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“1950-1970 la grande arte italiana” la mostra dedicata all’arte del secondo dopoguerra

La mostra presso i Musei Reali di Torino offre agli appassionati d’arte un’opportunità irripetibile per esplorare una stagione cruciale della storia artistica italiana.

La mostra intitolata “1950-1970. La grande arte italiana”, sarà ospitata fino al 2 marzo 2025 presso le Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino. Si tratta di un’eccezionale mostra dedicata all’arte italiana del secondo dopoguerra che riunisce 79 capolavori provenienti dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (GNAM), per la prima volta esposti insieme al di fuori della loro sede naturale. Un evento unico nel suo genere, realizzato grazie alla collaborazione tra Musei Reali e Arthemisia, con la curatela della Direttrice della GNAM, Renata Cristina Mazzantini, e dello studioso Luca Massimo Barbero.

1950-1970 la grande arte italiana

La mostra

L’esposizione rappresenta una rara occasione per il pubblico di entrare in contatto con le opere più significative di artisti che hanno segnato un’epoca d’oro dell’arte italiana e mondiale. L’obiettivo della mostra è quello di offrire una lettura critica e rigorosa delle dinamiche artistiche del secondo dopoguerra, sottolineando il contributo determinante della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea alla formazione del patrimonio artistico moderno e contemporaneo italiano. A dare slancio a questo progetto è stato Mario Turetta, Capo Dipartimento per le Attività Culturali del Ministero della Cultura e Direttore dei Musei Reali.

L’esposizione celebra anche il rapporto straordinario tra la storica soprintendente della GNAM, Palma Bucarelli, e un gruppo di artisti che hanno rivoluzionato la scena artistica italiana e internazionale. La Bucarelli, figura di primo piano nel mondo dell’arte del XX secolo, ha giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo delle collezioni del museo, favorendo un dialogo con artisti visionari come Alberto Burri, Lucio Fontana e Pino Pascali. La Direttrice della GNAM, Renata Cristina Mazzantini, sottolinea come questo rapporto abbia contribuito a elevare la Galleria a protagonista nella costituzione del patrimonio artistico italiano del periodo.

Curata con grande attenzione, la mostra si sviluppa attraverso dodici sale e propone un avvincente itinerario che invita i visitatori a immergersi nei dialoghi artistici che caratterizzarono il secondo dopoguerra. Il curatore Luca Massimo Barbero descrive il percorso espositivo come un “corpo a corpo” tra i “nuovi maestri” dell’arte italiana, permettendo di confrontarli per la prima volta fuori dalla collezione permanente della GNAM.

L’apertura della mostra è segnata da due opere emblematiche: Rilievo con bulloni di Ettore Colla(1958-59) e L’arco di Ulisse di Pino Pascali (1968). Da qui si sviluppano una serie di confronti tra artisti che esplorarono i linguaggi della materia e dell’astrazione, come dimostrato dalla sala dedicata a Lucio Fontana e Alberto Burri, dove 11 opere dei due giganti dell’arte del dopoguerra dialogano tra loro. Il cuore pulsante dell’esposizione è rappresentato da un confronto inedito tra Concetto Spaziale. Teatrino di Fontana (1965) e Nero cretto G5 di Burri (1975).

Un fermento creativo unico

Il fermento creativo che caratterizzò Roma negli anni ’50 e ’60 è ben rappresentato in questa esposizione. Tra le opere esposte, spiccano un grande décollage di Mimmo Rotella del 1957 e lavori iconici di artisti come Giosetta Fioroni, Carla Accardi, Tano Festa e Piero Manzoni. Il percorso si conclude in maniera trionfale con una sala interamente dedicata a Pino Pascali, dove si possono ammirare lavori come Ricostruzione del dinosauro (1966) e Bachi da setola (1968), celebri opere che testimoniano la potenza concettuale e dissacrante dell’artista pugliese.

Mario Turetta, uno dei principali fautori della mostra, evidenzia il valore della cooperazione tra la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea e i Musei Reali di Torino. L’esposizione, afferma Turetta, rappresenta un ulteriore tassello nella ricca offerta culturale del capoluogo piemontese, in grado di attrarre un pubblico cosmopolita e inserirsi nel contesto internazionale di eventi come Artissima e Luci d’Artista.

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