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Expo, le 5 opere che rappresentano l’arte italiana presenti al Padiglione Italia

“Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita’’ è il tema dell’Expo 2015 di Milano. Per l’Italia, paese ospitante, è un’ottima opportunità per dare visibilità non solo al cibo, ma anche a tutte quelle sue meraviglie che rappresentano l’identità nazionale...

All’interno del Padiglione Italia, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo  ha selezionato ed allestito opere d’arte di stili, epoche e provenienza geografica diversa. Scopriamole insieme ad una guida d’eccezione: Philippe Daverio

MILANO – “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita’’ è il tema dell’Expo 2015 di Milano. Per l’Italia, paese ospitante, è un’ottima opportunità per dare visibilità non solo al cibo, ma anche a tutte quelle sue meraviglie che rappresentano l’identità nazionale: una su tutte, l’arte ed il genio artistico “Made in Italy”. vi abbiamo già parlato della mostra ‘Il Tesoro d’Italia‘, curata da vittorio Sgarbi ed allestita presso il Padiglione Eataly. All’interno del Padiglione Italia, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo  ha selezionato ed allestito opere d’arte di stili, epoche e provenienza geografica diversa.

 

IL CIBO NELL’ARTE ITALIANA – Sono cinque le opere d’arte che rappresentano l’arte italiana. Non era facile sceglierle all’interno della vasta produzione artistica italiana. A confermarcelo il celebre critico d’arte Philippe Daverio. “Il cibo ha sempre intrigato gli artisti, soprattutto quelli italiani. L’Italia è il paese che inventa l’esaltazione del cibo nella pittura a partire dal ‘500, perché è in qualche modo la dimostrazione della rivincita dei governi – afferma Daverio – Una passione, quella italiana, ripresa con grande attenzione dalla pittura fiamminga, da quella francese. Da quel punto di vista, abbiamo una macchina generatrice di capolavori, degna d’attenzione”. Scopriamo allora insieme le cinque opere ambasciatrici dell’arte italiana all’interno del Padiglione Italia.

 

La prima è stata appositamente realizzata dall’artista contemporanea Vanessa Beecroft: dal titolo Jennifer Statuario, si tratta di due sculture che reinterpretano e capovolgono lo stile della statuaria classica. L’artista ha ripreso un lavoro che aveva già realizzato, un calco di sua sorella, ha rielaborato il calco con l’aggiunta di quattro marmi policromi di Carrara e ha mutilato seno, mani e piedi sostituendoli con “protesi” di onice bianco. Lo scopo era quello di destabilizzare l’idea di classicità. L’opera è collocata al piano terra di Palazzo Italia.

 

 

Sempre al piano terra del padiglione, in dialogo con l’opera precedente troviamo Hora, marmo del I secolo d.C. proveniente dalla collezione della Galleria degli Uffizi di Firenze, che raffigura la dea dell’Autunno con un paniere di pere, noci e melograni in grembo.

 

Il Novecento italiano è presente con la Vucciria, l’olio su tela del neorealista Renato Guttuso, che riporta sulla tela la vivacità cromatica dello storico mercato di Palermo. “Guttuso va sempre bene, è un artista po’ folkloristico – commenta Philippe Daverio – Per gli italiani il folklore è da sempre importante. Nel quadro di Guttuso, il pittoresco ha un valore etimologico: il dipinto stesso è pittoresco. La Vucciria non è la storia dell’alimentazione all’italiana; essa è molto più complessa. Va bene il quadro, ma probabilmente si poteva immaginare qualcosa in più”. L’opera è presa in prestito dal Rettorato dell’Università di Palermo.

  

Con l’obiettivo di mostrare il lavoro di eccellenza del nostro Paese nel recupero dei capolavori dell’arte e dei reperti archeologici saccheggiati, all’ingresso dell’auditorium è esposto invece il Trapezophoros, un sostegno da mensa in marmo dipinto risalente alla seconda metà del IV secolo a.C., che era stato trafugato negli anni Settanta, venduto al Getty Museum e poi recuperato grazie al lavoro del comando Carabinieri per la Tutela del patrimonio e del Ministero dei Beni culturali.

 

Infine, non poteva mancare l’Ortolano/Ciotola di ortaggi, uno dei rari ritratti/nature morte reversibili dell’Arcimboldo. Un quadro che rappresenta il guardiano dell’orto con chiare allusioni sessuali maschili se guardato in un senso, ma che se messo a testa in giù diventa una ciotola di verdura. In esposizione, dove resterà quattro dei sei mesi di Expo per poi tornare al museo Ala Ponzone di Cremona, sarà inserito in una vetrina con uno specchio che permette di osservare entrambe le versioni. Al dipinto si ispira Foody, la mascotte di Expo Milano 2015.

 

26 maggio 2015

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