Quadri danneggiati mentre si era intenti a scattare un selfie, sedie artistiche scambiate per zone relax, turisti che parlano ad alta voce e consumano cibo tra una sala e l’altra: è allarme bon-ton nei musei italiani e non solo.
I “maleducati dell’arte”
Sebbene le statistiche sugli incidenti nei musei in Italia sono generalmente focalizzate su furti d’arte e, in misura minore, su incidenti che coinvolgono i visitatori, gli ultimi fatti di cronaca ci dicono che sono in netto aumento gli episodi di danni alle opere dovute all’incuria dei visitatori: nel giro di pochi giorni abbiamo assistito prima foto fatta in maniera maldestra da due turisti che ha portato al danneggiamento della sedia Van Gogh realizzata dall’artista Nicola Bolla ed esposta a Palazzo Maffei a Verona, quindi a distanza di pochi giorni è stata la volta degli Uffizi dove un turista intento a farsi un selfie è inciampato ed è caduto su un dipinto di fine Settecento di Anton Domenico Gabbiani.
Quello dei “maleducati dell’arte” è un trend non solo italiano: negli ultimi anni diversi musei internazionali hanno subito incidenti che hanno causato danni ad opere d’arte o problemi strutturali: dal Museo Boijmans Van Beuningen a Rotterdam alla National Gallery of Ireland, l’incuria dei visitatori ha spesso causato danni gravi al patrimoni oartistico mondiale.
Il turismo culturale in estate
Per questo, come Libreriamo abbiamo voluto raccogliere le opinioni e il contributo dei principali direttori dei musei italiani per chiedere loro cosa bisogna fare per prevenire che tali episodi si ripetano, soprattutto in vista dell’estate in cui si prevede un maggior accesso di turisti presso i luoghi di cultura. I musei italiani, infatti, hanno già registrato numeri record nell’estate 2024, con oltre 60 milioni di visitatori secondo il Ministero della Cultura e un aumento degli incassi significativo, e le previsioni indicano per l’estate 2025 un’ulteriore forte affluenza, con un trend in crescita rispetto agli anni precedenti.
I musei: luoghi pubblici da visitare nel rispetto degli altri
“I musei dedicano da sempre tempo e minuzia alla conservazione di reperti storici messi a disposizione del pubblico attraverso le mostre, anche grazie al costante lavoro di curatori, educatori del museo e volontari che si adoperano per rendere al meglio la visita degli spettatori – ha affermato Saro Trovato, sociologo e fondatore di Libreriamo – I musei sono posti pubblici che devono ospitare più persone possibili, proprio come avviene nei centri commerciali. Ma occorre, come avviene in tutti i luoghi aperti al pubblico, avere rispetto per l’ambiente che li sta ospitando e per le altre persone che stanno visitando una mostra o un museo e vogliono vivere un’esperienza unica.
Per rendere fruibili nel miglior modo possibile i percorsi museali e perseverare le opere per le generazioni future, abbiamo ritenuto opportuno raccogliere le esperienze di alcuni tra i principali direttori dei musei italiani per stilare una lista di regole da seguire durante una visita d’arte, un vademecum per non recare ulteriore danni all’immenso patrimonio artistico che i nostri musei hanno il privilegio di ospitare”.
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Il parere dei direttori museali italiani
“Un turista volendo fare un meme davanti a un dipinto, indietreggiando in posa come il principe dei Medici ritratto ha urtato la superficie dell’opera – ha affermato il direttore degli Uffizi Simone Verde – Il problema di visitatori che vengono nei musei per fare meme o scattare selfie per i social è un dilagante: porremo dei limiti molto precisi, impedendo i comportamenti non compatibili con il senso delle nostre istituzioni e del rispetto del patrimonio culturale”.
Questi episodi sono solo coincidenze o esiste un problema reale? “Credo che i fattori siano multipli. Esiste, ma solo per alcuni musei, una sorta di overtourism, ovvero una concentrazione eccessiva di visitatori rispetto ad una sensata gestione degli spazi in sicurezza. Questo, unitamente all’uso pervasivo dei social media e di dispositivi digitali di varia natura, rende la combinazione esplosiva – spiega Marina Pugliese, Direttrice del MUDEC di Milano – Il rispetto è dovuto ovunque e ribadisco, il problema credo si ponga soprattutto per certi tipi di istituzioni che fanno milioni di visitatori l’anno. Interessante è ragionare sul fatto che i musei hanno lavorato negli ultimi trent’anni sul cercare di diventare luoghi accoglienti e inclusivi e adesso si trovano ad affrontare conseguenze imprevedibili, legate anche al deficit di attenzione imposto dai media.”
