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Le aree carsiche e gessose dell’Appennino diventano Patrimonio Unesco

Il "Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale" sono iscritte nella lista dei beni naturali del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.

Un nuovo sito italiano diventa Patrimonio Unesco. Il “Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale” sono iscritte nella lista dei beni naturali del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.

La decisione è arrivata oggi a Riyad (Arabia Saudita), dove si è riunito il Comitato internazionale dell’agenzia delle Nazioni Unite, a seguito della valutazione positiva dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, organo di consulenza tecnica dell’Unesco.

Un nuovo sito italiano Patrimonio Unesco

“Sono orgoglioso. Con il ‘Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale’, un meraviglioso sito naturale la cui candidatura è stata promossa dalla Regione Emilia Romagna con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, da oggi l’Italia ha ben 59 siti iscritti nella Lista del patrimonio Mondale UNESCO confermandosi il Paese più bello del mondo”.

Lo afferma il Sottosegretario alla Cultura con delega all’UNESCO, Gianmarco Mazzi, che aggiunge: “Vive congratulazioni per il lavoro svolto e il risultato raggiunto al termine di un percorso complesso che arricchisce il valore intrinseco che la cultura esprime in connubio con la natura per una visione integrata della tutela e conservazione del Patrimonio della nostra Nazione”.

Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale

Il “Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale” è un sito diventato ufficialmente Patrimonio UNESCO e caratterizzato dal risultato unico della deposizione di sali di gesso e salgemma avvenuta durante due tra gli eventi geologici più impressionanti della storia della Terra: la disgregazione del supercontinente Pangea, avvenuta circa 200 milioni di anni fa, e la catastrofe ecologica che colpì il mar Mediterraneo circa 6 milioni di anni fa, con la chiusura dello stretto di Gibilterra e la conseguente evaporazione e disseccamento di quasi tutto il Mar Mediterraneo, conosciuta come “Crisi di Salinità del Mediterraneo”.

Il sito nuovo bene Patrimonio Unesco ospita il 90% delle rocce evaporitiche affioranti sul territorio e un insieme di morfologie carsiche, grotte e sorgenti evaporitiche di straordinario valore che, oltre a testimoniare questi due eventi geologici, sono di grande interesse per la storia della ricerca geologica, paleontologica, biologica, archeologica e per la storia dell’arte.

L’eccezionale valore universale del sito è legato alla sinergia unica a livello globale di fattori geologici e climatici.

I siti italiani Patrimonio Unesco

Con il “Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale” sangono a 59 i siti italiani iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, confermandosi il Paese con più siti al mondo. Seguono la Cina con 56 beni e la Germania con 50.

Alcuni siti Patrimonio UNESCO italiani sono la città di Verona, la Costiera Amalfitana, il centro storico di Napoli, i portici di Bologna, il centro storico di Roma, Piazza dei Miracoli e Pisa, le Dolomiti e Matera.

La regione con più siti registrati è la Lombardia, che puà contare le incisioni rupestri in Val Camonica e i villaggi palafitticoli preistorici dell’Arco Alpino, costruiti in zone umide inglobate dalle torbiere.

Le mura di Bergamo Alta poi e il monastero di Santa Giulia a Brescia. Nel capoluogo, ancora, l’Ultima Cena di Da Vinci all’interno della Basilica di Santa Maria delle Grazie. Verso il confine svizzero, troviamo il Monte San Giorgio e il Bernina Express della Ferrovia Retica, meglio noto come “il trenino rosso del Bernina”.

Photocredits: Regione Emilia Romagna

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