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Balthus, l’artista irriverente

Il mondo celebra uno dei maestri tra i più originali ed enigmatici del Novecento

MILANO – Il mondo celebra uno dei maestri tra i più originali ed enigmatici del Novecento: Balthus, pseudonimo di Balthasar Kłossowski de Rola (Parigi, 29 febbraio 1908 – Rossinière, 18 febbraio 2001). Il pittore francese di origine polacca che scandalizzava il mondo con la sua arte scomparve proprio oggi quindici anni fa.  I suoi dipinti non passano inosservati e sono stati perfino al centro di polemiche. Esempio eclatante è l’episodio del febbraio 2014, quando una mostra in Germania di scatti personali dell’autore è stata annullata dallo stesso museo che avrebbe dovuto tenerla, in seguito ad accuse da parte del settimanale Die Zeit, secondo cui tale mostra avrebbe avuto un contenuto pedofilo. Il museo ha rinunciato alla mostra temendo ripercussioni di carattere legale.

BALTHUS – Balthasar Klossowski de Rola detto Balthus nasce a Parigi nel 1908. Ha origini polacche da parte di padre – Erich Klossowski, storico dell’arte, pittore, scenografo teatrale – e russe da parte di madre, Baladine Klossowska. A causa di tali origini, durante la Prima guerra mondiale la famiglia è costretta a rifugiarsi in Svizzera. Poco tempo dopo i genitori si separano e Balthus trascorre l’infanzia nella regione di Ginevra. Cresce in un ambiente cosmopolita di cultura germanica, quello del salotto letterario creato da sua madre e dal poeta Rainer Maria Rilke – mentore e figura quasi paterna per il giovane Balthus – e frequentato da personalità di grande rilievo come André Gide, Maurice Denis e Pierre Bonnard. Nel 1933, dopo diversi soggiorni temporanei, si stabilisce definitivamente a Parigi, dove frequenta gli amici del fratello Pierre Klossowski tra i quali ci sono letterati e intellettuali come Georges Bataille, Pierre-Jean Jouve e Pierre Leyris, oltre ai surrealisti con cui, tuttavia, sente di avere poca affinità. Nel 1934 la famosa Galerie Pierre organizza la prima esposizione personale di Balthus, notata in particolar modo da Antonin Artaud che sarà i primi a recensirne l’opera. Nel 1953 lascia Parigi per il castello di Chassy, nel Morvan, dove si stabilisce per quasi otto anni. Dipinge grandi composizioni – scene d’interni, paesaggi – caratterizzate da una ieraticità classica e da una forte ispirazione poetica, che vengono acquistate da una cerchia di appassionati e dal suo mercante newyorchese, il gallerista Pierre Matisse, figlio del pittore Henri. Nel 1956 il Museum of Modern Art di New York organizza un’importante retrospettiva della sua opera.  Dal 1961 al 1977 è direttore dell’Accademia di Francia a Roma, dove intraprende la vasta operazione di restauro e di riallestimento di Villa Medici e dei suoi giardini che darà al luogo al suo aspetto attuale. Dipinge poco ma si dedica al disegno, sviluppandolo in grandi composizioni autonome. Balthus muore il 18 febbraio 2001 nel suo chalet di Rossinière, in Svizzera, dove si era stabilito al ritorno da Roma.

ARTISTA LEGATO ALL’ITALIA – Non esiste in effetti luogo migliore dell’Italia per celebrare l’artista che grazie alla scoperta dei maestri del Rinascimento, e in particolare Piero della Francesca, comprese la propria vocazione, definì le sue capacità espressive e le raffinò con rigore formale e senso della composizione. Balthus apprese la lezione rinascimentale che combinò con intenzioni moderne, enigmatiche e anticonformiste espresse in maniera esemplare nella coscienza erotica delle sue celebri adolescenti o nell’ambigua fissità dei suoi gatti.

 

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