Le splendide sale di
Palazzo Pallavacini a Bologna, in via San Felice a pochi passi da Piazza Maggiore, ospiteranno fino al 12 gennaio 2020 un’importante esposizione dedicata all’artista colombiano Fernando Botero.
Le opere inedite
Il corpus della mostra è costituito da 50 opere uniche mai viste prima nel capoluogo emiliano, provenienti dalla collezione privata di Botero e comprendenti una serie di disegni realizzati a tecnica mista e alcuni acquerelli a colori su tela. L’esposizione, articolata in sei sezioni, rispetta i temi cari all’artista e pone la sua attenzione all’occhio poetico che questi è capace di posare sul mondo, regalando una bellezza fatta di volumi abbondanti, colori avvolgenti e iconografie originali.
Un visionario inno all’esistenza che approfondisce il disegno inteso come fondamento della forma, primario e imprescindibile strumento di bellezza. Tra le opere esposte si nascondono i segreti della vita, celati sotto presenze dai volumi corpulenti, persone o oggetti in attesa di un movimento casuale o volontario. In perfetto equilibrio tra ironia e nostalgia, atmosfere oniriche e realtà fiabesca, classicità italiana e cultura sudamericana, l’arte di Botero risulta creatrice e portatrice di uno stile figurativo e personale, capace senza indugio anche in questa occasione di coinvolgere e affascinare chi guarda.
Dipingere la sensualità
Bellissime, rotonde e sensuali. Sono le donne di Botero. Sono il segno più caratteristico dell’arte di Botero, la sua firma più riconoscibile. La fascinazione dell’artista nasce quando a 10 anni trova nel salotto di famiglia una Divina Commedia con le illustrazioni di Gustav Doré. Per il giovane artista l’emozione fu talmente forte da imprimersi con forza nella sua memoria e poi in quelle figure divenute inconfondibili, permeate di audacia, sensualità e gioia divivere.
Non ho mai dipinto una donna grassa nella mia vita. Dipingo solo la sensualità, l’essenza dell’esistenza
A sedici anni, sicuro della sua volontà di diventare pittore, sottopose alcuni disegni all’artista Rafael Sàenz che li apprezzò condividendo con lui le possibilità e la bellezza offerte dalla raffigurazione di quelle modelle mature dai corpi nudi.
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