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Galleria Vittorio Emanuele a Milano, vandalizzata la facciata

Nella tarda serata di lunedì, tre writers vestiti di nero hanno “firmato” l’elemento architettonico che sovrasta la volta del luogo simbolo di Milano.

Mancavano pochi minuti alle 22.30 di lunedì sera quando tre uomini vestiti di nero hanno deciso di vandalizzare la Galleria Vittorio Emanuele di Milano apponendo delle scritte sopra la porta d’ingresso del monumento storico, simbolo del capoluogo meneghino e salotto commerciale.

Con delle bombolette spray, i tre writers hanno imbrattato la volta d’ingresso della Galleria sporcandola con vernici nera e verde. Subito sono intervenuti la Polizia locale e i Vigili del Fuoco che sono saliti fino all’estremità della volta d’ingresso per verificare da vicino i danni. Le Forze dell’Ordine, però, sono intervenute troppo tardi e non hanno potuto bloccare l’azione vandalica che si è svolta dinnanzi a numerosi passanti, inorriditi per quanto stava accadendo, ma impotenti dinnanzi allo scempio.

La fuga sui tetti di Milano

I tre, subito dopo aver “firmato” la Galleria, si sono dati alla fuga sui tetti di Milano e, per il momento, non sono ancora stati individuati. Tutto il mondo politico si è espresso in merito a questo episodio. Tra i primi a commentare quanto accaduto Matteo Salvini che, già dalla prima mattina, ha scritto sul suo profilo Instagram: “Vergogna senza fine. Faremo di tutto perché le Forze dell’Ordine prendano questi teppisti, che devono avere una lezione che si ricorderanno per tutta la vita, a base di carcere, multa e servizi sociali a favore di disabili e anziani. E se minorenni, che paghino mamma e papà, evidentemente un po’ distratti”.

Milano: rabbia e disgusto per quanto accaduto alla Galleria

Michele Albiani, consigliere comunale del Pd e presidente della commissione Sicurezza, gli ha fatto eco dichiarando: “Rabbia e disgusto. Questo è il sentimento di tutta Milano alla vista della Galleria Vittorio Emanuele II colpita da questi vandali. Gli autori di questo insulto a tutta la città vanno acchiappati e puniti. Allo stesso tempo c’è da chiedersi come siano riusciti a salire fin lassù per realizzare quell’abominio. Chi ha permesso quanto avvenuto, allo stesso modo dei vandali, deve essere punito in maniera esemplare”.

Tra Arte, vandalismo e mancanza di educazione

Nell’ultimo anno sono stati parecchi gli episodi di vandalismo ai danni del nostro immenso patrimonio artistico e culturale e questo accaduto alla Galleria Vittorio Emanuele di Milano è soltanto l’ultimo in ordine cronologico. Distruggere la bellezza sembra essere, da sempre, uno degli atti più diffusi nel nostro Paese, tanto che alcuni atti vandalici hanno (purtroppo) fatto storia.

Gli atti vandalici più celebri ai danni del patrimonio artistico

Le fontane di Roma sono sempre state tra i bersagli preferiti dai vandali. Ripetutamente sfregiate e prese di mira, ricordiamo il tritone della Fontana dei Fiumi del Bernini spaccato a metà nel 1998, la Barcaccia di Piazza di Spagna danneggiata da 4 ubriachi con un cacciavite o la Fontana delle Alpi, sempre del Bernini, dove qualcuno staccò la testa di un’ape di netto. E ancora, nel 2007 venne danneggiata con un liquido rosso la vasca della Fontana di Trevi. Nel 1991 venne danneggiato il piede del David di Michelangelo e nel 1972 venne presa a martellate la Pietà in San Pietro.

L’Arte: la nuova vittima dell’ideologia ambientalista

Nel corso del 2022 e del 2023, l’Arte sembra essere tornata nel mirino, anche di coloro che si definiscono ecologisti. A ottobre dello scorso anno, ad esempio, tre ecologisti hanno imbrattato con della vernice rossa “La ragazzo con l’orecchino di perla” di Vermeer. Il 4 novembre, alcuni esponenti del movimento ecologista Ultima Generazione hanno sporcato con della verdura “Il seminatore” di Vincent Van Gogh a Palazzo Bonaparte a Roma. Stessa sorte per la “Maja desnuda” e la “Maja vestida” di Francisco Goya al Museo del Prado di Madrid. Vernice blu sulla celebre “Campbell’s Soup Cans” di Andy Warhol e liquido nero su un’opera di Klimt.

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