MILANO – Quando si parla di Francesco Hayez, tutti ricordano i quadri più famosi dell’artista romantico, il celebre Bacio, o il ritratto composto di Manzoni, pochi, invece, sono a conoscenza dei suoi disegni erotici.
L’EROS SPUDORATO – Protagonista degli arditi disegni la sua modella preferita: Carolina Zucchi, che è stata la sua amante per dieci anni, dal 1820 al 1830 circa. Hayez aveva sposato una donna pratica, la cui occupazione principale era amministrare i proventi derivanti dall’attività del marito. Carolina, invece, era la sua passione. Impossibile non rimanere ammaliati da una donna giovane, bella e spregiudicata. Non solo una musa, ma anche un’artista in prima persona come dimostrano le sue litografie. Figlia della borghesia milanese intrecciò un legame artistico e sentimentale con l’artista che ha segnato il passaggio dal neoclassicismo al romanticismo.
L’INCONTRO – Il pittore la conobbe in casa del padre, il ragionier Zucchi, il cui salotto intellettuale riuniva le menti più geniali dell’epoca. Galeotte le ore di posa nel suo studio, che le valsero il nome de “la fornarina dell’Hayez”. Carolina entrava e usciva dall’atelier dell’artista veneziano come allieva e modella. Una passione accresciuta dallo sperimentare con lui alcuni giochi erotici, spudoratamente testimoniati in alcune Memorie della donna e raffigurati dall’Hayez stesso in alcuni disegni piuttosto espliciti. Una sorta di Kamasutra artistico che non ha precedenti nella storia dell’arte.
ODI ET AMO – I due si frequentarono assiduamente, ma la donna soffriva perché il pittore oltre ad essere sposato aveva anche altre relazioni. Lei stessa raccontò il suo malessere all’interno delle sue Memorie: «Tutti mi consideravano malata, ma la mia malattia era l’amore».
I DISEGNI EROTICI – Le immagini erotiche sono diciannove bozzetti donati alla sua amante. La scoperta risale, a circa venti anni fa, tra i possedimenti dei discendenti della famiglia Zucchi. Disegni veri contraddistinti da pochi tratti di matita nera su carta velina, a conferma dello straordinario talento del pittore che, probabilmente, li aveva realizzati su carta – tenendoli per sé o vendendoli – ricavandone una copia per l’amante.