Il galateo dei musei: 11 regole di bon ton “culturale”
Da questi e altri contributi arrivati dai direttori dei musei italiani è nato il “Galateo dei musei”, 11 semplici regole da seguire per evitare che una visita museale si trasformi in una tragicomica esperienza fantozziana. Scopriamolo di seguito:
Non portare borse troppo piene
Molte volte le opere esposte si trovano collocate in luoghi piccoli e che non permettono grande libertà di movimento. Prima di entrare nel museo è opportuno controllare le proprie borse e svuotarle del superfluo per evitare che le eccessive dimensioni possano urtare un prezioso artefatto o una scultura.
Evitare di parlare ad alta voce
Il chiacchiericcio anche se a bassa voce rovina il giro della visita alle persone che ci stanno intorno. Si finisce per trovare le sale dei musei vuote pur di non sentire le voci assordanti dei bambini o le chiacchiere degli adulti che intrattengono conversazioni personali. Le gallerie dei musei non sono lo spazio ideale per dialogare, quindi, sarebbe opportuno scegliere altre location per questo.
Non consumare cibo e bevande e non fumare
Se si è colpiti da improvvisi attacchi di fame ci si può recare negli appositi bar messi a servizio nei musei. Il divieto di consumare bevande o cibo durante la mostra è già in vigore da anni per cercare di mantenere la pulizia e il decoro nell’ambiente. Stessa cosa vale per le sigarette, anche quelle elettroniche, che a causa del vapore possono danneggiare le pitture, i materiali e gli artefatti lungo le pareti.
Evitare di rispondere al telefono
Capita di ricevere delle telefonate mentre siamo intenti a guardare la mostra. Rispondere al cellulare non solo disturba la concentrazione delle persone a noi attorno, ma rovina anche la nostra esperienza. Il modo migliore per comunicare con l’esterno è rispondere per messaggi. Basti pensare alle regole in vigore al Metropolitan Museum di New York city che non permette al pubblico di rispondere alle telefonate nemmeno nei corridoi.
Non sostare troppo tempo davanti un’opera d’arte
E’ normale ripercorrere più volte lo stesso percorso durante la visita ma bisognerebbe avere l’accortezza e l’educazione di non sostare per troppo tempo davanti all’opera: le persone che attendono in coda dietro di te aspettano il loro turno! Cosi come bisognerebbe evitare di camminare davanti ad altre persone mentre queste stanno osservando.
Non fotografare tutto
Anche se ci siamo recati alla mostra del nostro artista preferito, è consigliabile non fotografare tutto ciò che si presenta ai nostri occhi. Il consiglio è quello di non perdere del tempo con i filtri del tuo cellulare o a studiare quale inquadratura migliorerebbe la fotografia che vuoi fare, quando potresti semplicemente osservare l’opera fissando nella memoria l’istante della visita.
Una fotografia, per quanto ben fatta, è destinata a perdersi nell’archivio del “già visto” o del “già fatto”. È l’attimo, l’impressione, l’emozione che rimarrà sempre con te.
Non utilizzare il flash
Ove sia consentito scattare delle foto, assicuratevi che il flash sia spento prima di fare click sul tasto del telefono o della macchinetta fotografica. Questo perrchè il flash, proprio come un fulmine, potrebbe distruggere il materiale di cui è composto l’artefatto. Prestare dunque attenzione ai cartelli di avviso.
Evitare i bastoni dei selfie
Le opere d’arte sono un buon modo per esprimere la propria creatività e per aggiornare i nostri blog o profili social. Attenzione però a scattare foto senza muoversi troppo. Per questo si evita l’utlizzo dei bastoni dei selfie che a causa di movimenti distratti potrebbero urtare gli artefatti.
Prestare attenzione a dove si cammina
Cosa essenziale a cui prestare attenzione mentre si cammina tra le opere sono le zone delimitate, cartelli di divieti o a quello che si potrebbe trovare per terra legato all’esposizione. L’ultima cosa che si vorrebbe creare è un effetto domino che termina con qualcosa di rotto.
Non avvicinarsi troppo e non toccare le opere esposte
Quante volte ci è venuta la tentazione di sfiorare con le dita una scultura di Bernini o del divino Michelangelo per coglierne, attraverso il tatto, la morbidezza dell’incarnato. Ma tra allarmi, transenne e (soprattutto) buon senso ciò potrebbe risultare assai difficile. Nel caso di un quadro però ci si può comunque immergere totalmente con lo sguardo al loro interno.
Il cartello “Vietato toccare” dovrebbe essere riproposto all’infinito. Questo perché sembra che in molti non facciano caso al monito o, forse, lo ignorino volutamente. Gli artefatti, essendo oggetti preziosi di un museo, non devono essere toccati o maneggiati, per garantirne la loro integrità.
Non appoggiarsi alle pareti
Le pareti servono per ospitare le opere esposte. Anche se dovessero esserci degli spazi vuoti, è buona regola non appoggiarsi con il proprio peso per evitare di urtare in qualche modo i quadri. Se la stanchezza incombe, è più opportuno prendersi qualche minuto di pausa sedendosi sulle apposite sedie.
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