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Futurismo, il manifesto dell’avanguardia che ha rivoluzionato l’arte

Storia del movimento italiano che ha cambiato le regole convenzionali nel mondo culturale del XX secolo promuovendo la modernità.

È esattamente il 20 Febbraio del 1909 quando sul giornale francese Le Figaro compare il Manifesto Futurista pubblicato da Filippo Tommaso Marinetti. Quella che presenta è un’idea tutta nuova, che va contro le tradizionali regole artistiche. L’intenzione è quella di portare l’arte fuori dalle accademie e dentro la modernità.

La storia e i protagonisti

La corrente artistica del Futurismo nasce sì in Italia, ma sarà poi accolta anche nel resto d’Europa. La sua storia si può dividere in due fasi: la prima fase, che si conclude con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, è interamente concentrata nella città di Milano. La seconda fase del Futurismo, invece, nata dopo la fine del conflitto, si sposta verso Roma e prendendo sfumature più politiche. Il più importante rappresentante del Movimento fu Umberto Boccioni seguito da Giacomo Balla, Gino Severini, Fortunato Depero e Carlo Carrà. La morte di Boccioni nel 1912 segna la netta divisione tra le due fasi. I protagonisti del futurismo rinnegano in un certo senso il passato artistico e credono fortemente nel frenetico, dinamico e moderno presente.

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Il 4 novembre è la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, in ricordo del 4 novembre 1918, anniversario della fine della prima guerra mondiale per l’Italia. Il 4 novembre è stata l’unica festa nazionale che, istituita nel 1919…

Il manifesto e i nuovi principi

L’ideale espresso nel Manifesto del Futurismo si realizza con diverse forme e in diversi ambiti. La pittura e la scultura non sono le sole protagoniste di questa rivoluzione, anche la letteratura è coinvolta, dove Marinetti presenta le “parole in libertà” cioè parole lasciate sul foglio senza un legame sintattico-grammaticale. Anche la fotografia trasforma il suo modo di comunicare, il regista Anton Giulio Bragaglia crea la tecnica del “fotodinamismo futurista”. Il futurismo accoglie tutto ciò che è moderno, dinamico, veloce e industriale. Questa nuova corrente è violenta, sia per il distacco che impone nei confronti delle convenzioni passate, sia per i temi rappresentati cioè macchine, manifestazioni e risse. Nel manifeto del Futurismo c’è anche un forte senso di patriottismo e di esaltazione della guerra, che poi porterà, nella seconda fase, alla nascita di un forte legame con la nuova ideologia fascista.

I principi del manifesto futurista

1. Noi vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerità.

2. Il coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.

3. La letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità pensosa, l’estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.

4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa, col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo… un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.

5. Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.

6. Bisogna che il poeta si prodighi, con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l’entusiastico fervore degli elementi primordiali.

7. Non v’è più bellezza, se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per indurle a prostrarsi davanti all’uomo.

8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!… Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell’Impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell’assoluto, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente.

9. Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.

10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie di ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria.

11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa; canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano le officine appese alle nuvole pei contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l’orizzonte, le locomotive dall’ampio petto che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d’acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.

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