Si dice “shock” o “choc”? Si tratta di un dilemma su cui spesso le persone si interrogano. Un interrogativo divenuto meme qualche anno fa, grazie al video che immortalava Matteo Renzi dire “First Reaction, shock!” diffusosi a macchia d’olio grazie alla condivisione degli utenti sui diversi social. Il famoso meme, usato per reagire ad una notizia, appunto, “scioccante”, è stato estrapolato da un’intervista del 2016 tenuta da Matteo Renzi per la BBC.
A onor del vero, esistono altre tre forme (scioc, shoc e chock) che vengono spesso usate ma diciamo fin da subito risultano non corrette. Ma quindi è corretto scrivere “choc” o “shock”? Scopriamo cosa dicono i linguisti esperti di Crusca e Treccani relativamente alla formula più corretta e a all’uso di parole derivate dai due termini.
L’origine dei due termini
Dall’Accademia della Crusca sottolineano come la resa grafica “incerta” tra choc o shock abbia reso questo termine oggetto di molti quesiti. Inoltre alcuni si domandano quale sia la grafia più corretta per i derivati scioccare, scioccante, scioccato. Secondo gli accademici, le due differenti grafie della parola sono il risultato dell’influenza delle lingue tramite le quali è penetrata in italiano.
Choc deriva dal sostantivo francese le choc (urto), mentre shock dal verbo inglese to shock (urtare, colpire). Si tratta di due forestierismi entrati in italiano, in ambito medico (si parla di choc/shock traumatico, anafilattico, emorragico ecc.) in un passato relativamente recente. E’ stato l’etimologico di Alberto Nocentini a registrare la prima attestazione di choc intorno al 1892, mentre per shock occorre spostarsi al 1899.
I forestierismi
In entrambi i casi, siamo quindi dinanzi al fenomeno del prestito (o forestierismo), con cui si indica quando una parola, una locuzione o una costruzione sintattica di una lingua straniera entra nel lessico di un’altra lingua.
Tra i diversi tipi di prestiti troviamo i prestiti non adattati, ovvero parole o locuzioni che entrano nella lingua di arrivo mantenendo invariata la forma e la pronuncia della lingua da cui provengono; i prestiti adattati, che riguardano quelle parole straniere vengono adattate alla morfologia e alla grafia della lingua di destinazione; infine troviamo i calchi formali, quando prendiamo da un’altra lingua una parola o una locuzione e la traduciamo in italiano (es. grattacielo) e i calchi semantici, quando una parola italiana assume un nuovo significato prendendolo da un’altra lingua con la quale ha la stessa parola in comune (es. autorizzare nel senso di “permettere” è preso dal francese autoriser).
Quello del prestito è un fenomeno che è sempre esistito, ma che ha avuto una sensibile accelerata con l’avvento di internet e delle nuove tecnologie, le quali hanno contribuito ad aumentare le contaminazioni fra lingue, soprattutto per quanto riguarda l’influenza inglese. I maggiori dilemmi, come nel caso che siamo esaminando, riguardano sia la corretta scrittura della parola, sia soprattutto in che modo scrivere le parole che derivano da esse.
Si dice “shock” o “choc”?
La conclusione dell’Accademia è che entrambe le forme si possono usare e sono entrambe corrette. Si fa notare come prima fosse diffusa maggiormente la grafia francese, mentre oggi è quella inglese che ha preso piede tra i giovani. Sono quindi da considerare corrette entrambe le forme, giustificate dalla generazione di appartenenza del parlante, in quanto l’influsso della cultura e della lingua francese ha ceduto il passo, negli ultimi decenni, a quello massiccio dell’inglese.
Attualmente, la parola “shock” viene percepita come anglicismo e quindi scritta come tale, soprattutto in un mondo giovane e dominato dall’inglese come quello del web.
L’utilizzo dei derivati
Se per il sostantivo è possibile mantenere le grafie originarie, dalla Treccani informano che per i suoi derivati è consigliabile adottare soltanto la grafia adattata al sistema italiano. Quindi la corretta grafia sarà: scioccare, scioccante, scioccato e così via.
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