Depero e i maestri del futurismo in mostra a Milano

25 Ottobre 2025

Depero e altri celebri artisti sono protagonisti dell’imperdibile mostra organizzata da Matteo Salamon in occasione di "Gallerie a Palazzo" che si terrà, nella sua quinta edizione, dall’11 novembre 2025 al 31 gennaio 2026 a Palazzo Cicogna di Milano.

Depero e i maestri del futurismo in mostra a Milano

Un’occasione unica per conoscere più da vicino le opere di Fortunato Depero e di altri esponenti del movimento futurista. “Oltre il Futurismo. Severini, Depero, Pomodoro e gli inediti di Grosz e Tadini dalla Collezione Bocca” è il titolo dell’imperdibile mostra organizzata da Matteo Salamon in occasione di “Gallerie a Palazzo” che si terrà, nella sua quinta edizione, dall’11 novembre 2025 al 31 gennaio 2026 a Palazzo Cicogna di Milano.

Una straordinaria coppia di collezionisti

Il filo conduttore dell’esposizione sono le passioni artistiche di questa straordinaria coppia di collezionisti, Giorgio Bocca e Silvia Giacomoni a pochi passi dalla loro casa di via Bagutta dove, già dalla fine degli anni ’60, si potevano incontrare, Sandro Orsi e Philippe Daverio – le cui gallerie erano a un passo – Emilio Tadini, Tullio Pericoli, Andrea Branzi e tanti altri. Da queste intense frequentazioni ha preso vita un pezzo dopo l’altro, una collezione sempre più grande.

Così accanto a un arazzo di Fortunato Depero si poteva trovare un Tadini dedicato a Silvia, un Grosz comprato per innamoramento o un enigmatico ritratto di signora di Severini. O ancora Tullio Pericoli rivela, attraverso il suo delicato e giocoso “Matita per scrivere a Silvia”, il suo complesso rapporto con l’arte – la matita attorcigliata su se stessa –sciogliendosi infine nella testimonianza affettuosa della dedica alla “Cara Silvia … con un abbraccio Tullio”.

La collezione si è via via ampliata in un dialogo che si rinnova determinato da spazi e luci sempre diversi dovuti a i vari traslochi. “Lì, sopra quel divano, potrebbe stare bene quella grande natura morta di Simone del Tintore. Là, vicino alla stufa, c’è lo spazio perfetto per il raro Thayaht futurista”. Il “Paesaggio Spaziale” (1914) in mostra è una delle opere più affascinanti del pittore fiorentino: due obelischi di mattoni grigi si ergono fieri tra onde morbide di giallo, arancione e blu, come sentinelle di un mondo in continua metamorfosi.

Per gli estimatori della scultura capace di dialogare con la luce, è doveroso l’omaggio all’opera senza tempo di Arnaldo Pomodoro, che si presenta in mostra con la piccola Piramide: il bronzo, protagonista assoluto, riflette e amplifica la luce che si insinua tra le superfici lisce e le audaci spaccature geometriche in un gioco misterioso di volumi e superfici, testimonianza della ricerca continua di esperienze nuove volute dell’artista.

La mostra: un’occasione unica per vedere le opere di Depero

Fortunato Depero è senz’altro il grande protagonista della collezione. In esposizione, spicca la vivace tempera su carta realizzata nel 1924: un gondoliere affronta con coraggio onde tempestose, guidato unicamente dalla luce di un faro. La lanterna, scomposta in rigorose forme geometriche, diventa il simbolo stesso della meta da raggiungere dopo la lotta contro le avversità. Il tema del barcaiolo impegnato a domare i flutti non è nuovo nell’opera dell’artista.

Ma Depero ritorna anche con un arazzo futurista, popolato da una serie di Somarelli: le figure degli asinelli si ripetono ritmicamente lungo la cornice e si ritrovano anche al centro, dove due animali identici si fronteggiano in bilico sulle zampe posteriori, in una composizione che esprime tutta la forza della ripetizione e del dinamismo futurista. Nel 1911 il pittore e amico Gino Severini rappresenta frontalmente, mettendo in evidenza il décolleté, al di sotto del collo ornato da pelliccia e con cappello appariscente, Fernande Costa-Torro, titolare di una boutique situata in Rue Damrémont a Montmartre, il che ci riporta nel vivo della Parigi della Belle époque, epoca luminosa vicino al tramonto.

A queste opere Matteo Salamon ha scelto di accostare altre cinque di diversa provenienza, selezionate con cura per integrarsi nel percorso: ritroviamo Depero con i suoi Balli Plastici, cui si affiancano le opere di Bonalumi, Manzoni e due dipinti di Ennio Morlotti: “Un po’ come la loro famiglia e la loro cerchia di amici – sintetizza il curatore della mostra – le opere raccolte da Silvia Giacomoni e Giorgio Bocca non si sono mai fermate in una configurazione stabile, ma hanno viaggiato, interagito, vissuto”.

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