“Divisionismi. Un’altra modernità” in mostra a Milano

5 Ottobre 2024

La mostra "Divisionismi. Un'altra modernità" in programma presso la Galleria Bottegantica offre ai visitatori una rilettura moderna di questo interessante movimento pittorico dell'800.

"Divisionismi. Un’altra modernità" in mostra a Milano

Il Divisionismo è al centro della nuova mostra della galleria Bottegantica di Milano, che, dopo il successo delle esposizioni dedicate ad Angelo Morbelli (2019), Gaetano Previati (2020) e Umberto Boccioni (2021), ha deciso di intraprendere un nuovo viaggio attraverso il movimento divisionista italiano.

La nuova mostra, intitolata Divisionismi. Un’altra modernità, si terrà dal 18 ottobre al 30 novembre 2024. L’obiettivo è quello di indagare l’evoluzione e il perdurare del Divisionismo dagli anni Novanta del XIX secolo sino agli anni Venti del Novecento, gettando luce sulla sua complessità e sulle sue implicazioni artistiche.

Con Divisionismi. Un’altra modernità, la Galleria Bottegantica si propone di superare la visione tradizionale che confina il Divisionismo ai suoi primi anni. La mostra esplora le fasi successive del movimento, evidenziando come la tecnica divisionista si sia evoluta e abbia influenzato generazioni di artisti, dal Simbolismo al Futurismo, rivelando la complessità e la vitalità di un fenomeno artistico che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte italiana.

Divisionismi. Un’altra modernità

La mostra presenta i principali maestri e teorici del Divisionismo, inclusi artisti come Gaetano Previati, Angelo Morbelli, Giovanni Segantini, Emilio Longoni e Pellizza da Volpedo. Tra le opere in mostra si distinguono capolavori come Le Caravelle (1908), Fiumelatte (1897) e L’Ultima fatica del giorno (1892). Questi artisti, con la loro rigorosa attenzione alla tecnica della divisione del colore, esplorarono le potenzialità espressive della pittura, superando i limiti imposti dalle teorie scientifiche per raggiungere nuove profondità emotive e narrative.

La mostra Divisionismi. Un’altra modernità offre una nuova prospettiva su come il Divisionismo non fosse soltanto una tecnica pittorica, ma un mezzo per esplorare l’essenza stessa della pittura. Le stesure puntinate, lineari o spezzate, i contrasti materici e l’uso espressivo del colore furono il terreno di sperimentazione su cui questi artisti costruirono una nuova forma di modernità. Questa ricerca sul segno pittorico fu fondamentale per la nascita dell’avanguardia e per la rilettura moderna di uno dei più importanti movimenti pittorici dell’Ottocento italiano.

Divisionismo: un movimento poliedrico

Il Divisionismo, nato alla fine degli anni Ottanta del XIX secolo, si basava sulla separazione del colore in singoli tocchi o filamenti, con l’intento di sfruttare la scienza ottica per creare una luminosità e una purezza cromatica mai viste prima. Tuttavia, il movimento fu soggetto a molte critiche, tra cui quelle di Diego Angeli e Ugo Ojetti, che lo accusavano di un eccesso di dogmatismo scientifico. Nonostante ciò, il Divisionismo si affermò come uno dei principali movimenti artistici italiani, influenzando artisti di diverse generazioni.

Con l’arrivo del XX secolo, il Divisionismo subì un’evoluzione. Se inizialmente il movimento era incentrato sui problemi teorici legati alla divisione del colore, col tempo la tecnica divisionista divenne un dato acquisito, utilizzato con un rinnovato senso di libertà. Gli artisti divisionisti cominciarono a sperimentare nuovi approcci alla pittura, trasformando la tecnica da rigida a espressiva. Questa transizione si riflette nelle opere di artisti come Carlo Fornara, Benvenuto Benvenuti, Cesare Maggi, Plinio Nomellini e Sexto Canegallo, anch’essi presenti in mostra.

Il legame con il Futurismo

Una parte rilevante dell’esposizione è dedicata agli artisti che successivamente aderirono al Futurismo, un movimento che derivò in parte dal Divisionismo, in particolare nella sua accezione di complementarismo congenito. Artisti come Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Luigi Russolo e Carlo Carrà continuarono a utilizzare la tecnica divisionista per esplorare nuovi modi di rappresentare il dinamismo e il movimento. Tra le opere in mostra spiccano lavori come Mia madre (1907) di Boccioni e Ritratto di Bice Morselli (1910) di Carrà, che dimostrano l’influenza divisionista sulle prime fasi del Futurismo.

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