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Da Kandinsky a Cage, le commistioni tra arte e musica in mostra a Reggio Emilia

Dall’11 novembre a Palazzo Magnani di Reggio Emilia, un’esposizione tra arte e musica che parte dall'arte astratta di Kandinsky e approda al musicista-pensatore Cage

MILANO – Un percorso tra arte e musica che parte da Kandinsky e approda a Cage. Dove le nozioni di interiorità e spiritualità vengono indagate come temi aperti, capaci di raccogliere molte suggestioni. E’ da queste premesse che prende avvio la mostra “Da Kandinsky a Cage: Musica e Spirituale nell’Arte”, in programma dall’11 novembre a Palazzo Magnani di Reggio Emilia.

MUSICA E ARTE IN CONNESSIONE – “A partire dalla fine dell’Ottocento, e poi fino ai giorni nostri – anticipa la curatrice dell’esposizione Martina Mazzotta – si può individuare un filo rosso che pone la musica in connessione con gli sviluppi dell’arte moderna e contemporanea. Non vi è artista che non si sia confrontato, con l’immaterialità dell’arte-sorella, con la sua sovrana indipendenza dal mondo del visibile e dalle finalità riproduttive. Sintomi dell’invecchiamento dell’arte, diceva il filosofo Adorno, sono l’individualismo e il razionalismo sempre più esasperati. Alla musica, allora, va il ruolo di restituire all’arte il suo compito più nobile e antico, quello di divenire sede di idee universali.”

LA LIBERTA’ DELLA MATERIA – La mostra comprende preziosi bozzetti di opere di Richard Wagner (dell’Archivio Ricordi di Milano), la “Fantasia di Brahms” di Max Klinger e una serie di Lubok, le stampe popolari russe ottocentesche che hanno ispirato la cultura artistica successiva. Segue un importante nucleo di una cinquantina di opere di Wassily Kandinsky – dipinti, acquerelli, grafiche – provenienti da musei e collezioni private, tra le quali spiccano quelle di carattere eminentemente musicale, come gli acquerelli dipinti per gli spettacoli teatrali “Violett” (del Centro Pompidou, Parigi) e “Quadri di un’Esposizione” sulla musica di Musorgskij (della collezione universitaria del Castello di Wahn, Colonia). Dal confronto dialettico con un musicista e artista grande come Constantin Ciurlionis, rappresentato in mostra da opere e spartiti provenienti dall’omonimo museo lituano di Kaunas, nonché dalle suggestioni della musica atonale dell’amico Arnold Schöenberg (poi maestro di Cage), celebrato a Palazzo Magnani come pittore con una straordinaria selezione di dipinti del Schöenberg Center di Vienna, Kandinsky giunge intorno al 1910 all’astrattismo spirituale e apre la via al suono interiore dei segni e dei colori, alla continua ascesa verso la libertà della materia. Le espressioni artistiche, ricondotte all’unità del soggetto e al suo ruolo di artefice, spostano l’attenzione sull’interiorità, su quello che Kandinsky chiama das Geistige in der Kunst (lo spirituale nell’arte). La tensione profetica verso l’età dello spirito che anima l’omonimo libro, scritto nel 1909 e poi pubblicato nel 1912, viene drammaticamente negata dall’avvento del primo conflitto mondiale.

ARTE ASTRATTA – La musica resta tuttavia l’ambito privilegiato, nel percorso di Kandinsky come in quello degli altri artisti in mostra, per proseguire verso la via dell’arte astratta, da interpretare anche in senso mistico, antroposofico, religioso e cosmico. La fusione sinestesica e l’empatia (Einfuehlung) che vedono i fruitori coinvolti in un processo ri-creativo dell’opera, rappresentano presupposti fecondi per guidare i visitatori attraverso il percorso della mostra, dove pittura, scultura, teatro, danza e cinema si relazionano alla non-oggettività della musica. A una sezione su Paul Klee, protagonista imprescindibile in questo contesto, segue un omaggio a Marianne von Werefkin, in collaborazione col Museo d’Arte Moderna di Ascona. La grande pittrice legata a Kandinsky e al Cavaliere Azzurro che fu pioniera nell’affrontare il pensiero artistico come “rivelazione della vita in termini di colore, forma e musica”, senza peraltro mai cedere alla pura astrazione, trova un corrispettivo nel “naturalismo” dell’amico Stravinsky – l’altro protagonista, con Schoenberg, della modernità musicale della prima metà del XX secolo – la cui musica è stata scelta per la visione delle opere dell’artista.

MUSICISTA PENSATORE – La mostra si conclude con un ampio omaggio a John Cage, il musicista pensatore, poeta e artista i cui principi di risonanza interiore e la cui concezione dell’arte come tramite privilegiato di idee universali presenta analogie, rimandi e corrispondenze con la spiritualità kandinskiana. La sezione a lui dedicata si integra con la presenza di opere di altri artisti e si sviluppa attraverso notazioni e documenti audio e video, ma soprattutto attraverso installazioni di grande suggestione che permettono ai visitatori di sperimentare sinesteticamente la poetica cageana. Centrali saranno la ricostruzione di un ambiente anecoico, una “sala del silenzio” nella quale verrà esposta una tela bianca di Robert Rauschenberg, nonché la riproduzione di un teatro che metterà in scena una reinterpretazione in miniatura della composizione per orchestra “Ocean”, durante la quale il visitatore – seduto idealmente nella platea del Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia, opportunamente ricreato – sarà avvolto da “onde” musicali provenienti da diversi punti dell’installazione. Presente inoltre lo spartito per pianoforte – il famoso Solo for Piano dal Concert for Piano and Orchestra – che è il capolavoro dell’inventiva di Cage nel campo della notazione musicale.

 

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