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Adolfo Wildt, “l’ultimo simbolista” in mostra a Milano

L'esposizione è alla Galleria d’arte moderna di via Palestro che propone quasi 60 opere in marmo, gesso e bronzo dell'artista meneghino

MILANO – Per gli appassionati di scultura la mostra dedicata ad Adolfo Wildt è imperdibile. Per chi non lo conoscesse si tratta di un noto scultore vissuto tra Ottocento e Novecento. L’esposizione, alla Galleria d’arte moderna di via Palestro a Milano, propone quasi 60 opere in marmo, gesso e bronzo. “Adolfo Wildt – L’ultimo simbolista” rimarrà aperta fino a metà febbraio 2016. Un percorso espositivo che ci permette di ripercorre il complesso e affascinante vissuto dell’artista profondamente legato a Milano.

L’ULTIMO SIMBOLISTA – Considerato da molti studiosi di storia dell’arte un artista di tutto rispetto, le sue opere rimangono oggi poco conosciute al grande pubblico. Tutti, o quasi, conoscono Medardo Rosso ma non questo scultore italiano. Wildt fu allievo di Giuseppe Grandi, teorizzò una sua concezione plastica come dimostra L’arte del Marmo (1921). Milanese, visse nel periodo del Fascismo, realizzando anche opere artistiche dedicate a Mussolini, come il mezzo busto che adornava la casa del Fascio di Milano, rimosso a colpi di piccone nell’aprile del 1945.

LO STILE – Wildt fu vicino al movimento Liberty e al Simbolismo, creò un linguaggio che partendo dall’espressionismo e dall’arte antica, dal Rinascimento, arrivava ad aspirare anche alle tensioni neogotiche. “Egli è stato, con la sua sensibilità, l’interprete di “un’epoca stanca e ansiosa, credula e curiosa” disse Ugo Ojetti. Il trionfo dell’opera di Wildt lo si individua facilmente nel pathos delle sue creature, la tensione dei volti, il dilatarsi dell’espressione, la sofferenza che rendono uniche le sue opere.

 

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