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“Alessandro Magno e l’Oriente”, la mostra alla scoperta del grande eroe macedone

Inaugurata al Mann di Napoli da pochi giorni, "Alessandro Magno e l'Oriente" è sicuramente fra le mostre da non perdere quest'estate!

Una grande mostra per scoprire uno dei condottieri più importanti dell’antichità: “Alessandro Magno e l’Oriente“, ospitata dal MANN di Napoli ed organizzata in collaborazione con Electa, rappresenta un’occasione unica per i visitatori, soprattutto se appassionati di storia.

“Alessandro Magno e l’Oriente”, la mostra

La grande mostra è dedicata alla straordinaria figura di Alessandro (356 – 323 a.C.), l’eroe macedone che in poco più di dieci anni, accompagnato dai suoi fedeli compagni, divenne re dell’Asia e dell’Europa. Da uomo e da filosofo, allievo del sommo Aristotele, amò l’uno e l’altro continente, promuovendo, dopo la conquista, la pace e l’unione dei popoli a lui soggetti.

“Alessandro Magno e l’Oriente” si articola in 2 spazi: l’Atrio monumentale situato al piano terra e il Salone della Meridiana al secondo piano, con rimandi tematici nei tre giardini storici. Sono esposte circa 170 opere provenienti da ogni angolo del mondo: dalla antica Persia al Gandhara.

A queste mirabilia del passato si aggiungono i numerosi reperti della collezione permanente del MANN, il solo Museo in cui si conservino tre ritratti del Macedone e tra questi il più prezioso, il Mosaico della battaglia di Isso, dove si ammira l’eroe in sella a Bucefalo, mentre si scaglia contro Dario sull’alto carro. Quest’opera, attualmente in restauro, è sostituita dalla riproduzione posta a tappeto nel salone della Meridiana, nell’area dove è ricostruito l’ambiente della casa del Fauno.

Il percorso espositivo

Ma scopriamo più da vicino come si articola il percorso della mostra “Alessandro Magno e l’Oriente”.

Inizialmente, si viene accolti dalle raffigurazioni dello stratega macedone su busti, gemme, sculture, tra cui il busto-erma del Museo del Louvre, copia da un originale di Lisippo. Si entra poi nelle segrete stanze dove il destino del re del mondo viene annunciato da una profetessa con un magico scudo alla madre Olimpiade e al padre Filippo II.

Si è accolti da un enigmatico genio alato (conservato al Louvre), un Cabiro che offre alla futura sposa la famosa collana di Armonia. Il peristilio e la sala principale della famosa Villa di Fannius Synistor di Boscoreale, uno dei più grandi enigmi della storia dell’arte, sono per la prima volta interamente ricostruiti e spiegati.

Nel salone della Meridiana, l’introduzione è completata da ulteriori e rari manufatti, che raccontano i macedoni e i persiani, tra cui lo straordinario Vaso dei Persiani, risalente alla seconda metà del IV sec. a.C., dove è rappresentato l’eterno conflitto, cantato da Omero e poi da Erodoto, tra Europa e Asia, tra Grecia e Persia.

Le conquiste di Alessandro Magno

“Alessandro Magno e l’Oriente” prosegue con i viaggi di conquista e di scoperta di Alessandro, e con il racconto delle trionfali battaglie di annessione. In questi spazi è ricomposto il gruppo di statue equestri marmoree, proveniente dal santuario di Giunone Sospita a Lanuvio, conservato in parte al British Museum, in parte a Lanuvio.

Una testimonianza fondamentale per la ricostruzione del celebre donario di Alessandro, realizzato da Lisippo e destinato a celebrare i venticinque compagni morti alla battaglia del Granico. L’ammirazione nei confronti di Alessandro da parte dei sacerdoti egiziani e la successiva divinizzazione, è ricordata invece dalla stele egizia proveniente dal tempio di Iside a Pompei che riporta, in geroglifico, riferimenti alle imprese macedoni.

Esposti anche reperti che ricordano i più fedeli collaboratori di Alessandro. Come Seleuco, guardia del corpo sempre al fianco di Alessandro in battaglia, raffigurato in un busto in bronzo dalla Villa dei Papiri.

Durante il suo lungo viaggio verso Oriente (334-323 a.C.) Alessandro fondò molte città, universalmente ammirate per la grandiosità dello schema e la raffinata tecnica urbanistica. Tra queste Alessandria in Egitto, Alessandria Eschate, un tempo Leninabad, Bucefala in Pakisthan. Alcuni secoli dopo, nei regni Indo-Greci si giunse a un’inedita e duratura fusione di usi, costumi e religioni.

Un esempio tra tanti in mostra: la statua di Budda, proveniente dal Pakistan e risalente al II-III sec. d.C., togato e dal sorriso composto che alcuni ritengono mutuato dal divino.

Credits: MANN

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