MILANO – “Città al tramonto” di Schiele sarà il pezzo centrale dell’asta Impressionist & Modern art Evening Sale che si terrà a New York il 12 novembre 2018. Vi è però una storia legata al capolavoro di Schiele, che è quella di una giovane vedova ebrea vittima delle persecuzioni dei Nazisti in Austria.
L’opera
Dipinto nel 1913, Dämmernde Stadt (Città al tramonto) è uno dei paesaggi più belli di Egon Schiele, paragonabile alle opere conservate nei musei espressionisti di Vienna, ed è uno dei pochi dipinti dell’autore austriaco a essere rimasto in mani private. La vista da sogno della città di Krumau – luogo natale della madre dell’artista – documenta il periodo cruciale in cui Schiele consolida il proprio linguaggio, dopo anni all’ombra del suo mentore Gustav Klimt. Sarà infatti il pezzo centrale dell’asta Impressionist & Modern art Evening Sale che si terrà a New York il 12 novembre 2018, e Si stima che il valore del quadro si aggiri tra i 12 e i 12 milioni di dollari. Lucian Simmons, Sotheby’s Worldwide Head of Restitution and Senior Specialist in the Impressionist & Modern Art Department, si dichiara orgoglioso di essere riuscito a recuperare un quadro che racconta un pezzo di storia europea, e commenta: «E’ sempre un’emozione poter proporre in asta un’opera così importante e realizzata da un così iconico artista e questo capolavoro del 1913 di Egon Schiele è uno dei pochi paesaggi dell’artista rimasto in mani private. Ma è un privilegio maggiore avere Dämmernde Stadt all’asta a novembre per la storia famigliare di cui è stato testimone e che ora siamo in grado di riportare alla luce».
Elsa Koditschek, la vedova perseguitata dai Nazisti
Oltre alla sua importanza storico-artistica, l’opera si distingue anche per la singolarità della sua storia: Dämmernde Stadt è stato acquistato nel 1928 da Elsa Koditschek, una giovane vedova ebrea di Vienna. Durante la persecuzione dei Nazisti, in seguito all’annessione dell’Austria avvenuta nel 1938, Elsa è stata costretta a fuggire e nascondersi per evitare la deportazione nei campi di concentramento. Per due interi anni vivrà chiusa in uno stanzino, senza mai uscire all’aria aperta per non venire scoperta dai nazisti, e per ripagare i debiti contratti con la donna che l’ha aiutata a sopravvivere dovrà vendere l’opera di Schiele, assieme a molti suoi effetti personali. Elsa riuscirà a sopravvivere alla guerra e verrà liberata dai Russi nel 1945. Morirà in Svizzera nel 1961 senza aver mai saputo più nulla del quadro.Il dipinto finirà nella collezione della Galerie Wurthel di Vienna, e dal 1950 passerà nelle mani di vari collezionisti. Si è venuti a conoscenza solo recentemente della storia della vedova ebrea e della vendita forzata del quadro grazie a un archivio di lettere scoperto dagli eredi di Elsa, che si sono adoperati per contattare gli attuali proprietari e convincerli a mettere il quadro all’asta.