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Addio a Germano Celant, critico d’arte e “inventore” dell’arte povera

Sensibile alle nuove tendenze dell’arte, Germano Celant è stato fra i più autorevoli critici d'arte nel panorama internazionale. Fu lui, nel 1967, a coniare la definizione di "arte povera"

Germano Celant è morto oggi all’età di 80 anni, al San Raffaele di Milano, a causa di complicazione legate all’infezione da Coronavirus. Era il maestro dell’Arte Povera. Ovvero quel movimento, nato negli anni Sessanta, con artisti come Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Pino Pascali e Luciano Fabro. Si tratta di una delle ultime neoavanguardie italiane in grado di superare i confini nazionali e finire al Guggenheim MoMA di New York. Fu proprio lui a coniare, nel 1967, la definizione di Arte Povera per designare questo gruppo di artisti italiani.

“Oggi il mondo della cultura e della creatività piange la scomparsa di un suo altro grande esponente. Germano Celant, critico d’arte e curatore cui si deve una delle avanguardie creative italiane più feconde del Novecento, lascia un’Italia impoverita del suo genio e del suo talento”.

Così il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini.

Germano Celant, critico d’arte e curatore

Nel 1967 coniò la definizione di “arte povera” per designare un gruppo di artisti italiani: Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Pino Pascali ed Emilio Prini. Questi artisti, secondo la presentazione del critico, operavano in una “nuova dimensione progettuale che mira ad intendere lo spazio dell’immagine come campo di forze spazio-visuali”.  Celant delineò la teoria e la fisionomia del movimento attraverso mostre e scritti. Dopo la mostra Off Media, svoltasi a Bari nel 1977, iniziò a collaborare col Museo Guggenheim di New York, del quale divenne in seguito curatore. Sempre al Guggenheim allestì nel 1994 la mostra Italian Metamorphosis 1943-1968, nel tentativo di avvicinare l’arte italiana alla cultura americana. Nel 1996 curò la prima edizione della Biennale di Firenze Arte e Moda e nel 1997 venne nominato direttore della 47ª Biennale d’Arte di Venezia.

Via: Treccani

 

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