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Banksy artista o attivista? La risposta in una mostra evento a Modica

Dal 31 maggio al 2 novembre, l’ex Convento del Carmine del comune siciliano accoglie “Banksy - Realismo Capitalista”: oltre cento opere comporranno un percorso espositivo che getta nuova luce sul fenomeno Banksy

La Sicilia ospita una delle mostre più attese della stagione culturale: arriva a Modica l’arte dirompente di Banksy. Dal 31 maggio al 2 novembre, l’ex Convento del Carmine del comune siciliano accoglierà: “Banksy – Realismo Capitalista”, curata da Stefano Antonelli e Gianluca Marziani, organizzata dalla Fondazione Teatro Garibaldi, in sinergia con il quotidiano La Sicilia – Domenico Sanfilippo Editore, la DSE Pubblicità, CSAB Uniroma3 – Fondazione Centro Studi Archivio Banksy, con il sostegno della Regione, dell’Ars, del Libero Consorzio di Ragusa e del Comune di Modica e la collaborazione di Enjoy Barocco.

Banksy e il capitalismo

Sono oltre cento le opere in mostra: documenti, video e materiali originali comporranno un percorso espositivo che getta nuova luce sul fenomeno Banksy, tra gli artisti più influenti e discussi del nostro tempo, esponente della street art la cui vera identità resta sconosciuta. Il suo tratto iconico, sarcastico e profondamente critico attraversa con forza le contraddizioni del mondo contemporaneo, restituendole con immagini capaci di parlare a un pubblico universale.

Ispirata all’omonimo saggio del filosofo Mark Fisher, l’esposizione racconta un mondo dove il futuro sembra scomparso, sostituito da un eterno presente dominato dal consumo, dalla disuguaglianza e dall’illusione della libertà. È questo il messaggio dell’artista sempre rimasto nell’anonimato: “Crediamo che il successo inclusivo di Banksy – spiegano i curatori Stefano Antonelli e Gianluca Marziani – nasca dalla capacità di rappresentare e simbolizzare il paesaggio emotivo prodotto da un certo sguardo sentimentale su un particolare tipo di realismo, ormai senza futuro, cinicamente basato sul senso di un eterno presente che spoglia il mondo di qualsiasi illusione”.

Banksy: un classico dell’arte contemporanea

Le sue opere realizzate in modo clandestino sui muri di molte città nel mondo esplicitano una dimensione collettiva e popolare dell’arte, che oscilla tra la denuncia dei mali e delle contraddizioni in tutti i continenti e la speranza di un mondo migliore.

Alla mostra ci sono le opere più celebri di Banksy: da Girl with Balloon- serigrafia su carta del 2004-05, forse l’immagine più popolare dell’artista che nel 2017 è stata votata in un sondaggio come l’opera più amata dai britannici – a Love is in the Air – un lavoro su carta che riproduce su fondo rosso lo stencil apparso per la prima volta nel 2003 a Gerusalemme, raffigurante un giovane che lancia un mazzo di fiori. Ed ancora Bomb Hugger – una bambina con i capelli legati a coda di cavallo – e Love Rat -un topo che regge un pennello ancora macchiato della vernice rossa con cui ha realizzato il cuore alle sue spalle.

In quest’opera il roditore diventa emblema della stessa street art, nonché di un messaggio di amore e positività. Lo stile diretto e privo di filtri di Banksy conduce lo spettatore in un viaggio che interroga il potere, la guerra, il capitalismo, l’ambiente e la comunicazione, mettendo a nudo il reale per quello che è: spietato, ironico, talvolta tragico, ma sempre riconoscibile. E lo street artist colpisce il pubblico per la sua capacità di usare un linguaggio immediato ma stratificato, che accosta ironia e tragedia, gioco e critica sociale.

La sua è un’arte che “esce dallo studio” per diventare collettiva, urbana, globale. Una forza interpretativa che non si limita a reagire, ma incide direttamente sul tessuto sociale, imponendosi come un nuovo classico. “Banksy torna al reale, come fecero Masaccio, Caravaggio, Picasso, Warhol- sottolinea Paolo Nifosì, consulente per le arti visive della fondazione.

Ma lo fa parlando dell’oggi, delle guerre, dei migranti, delle ingiustizie, usando ogni registro espressivo a disposizione. La sua arte è linguaggio immediato, azzeramento dell’estetismo, una critica radicale al capitalismo. Ma forse c’è spazio anche per la speranza, racchiusa nell’innocenza di una bambina che fa volare un palloncino rosso a forma di cuore”.

Bansky artista o attivista?

Chi avrò la fortuna di visitare la mostra potrà rendersi conto attraverso le opere esposte che Banksy è sia un artista che un attivista. Le sue opere, spesso a sfondo satirico, affrontano temi politici, sociali e culturali, e sono considerate un mezzo di denuncia e critica nei confronti della società.

L’esposizione formula alcune ipotesi e alcune tesi sulle dinamiche e meccaniche che sottendono l’agire di questo fenomeno artistico, diventato in pochissimo tempo e con mezzi di produzione autonomi, un fenomeno culturale globale. A Modica, è infatti possibile entrare nel mondo di Banksy non soltanto attraverso i suoi lavori in strada ma anche attraverso la produzione forse meno conosciuta, cioè quella realizzata in studio.

Senza dimenticare i video, ben 18 quelli visibili dal 1995 al 2009 che raccontano tra cortometraggi e documentari un Banksy quasi inedito dietro la macchina da presa, ruolo che gli valse la nomination agli Oscar nel 2010 con Exit Through the Gift Shop. 
Quello strutturato dai due curatori è un percorso multidisciplinare che cerca di sviscerare il fenomeno Banksy a 360 gradi senza dimenticare altri artisti che interagiscono con lui come: Kaws, Shepard Fairey, Blu, Invader, Ben Eine, JR e Damien Hirst.

La mostra è esito di un progetto scientifico, critico ed interpretativo indipendente, ideato, curato e finanziato fuori dalla sfera d’influenza dell’artista. Banksy non è coinvolto nell’ideazione e progettazione della mostra e non ha fornito supporto o opere provenienti dalla collezione di SAM | Museo delle Arti e delle Espressioni Urbane. Il progetto espositivo, testi e immagini del catalogo, ogni opera, documento o materiale presente in mostra, sono stati supervisionati, verificati per accuratezza e autenticità e approvati per conto di Banksy da Pest Control Office ltd.

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