal polittico bifronte destinato alla cattedrale fiorentina di Santa Reparata, e che ha il suo punto d’arrivo nel polittico Stefaneschi, il capolavoro dipinto per l’altar maggiore della basilica di San Pietro in Vaticano. Accanto al polittico è esposto, evento straordinario, il frammento affrescato con due teste di apostoli o santi, proveniente dalla basilica di San Pietro, opera di Giotto anch’essa commissionata dal cardinal Stefaneschi. Il percorso espositivo si completa con i dipinti della fase finale della carriera del maestro, che precedono di poco le sue opere milanesi nel palazzo di Azzone Visconti: il polittico Baroncelli dall’omonima cappella della basilica di Santa Croce a Firenze, che grazie a questa mostra verrà temporaneamente ricongiunto con la sua cuspide, raffigurante il Padre Eterno, conservata nel museo di San Diego in California; e il polittico di Bologna, che Giotto dipinse nel contesto del progetto di ritorno in Italia, a Bologna, della corte pontificia allora ad Avignone.

2 settembre 2015

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